Tecnologia sì, ma green

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 3 settembre 2024

La tecnologia fa passi da gigante, per questo serve conoscenza e soprattutto serve condividere questa conoscenza. SPS Italia 2024 è stato un momento di confronto e di studio sulle nuove tecnologie e soprattutto sulle nuove tecnologie green

Non è passato nemmeno un quarto di secolo dall’inizio del nuovo millennio, ma mai come in questo periodo la tecnologia è stata rivoluzionaria. Pensiamo ad esempio all’IoT, al 5G, all’Edge o al Cloud Computing, o anche solo allo smartphone sempre più utilizzato anche in ambito industriale. Pensiamo all’intelligenza artificiale, il cui mercato, secondo ricerche condotte della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia, sta crescendo notevolmente e si prevede che sarà proprio questa tecnologia insieme alla robotica ad essere completamente integrate all’interno delle operazioni aziendali nel prossimo e vicinissimo futuro. Ma non solo, come spiega Aldo Bucci, sales manager Industrial Automation di Keba (www.keba.com), “La criticità della supply chain, ieri dovuta alla pandemia, oggi ancora sotto pressione a causa delle difficili relazioni tra Asia e Occidente e alla questione del Mar Rosso, spingono sempre più i clienti alla ricerca di soluzioni aperte che consentano di integrare tecnologie e prodotti multi-vendor. Un secondo trend che stiamo riscontrando, soprattutto grazie alla crescente capacità computazionale dei processori di ultima generazione, è la richiesta di integrare tutte le funzionalità di una macchina in un unico sistema di controllo. Dal canto nostro abbiamo realizzato prodotti innovativi come i terminali safe wireless, in cui abbiamo implementato una nuova funzionalità che consente di definire l’area entro la quale l’operatore può interagire con la macchina, in sicurezza. Quindi la comunicazione di sicurezza wireless può essere immaginata come un cavo virtuale con una lunghezza predefinita, che non consente all’operatore di allontanarsi dalla macchina oltre la distanza impostata. E un modulo di espansione computazionale dedicato all’esecuzione realtime di reti neurali connesso alla CPU principale. Oltre all’hardware stiamo sviluppando una libreria software per poter gestire le elaborazioni dei modelli neurali a livello PLC. L’idea che abbiamo in mente è quella di rendere disponibile funzionalità di intelligenza artificiale, eseguite localmente e non su cloud, ai tecnici di automazione senza che siano necessariamente degli esperti in intelligenza artificiale”.

Non dimentichiamoci della sicurezza

Un altro importantissimo elemento che le aziende non possono dimenticare e che dovrà essere al loro fianco nella crescita è la sicurezza: più aumenta l’integrazione della tecnologia IT e degli ambienti OT, e più le aziende hanno bisogno di essere protette per salvaguardare loro stesse e la filiera di cui fanno parte. Maurizio Milazzo, sales director, South Europe di TXOne Networks (www.txone.com), spiega “Da una nostra indagine relativa al 2023 realizzata con Frost & Sullivan, dove sono state intervistate oltre 400 organizzazioni industriali anche in Europa, è emerso che: il 97% degli incidenti cyber nel mondo IT impattano le operations; il 52% degli incidenti cyber sono causati dal personale di manutenzione; il 66% degli incidenti cyber in un impianto industriale sono generati dal comportamento del personale di automation. Da queste informazioni si deduce che è indispensabile proteggere le operations con tecnologie OT native, che riconoscano automaticamente i protocolli industriali, e addestrare contemporaneamente il personale di automation a produrre o erogare servizi al cittadino con un’attenzione particolare alla cybersecurity. Il mio consiglio è quindi quello di identificare prima di tutto una strategia di difesa e di risposta agli incidenti cyber. Ma è anche vero che le tecnologie di difesa utilizzate nel mondo IT non sono valide nel mondo OT, poiché non possono proteggere i PC industriali con sistemi legacy/ EOL, richiedono un aggiornamento costante impensabile nel mondo OT, non riconoscono i protocolli OT, le soluzioni IT sono esagerate e compromettono le operations, una volta installate sui PC industriali le soluzioni IT richiedono il reboot della macchina, cosa inaccettabile nel mondo della produzione industriale”.

L’importanza della sostenibilità

Certo la tecnologia fa passi da gigante anche perché supportata da Industria 4.0, prima e Transizione 5.0 poi, che, con un faro sempre acceso sulla sostenibilità ambientale, rappresenta un’importante opportunità di crescita e innovazione per l’industria. Ma per intraprendere questo percorso vincente l’azienda ha necessità di misurarsi, come sottolinea Guido Colombo president & CEO di Orchestra (www.retuner.eu) “La nuova misura ha una complessità intrinseca legata alla dimostrabilità ex-post dell’efficientamento energetico che si vuole raggiungere con i nuovi investimenti, prendendo come base l’analisi ex-ante dei consumi, per singolo processo o nella totalità della produzione. Quindi è importante che le aziende abbiano non solo la tecnologia per misurare in modo preciso il consumo elettrico per unità di produzione equivalente, ma anche un servizio per la gestione dell’intera pratica, dalla domanda da presentare a GSE alla perizia finale per l’accesso al credito di imposta”. Sostenibilità ha per Laura Esposito, head of sustainability di TIM (www.tim.it) “innanzitutto un valore trasformativo, perché contribuisce a rendere l’azienda più competitiva e innovativa, con lo scopo di creare valore per sé stessa e per l’ambiente e la società. Per questo abbiamo un piano strategico che incorpora target ambientali e sociali, mettiamo in campo progetti per promuovere l’efficienza energetica delle nostre infrastrutture, ricorrere progressivamente all’uso di energie rinnovabili, per dare una seconda vita ad apparecchiature, materiali non più utilizzati, per scegliere beni che rispondono a criteri di progettazione e di utilizzo sostenibili e su cui si richiederà sempre più la misura dell’impatto emissivo. Vi è poi un valore finanziario e reputazionale della sostenibilità, che si traduce in sconti sui tassi di interesse nelle linee di credito, in una maggiore stabilità del titolo sui mercati finanziari e in una credibilità della nostra strategia verso i nostri stakeholder nel lungo di periodo”. Parla di sostenibilità, economia circolare e uso consapevole delle risorse energetiche all’interno dei processi di trasformazione digitale delle aziende manifatturiere (e non solo) anche Francesco Tieghi, marketing manager in ServiTecno (www.servitecno.it) “È importante per noi fornire tecnologie per la supervisione, la gestione e l’analisi avanzata di macchine e impianti per innescare meccanismi virtuosi e processi di miglioramento continuo dai nostri clienti: ServiTecno stessa è diventata dallo scorso anno società benefit, proprio per sottolineare il nostro impegno su temi tanto attuali quanto importanti e talvolta delicati come la parità di genere, il work life balance, l’uso consapevole di carta e plastica e molto altro…”.

Impegno e strategia

Insomma, la sostenibilità è un impegno e una strategia, come sottoliena Giancarlo Scaturchio, customer sustainability manager Emea di Rockwell Automation (www.rockwellautomation.com)“Il nostro impegno e la nostra strategia sulla sostenibilità sono incentrati su tre obiettivi principali: portare avanti un’azienda sostenibile, potenziare clienti sostenibili, e promuovere comunità sostenibili attraverso tutti i domini ESG (ambientale, sociale e di governance). Investiamo quindi nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo per espandere il nostro impatto al di là della nostra organizzazione. Finanziamo iniziative per ampliare l’istruzione, ’equità e l’inclusione e sosteniamo il disaster recovery. Adottiamo una strategia che punta alla valorizzazione delle persone e del pianeta. E infine ci associamo con organizzazioni per potenziare l’impatto in quattro aree chiave: educazione Stem, equità e inclusione, coinvolgimento dei talenti, disaster recovery”. Chiara Lanzetta, marketing team leader di Hiwin Italia (www.hiwin.it) “Migliorare l’efficienza energetica introducendo attrezzature di produzione a basso consumo di carbonio per il risparmio energetico. Supportare l’economia circolare per la riduzione dei rifiuti, grazie ad azioni per il corretto riciclo. Utilizzare energie rinnovabili con installazioni di pannelli solari nelle fabbriche. E da qualche anno partecipare all’evento Earth Hour, incoraggiando non solo i dipendenti ma anche le loro famiglie a spegnere le luci per un’ora. Un piccolo gesto che può essere di grande aiuto per il pianeta. Abbiamo a cuore l’ambiente e per questo, in ottica ESG, abbiamo richiesto e ottenuto nel 2024 la certificazione GHG Protocol corporate standard, per monitorare le emissioni dirette e indirette”. Anche Omron ha ben chiaro che l’obiettivo primario della società è il percorso verso zero emissioni, e come sottolinea Stefano Gandolfi, IAB marketing Manager di Omron (https://omron.it) “Abbiamo un’attenzione particolare nei confronti della sostenibilità e abbiamo già raggiunto milestones importanti, come certificazioni ECOvadisPlatinum e dowjones sustainability index, importante per le questioni ESG; sviluppiamo soluzioni che aiutano la società e i nostri clienti a gestire gli obiettivi di sostenibilità; utilizziamo packaging sostenibile; ricicliamo; utilizziamo tecnologie per ridurre consumi e massimizzare l’OEE; e soprattutto ci basiamo sulla nostra filosofia, che vede una manifattura flessibile e modulare, essenza di Industria 5.0, in ottica di scalabilità e sostenibilità dal punto di vista ambientale, costi e skills”.

Le tecnologie sono green

Ma se ritorniamo a parlare di tecnologie non possiamo non pensare al fatto che ormai anche le tecnologie devono essere green. Italo Holguin Scacco, manager application engineering di Yaskawa (www.yaskawa.it) ci spiega “Innanzitutto dobbiamo porci delle domande. È possibile combinare le tecnologie di controllo assi con le soluzioni di raccolta dati digitali, in modo che le applicazioni industriali si evolvano più rapidamente? La sinergia di queste due tecnologie costituisce davvero una transizione verso il concetto di ‘green’? Beh, possiamo dire di sì, se i servo agiscono come sensori per fornire dati in tempo reale”. Anche la stampa 3D e le aziende che la utilizzano possono essere sostenibili e come sottolinea Gino Rincicotti, marketing manager di 3D Printing di HP (www.hp.com): “Confermo pienamente che le aziende che adottano la stampa 3D sono sempre più attente alla riduzione dell’impatto ambientale. E non solo in ambito automotive o industriale, ma direi a 360° su tutti i settori produttivi. Negli ultimi anni, infatti, in molti settori abbiamo visto una semplificazione della strategia di riduzione dell’impatto ambientale. Da una pluralità di propositi e obiettivi a volte poco chiari e difficilmente quantificabili, si è passati a un unico obiettivo concreto, comprensibile e misurabile, che è la riduzione delle emissioni di carbonio. Questo nuovo approccio è stato molto efficace nel mobilitare l’interesse dei cittadini, perché, appunto, concreto, comprensibile e misurabile. Da qui è nato un cambio di prospettiva, perché quello che fino a pochi anni fa era vissuto dalle aziende come una imposizione è diventata un’opportunità per attrarre nuovi investimenti e nuovi clienti sensibili al tema ambientale. Venendo alla stampa 3D, come si coniuga la produzione additiva con la sostenibilità ambientale? Innanzitutto, per definizione la stampa 3D utilizza solo il materiale necessario alla realizzazione di un oggetto, al contrario delle lavorazioni dal pieno, minimizzando gli sprechi; in molti casi, specialmente nell’industria meccanica, tramite la stampa 3D si realizzano parti più leggere rispetto ai metodi di produzione tradizionale, che richiedono meno energia per essere costruite, spostate, e movimentate; la stampa 3D, inoltre, offre la possibilità di produrre vicino al punto di consumo o utilizzo dell’oggetto o del prodotto, minimizzando i trasporti necessari; per finire, la possibilità di tenere un inventario digitale dei ricambi riduce gli sprechi relativi alla produzione di scorte non utilizzate e, soprattutto, allunga la vita dei prodotti che necessiteranno di questi ricambi”.

SPS Italia – www.spsitalia.it

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