Operare in sicurezza con il cloud

Da una recente ricerca condotta da Microsoft presso le PMI italiane emergono timori da parte degli intervistati sulla sicurezza dei servizi cloud

Pubblicato il 28 dicembre 2011

Secondo lo studio il 52% di quelli che hanno risposto è preoccupato del fatto che i servizi cloud non siano comprovati e quindi siano troppo rischiosi; il 36% è assolutamente d’accordo che “i dati non siano sicuri nella cloud”. Inoltre, il 63% afferma di voler sapere dove vengono collocati i dati.

Per semplificare l’accesso ai servizi cloud e rassicurare gli utenti sugli elevati livelli di sicurezza e privacy offerti dalle soluzioni Microsoft, il servizio per la produttività cloud di nuova generazione Office 365 è la prima piattaforma a offrire primari standard di privacy e sicurezza delle informazioni per i clienti che operano in Unione Europea e Stati Uniti.

Nell’ambito del proprio impegno contrattuale con i clienti, Microsoft sottoscriverà i requisiti previsti per le clausole modello UE, che consentono ai clienti di certificare la conformità alla severa Direttiva sulla Protezione dei Dati della Commissione Europea e alla legge “Health Insurance Portability and Accountability Act” (Hipaa) in vigore negli Stati Uniti.

“L’annuncio della scorsa settimana relativi alla decisione di inserire le ‘model clauses’ nei nostri contratti cloud è un passo importante e decisivo per lo sviluppo dei servizi online sul cloud e per rassicurare i clienti sui timori relativi al trattamento dei loro dati personali e la sicurezza della piattaforma online” ha dichiarato Pier Luigi Dal Pino, Direttore Centrale per le Relazioni Istituzionali e Industriali di Microsoft Italia.

“In conformità con le richieste dell’Europa e per ottemperare alla normativa USA, abbiamo voluto accelerare la decisione per garantire agli utenti nel cloud di sentirsi garantiti dai più stringenti standard sulla privacy e la sicurezza. Solo in un contesto come questo è possibile adesso offrire ai clienti la tranquillità necessaria ad accedere ai servizi cloud ed il nostro augurio è che l’intera offerta di mercato si conformi quanto prima a modelli contrattuali conformi alle richieste Europee” ha sottolineato Dal Pino.

La decisione è stata accolta favorevolmente da Rosario Imperiali, Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Italiano per la Privacy, che commenta così la notizia: “Cloud computing ok, senza però che le tutele dei consumatori rimangano fra le nuvole: prima fra tutte la protezione dei loro dati. La fiducia fa la differenza per far decollare qualsiasi business: per questo soluzioni come l’adozione di clausole contrattuali modello che rispondano alle legittime aspettative dei clienti di grandi corporations fa bene ad economia e tutela dei diritti”.

Microsoft: www.microsoft.com/italy



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