L’Industria 4.0 secondo Fanuc: l’uomo al centro di una produzione evoluta

Macchine e soluzioni tecnologicamente avanzate, ma soprattutto persone disponibili ad abbracciare il cambiamento e a sfruttarne i benefici attraverso la formazione costante e l’educazione alla flessibilità: questa l'interpretazione di Industry 4.0 secondo Fanuc

Pubblicato il 1 febbraio 2018

Durante l’Open House organizzata nella propria sede di Arese (Milano), Fanuc  ha mostrato al pubblico cosa intende per Industria 4.0: un modello produttivo che metta l’uomo al centro, con l’obiettivo di supportare le imprese ad approfittare del rinnovamento per aumentare la propria competitività e produttività.

In particolare, la tavola rotonda “Industria 4.0: i passi fondamentali verso il cambiamento e la redditività”, ha visto confrontarsi Fanuc e alcuni suoi partner strategici sul tema del futuro del settore e sull’impatto reale degli incentivi governativi nei confronti del tessuto industriale italiano.
Paolo Guazzotti, Responsabile dell’Area Industria e Innovazione di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, Maurizio Porta, CEO di Porta Solutions, insieme con Stefano Linari, CEO di Alleantia, Gabriele Grassi, Responsabile Comunicazione di Elettric80, e Marco Ghirardello, General Manager di Fanuc Italia e VP di Fanuc Europe, si sono confrontati su stato dell’arte, opportunità e prospettive che questo particolare momento storico ed economico porge alle imprese, offrendo ai partecipanti all’Open House diversi spunti di riflessione riguardo come approfittare del cambiamento in essere.

Secondo Paolo Guazzotti di Assolombarda, Industry 4.0 rappresenta un obiettivo strategico verso cui tendere, in quanto è in grado di impattare sui processi, sui prodotti, sui servizi e sull’intero modello di business dell’impresa. “Non bisogna pensare al 4.0 solo come aumento della produttività; bisogna invece ragionare sul miglioramento dei processi, sul loro controllo, qualità e responsiveness, sulla realizzazione di prodotti e soluzioni smart e connessi, e l’aumento di produttività e di redditività arriverà di conseguenza”. I risvolti per quanto concerne l’occupazione prevedono una rimodulazione con una maggior richiesta di profili legati al mondo dei servizi che gravitano intorno all’industria, e la creazione di posti di lavoro a valore aggiunto.
Infine, secondo un’analisi di Ucimu, la domanda interna nel terzo trimestre 2017 è cresciuta del 68,8% rispetto all’equivalente trimestre 2016, segno che la voglia di rinnovamento c’è e che le aziende sono sensibili al cambiamento. “Il Piano ha già evidenziato che in futuro sarà necessario allargare l’attenzione da Industria 4.0 a Impresa 4.0”.

Maurizio Porta di Porta Solutions ha poi sottolineato l’importanza di due aspetti direttamente legati all’innovazione tecnologica: la manutenzione predittiva e il risparmio energetico. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America ha quantificato attraverso un’approfondita analisi il valore della manutenzione predittiva: la sua esecuzione comporta un risparmio minimo del 30% in costi di manutenzione reattiva e del 45% in tempi di fermo. Certo, non tutte le imprese dispongono dei mezzi per investire in macchine utensili tecnologicamente avanzate. “Uno degli obiettivi di Porta Solutions per il 2020-2025 è quello di convertire parte del modello di business dalla vendita di macchine utensili alla fornitura del servizio di vendita di ore produttive, in modo che tutti possano avere accesso ai vantaggi di Industria 4.0”. Il noleggio di ore produttive consentirà ai clienti di approfittare della più avanzata tecnologia senza dover necessariamente acquistare il bene, un pay-per-use applicato alle macchine utensili. “Con un ritorno anche per i finanziamenti concessi dalle banche alle imprese: grazie all’analisi dei dati raccolti dalle macchine in rete, gli istituti creditizi avranno modo di verificare l’effettiva produttività e quindi affidabilità di chi richiede un prestito”.
Stefano Linari di Alleantia, partner di Porta Solutions, ha poi approfondito la tematica del risparmio energetico, dimostrando come l’attivazione nel cloud di particolari algoritmi di calcolo avanzato permette di ottimizzare produzione e prestazioni individuando attraverso l’analisi degli indici di efficienza quali componenti, macchine e dispositivi vengono “sfruttati” in maniera ottimale o, al contrario, errato. “Si tratta di mettere in relazione il singolo elemento con la visione d’insieme. Solo così è possibile individuare eventuali punti deboli e correggerli, e realizzare un risparmio di energia effettivo e intelligente”.

Gabriele Grassi di Elettric80 ha successivamente spostato l’attenzione sul vero protagonista della Nuova Rivoluzione Industriale: l’uomo. “La vera sfida non è diventare Industry 4.0, ma restarlo nel tempo. Per questo motivo è necessario allenarsi al cambiamento e investire in conoscenza e formazione, così da essere sempre in grado di sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche e convertirsi alla flessibilità”.
Un sistema 4.0 che mette l’uomo al centro deve essere user-friendly, oltre che funzionale. “Non serve a nulla progettare applicazioni tecnologicamente complesse se poi ci si dimentica di chi deve utilizzarle sul campo. Pensare il cambiamento in termini di Smart Factory non è sufficiente; occorre puntare alla Smart Evolution, perché solo fornendo alle persone gli strumenti e le competenze si potranno raggiungere i risultati desiderati”.

Infine Marco Ghirardello di Fanuc ha evidenziato come la teoria di Industria 4.0 sia già da tempo realtà negli stabilimenti produttivi Fanuc in Giappone, vere e proprie fabbriche interconnesse completamente automatizzate dove tutto viene registrato e analizzato per finalità di controllo qualità e tracciabilità. “Il personale degli stabilimenti giapponesi Fanuc è costituito per il 60% da personale adibito a Ricerca e Sviluppo e per il 30% assistenza, il resto sono amministrativi, supervisori e un numero davvero esiguo di operai, segno che l’automazione delle fabbriche è non solo auspicabile, ma realmente possibile”. Un tipo di produzione così avanzata richiede ovviamente il ripensamento in chiave lean di tutta la struttura aziendale, poiché a nulla serve avere a disposizione dati e valori se poi non esistono né il personale né gli strumenti in grado di interpretarli.
“Fanuc sta investendo nella diffusione della conoscenza dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende. Ci sono diversi livelli di AI implementabili, ma vogliamo dimostrare che non si tratta di fantascienza: la manutenzione predittiva costituisce il primo passo ed è già da subito alla portata di tutti, perché attraverso la programmazione ragionata di interventi di manutenzione si possono ridurre i tempi di fermo, ottimizzare l’uso dei componenti e la loro vita, e di conseguenza risparmiare tempo, energia e denaro e aumentare la competitività. Il machine learning e il deep learning sono passi altrettanto importanti ma successivi”.

Fanuc sostiene l’introduzione delle nuove tecnologie nelle aziende attraverso l’implementazione della piattaforma IIoT Fanuc Field, e delle applicazioni MT-Linki (che attiva il collegamento in rete di macchine e dispositivi, anche di terze parti, per scopi di manutenzione preventiva) e Zero Down Time ZDT (servizio integrato nei robot Fanuc che ne attiva il monitoraggio da remoto via cloud).

Guarda la video intervista.



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