Industria di processo e manufacturing insieme.

 
Pubblicato il 1 novembre 2002

D. Che cosa cambia in pratica per i vostri clienti e quali sono state le prime reazioni del mercato alla vostra ristrutturazione?

R. Quello che stiamo descrivendo implica un radicale mutamento culturale e per renderlo diffuso ci vorrà certamente del tempo. Per ora ci preoccupiamo di consolidare la nostra presenza tra i big dell’industria mondiale e li stiamo interpellando per raccogliere direttamente le loro esigenze e trasferirle nei nostri prossimi prodotti e soluzioni; che devono uscire dal colloquio con le industrie, non dal chiuso dei nostri laboratori. Le prime reazioni del mondo industriale sono state indubbiamente positive: la nostra capacità di interagire con i clienti sono aumentate e ciò ha reso più interessante ed efficace anche il lavoro dei nostri venditori. Alcune grandi aziende stanno già firmando impegni a lungo termine per implementare le nostre piattaforme IndustrialIT: il caso più eloquente è quello del colosso chimico Dow, che nel 2001 ha sottoscritto un accordo strategico decennale per l’applicazione di sistemi hardware e software Abb per l’automazione e il controllo di processo in tutti i suoi insediamenti produttivi. Siamo convinti che se riusciremo a mostrare l’efficacia del nostro approccio presso i 100 – 200 clienti principali, poi tutti gli altri seguiranno a cascata. D’altra parte, le nostre tecnologie hanno quella flessibilità e apertura necessarie per consentirci di adeguarle alle necessità delle aziende di ogni dimensione. E la nuova struttura, che prevede un interlocutore unico per ogni cliente e un’offerta più standardizzata, non tarderà a farsi apprezzare per la semplificazione che introduce, per la riduzione degli errori e per i risparmi di costi che consente.

D. Avendo Abb una posizione leader di mercato (in diversi settori è già numero1) quali ulteriori obbiettivi si prefigge?

R. Il primo obiettivo è migliorare la redditività e ciò è possibile solo se riusciamo a dare un servizio migliore ai clienti: se serviamo meglio i clienti, essi ci ripagheranno nel tempo e compreranno ancor più da noi. Se in un Paese siamo già leader di mercato, non si tratterà di aumentare lo share ma di diminuire i costi attraverso una maggior vicinanza al cliente e un miglior servizio.

D. Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, Abb sta investendo maggiormente sulle nuove tecnologie energetiche o su quelle per l’automazione?

R. I due settori sono di dimensioni analoghe e danno più o meno gli stessi livelli di profitto (sfortunatamente, non altissimi); d’altra parte tutti i clienti hanno bisogno di entrambe e noi dobbiamo investire sui due fronti. C’è da dire che l’automazione richiede maggiori e più costosi investimenti in R&D; per questo penso che nei prossimi anni il numero dei fornitori si ridurrà a pochi grandi competitor. Per quanto riguarda l’energia, stiamo lavorando molto sui nuovi sistemi di produzione ad elevata efficienza e compatibilità ambientale. Io stesso ho recentemente siglato in Norvegia un accordo con Statoil, per l’installazione su una piattaforma offshore per gas di un sistema di trasmissione di energia basato sulla tecnologia Hvdc (High Voltage Direct Current) Light che consente di trasportare energia elettrica attraverso speciali cavi sottomarini ed elimina il ricorso ai tradizionali generatori con le relative emissioni di anidride carbonica e ossidi di azoto. Siamo gli unici, attualmente, ad avere questo tipo di tecnologia.

D. Quanto pesano le tematiche ambientali nello sviluppo dei nuovi prodotti e soluzioni di Abb?

R. Tra le caratteristiche della piattaforma Industrial IT c’è anche quella della piena compatibilità ambientale. Abb era presente al summit di Johannesburg a testimoniare il proprio deciso impegno per la tutela dell’ambiente e personalmente io sono molto impegnato su questo fronte. Quando mi viene presentato il piano di sviluppo di una nuova tecnologia, pongo subito tre domande: che impatto ambientale avrà? Quanta energia farà risparmiare? Quanto è sicura, che sicurezza garantisce agli impianti ai quali verrà applicata, specie se si tratta di impianti chimici o centrali elettriche?

D. Uno dei fattori della convergenza tra process e manufacturing é dato dall’integrazione crescente dei sistemi Ict soprattutto ai livelli “più alti”, dalla gestione della produzione fino al livello enterprise: quale è la visione di Abb dell’Ict per l’industria e in quale direzione si sta concretamente movendo?

R. Proprio in questi giorni abbiamo annunciato la creazione di una nuova business area globale nella quale abbiamo fatto confluire dai diversi paesi tutti i gruppi e i consulenti di gestione di processo all’interno della nostra società Skyva International dedicata ai sistemi Scm (Supply Chain Management) di nuova generazione. Anche qui la filosofia è quella dell’unificazione e stiamo sviluppando in modo unitario i sistemi Mes (Manufacturing Execution Systems), cioè i software che connettono i sistemi Erp con il livello della fabbrica: questo è il vero segmento che ancora manca nei sistemi informatici di gestione aziendale e noi stiamo unendo tutte le nostre risorse per colmare questo gap e arrivare a proporre a tutti i tipi di aziende dei sistemi completi Erm (Enterprise Resource Management). Su questi sistemi si sta sviluppando una accesa competizione tra i fornitori globali di sistemi per l’industria: la nostra forza in questa competizione è la vastità, anzi la completezza, di competenze, di soluzioni e di prodotti, che ci consente di avere in ogni momento la visione e la disponibilità delle apparecchiature, del software, dell’engineering in tutti i campi applicativi e quindi di poter dominare ogni problema.

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