Indagine Avanade, gli investimenti in Big Data sono ripagati
La poca preparazione in azienda e le tendenze del momento (mobilità, cloud computing, social network) fanno crescere le sfide legate a gestione e analisi di grosse quantità di dati
Avanade, società fornitrice di soluzioni tecnologiche e servizi informatici per le aziende, ha reso noti i risultati di un’indagine condotta a livello globale sul tema dei Big Data, che ha coinvolto oltre 550 dirigenti aziendali e responsabili dell’area IT. Dall’indagine è emerso che gli investimenti fatti dalle aziende per gestire la crescita esponenziale di dati sono ripagati. L’84% degli intervistati a livello globale, l’80% in Italia, dichiara che i Big Data risultano molto utili nei processi decisionali. Il 73% delle aziende intervistate afferma di averli già utilizzati per far crescere il fatturato (57%) o per creare nuove opportunità (43%).
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la pervasività dei Big Data: la maggior parte delle aziende intervistate - il 57% a livello globale e il 60% in Italia – ha dichiarato che solo negli ultimi 12 mesi sono diventate disponibili più tecnologie per la gestione e l’analisi dei dati. Inoltre, la ricerca ha posto l’accento su come le aziende stiano investendo proprio in questi nuovi strumenti: quasi tutte le aziende intervistate (91%) hanno implementato tool dedicati alla gestione e all’analisi dei dati. Secondo quanto emerso dai risultati dell’indagine, il 95% delle aziende non considera il team preposto all’analisi dei dati come parte integrante del proprio staff IT. In Italia il dato raggiunge la totalità (100%). Di fatto, le aziende affermano di coinvolgere nell’attività di analisi le diverse business unit all’interno dell’organizzazione.
Nonostante questi feedback positivi, l’85% degli intervistati, in Italia il 93%, riporta ancora difficoltà nella gestione e nell’analisi delle informazioni, mentre il 63% percepisce che la propria azienda ha bisogno di sviluppare nuove competenze per ottimizzare l’utilizzo di queste informazioni (in Italia il 77%). Inoltre, i cambiamenti legati al modo di lavorare dei dipendenti - dal fenomeno dell’IT consumerization al crescente utilizzo di smartphone e tablet privati sul posto di lavoro, fino all’ingente mole di dati creati e condivisi sui social network - stanno portando a un aumento considerevole dei dati e, quindi, a una maggiore difficoltà nella gestione degli stessi. La maggior parte degli intervistati, in Italia l’83%, concorda nell’affermare che la mobilità dei dipendenti e il cloud computing stanno spingendo le aziende a rivedere la propria strategia di gestione delle informazioni. Il 57% dichiara che anche i social network svolgono un ruolo determinante in tal senso.
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