Uomini & Imprese n° 11 – marzo 2016
Uomini&Imprese cresce nel segno del futuro
Uomini&Imprese cresce e si afferma sempre di più. È davvero un piacere constatare che quella scommessa che abbiamo fatto solo tre anni fa si è rivelata vincente. Dare vita a una rivista che si occupasse di macroeconomia nel comparto dell’industria manifatturiera ha colto nel segno. Mese dopo mese abbiamo ospitato alcuni tra i più autorevoli esponenti del mondo istituzionale e dell’imprenditoria italiana, emblemi del Made in Italy nel mondo. Lo scorso anno Uomini&Imprese è stato anche partner di Expo Milano 2015, un evento di successo globale che abbiamo seguito attraverso una sezione dedicata appositamente. E quest’anno si apre con altre novità, nel segno di una passione e di un entusiasmo che ci stimola a continuare lungo un crinale propositivo. Da questo numero ospiteremo una rubrica a cura di Ispro, con commenti e analisi sulle leggi e le normative durante l’iter di discussione al Parlamento, italiano ed europeo. Da questo numero Uomini&Imprese ospiterà anche una sezione realizzata in collaborazione con Confindustria Giovani. Di volta in volta i riflettori si punteranno su due storie di successo dell’imprenditoria giovanile del nostro Paese: una startup e una azienda con un percorso già avviato nel tempo. Saranno narrazioni legate da un filo conduttore (in questo numero si parlerà di storie di ‘innovazione nella tradizione’, nel prossimo numero di ‘digitalizzazione’ e così via) che ci prenderà per mano e ci accompagnerà tra quei giovani che hanno avuto una intuizione di successo, che l’hanno portata avanti con determinazione e soprattutto che ce l’hanno fatta. Non è casuale questo percorso che abbiamo deciso di fare insieme a Confindustria Giovani. Ci accomuna un sentimento di orgoglio verso l’eccellenza che caratterizza il nostro tessuto industriale ma soprattutto il desiderio di evidenziarlo. E se sono i giovani i protagonisti significa che questa nostra Italia può, e deve, avere l’ambizione di guardare con ottimismo al proprio futuro. E avere l’ardire di raccontarlo.
Luca Rossi