Prezzi alla produzione in ribasso
Prosegue in misura sensibile dallo scorso novembre, dopo solo una piccola pausa in aprile, la discesa nella dinamica annua dei prezzi alla produzione: in settembre l’aumento tendenziale è stato pari allo 0,4% (il più basso dall’agosto 1999), a fronte dell’1,2% in agosto, mentre la variazione mensile è stata pari a +0,1% (zero nel mese precedente).
L’incremento annuo è tornato così a livelli trascurabili, con una tendenza sempre in flessione, a causa del ribasso mensile dei metalli e di altre materie industriali, che ha portato la dinamica dei beni intermedi su valori negativi (-1,1%) nella crescita tendenziale; altrettanto modesto è, inoltre, l’aumento dei beni finali d’investimento, pari all’1,2%, mentre i beni di consumo sono al 2,5%, pressoché stabili.
Il punto di massimo del ciclo rialzista (6,7-6,9% annuo) è stato, in particolare, raggiunto tra l’inizio dell’estate e l’autunno 2000.
Sui prezzi alla produzione si è, quindi, esaurita l’onda lunga dei rincari del petrolio e delle materie prime, amplificata dalla debolezza dell’euro, che aveva portato ai risultati peggiori degli ultimi cinque anni in termini di inflazione all’origine.
Questo significa che la febbre inflazionistica è ormai placata; eventuali nuovi rialzi, in ogni caso, sarebbero modesti e di natura temporanea.
Nella prima metà di quest’anno il calo delle tensioni all’origine, grazie alla moderazione dei prezzi energetici, ha segnato un cambiamento di rotta dell’inflazione nel corso del 2001, favorito dalla debolezza del ciclo congiunturale e dal conseguente ristagno della domanda.
Nei prossimi mesi il tasso di crescita tendenziale dei prezzi alla produzione, anche per l’effetto del confronto statistico con l’analogo periodo (piuttosto caldo) del 2000, continuerà prevedibilmente a decelerare sino alla fine dell’anno, avvicinandosi così alla crescita zero.
Tratto dal Sole24Ore