Resilienza: come aumentarla?

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 6 marzo 2024

Grazie a tecnologie che supportano la business continuity e migliorano le performance è possibile mitigare gli eventi critici e rispondere in modo efficace alle interruzioni impreviste del business: ecco qui alcuni suggerimenti per aumentare la resilienza in azienda riassunti in 6 punti chiave

In uno scenario di business frenetico e imprevedibile come quello attuale, i manager devono agire proattivamente per aumentare la resilienza della propria azienda: la capacità di resistere alle difficoltà e riprendersi dalle situazioni avverse è cruciale per un successo che duri nel tempo. Il concetto di resilienza aziendale si riferisce alla capacità di prevedere, rispondere e adattarsi a eventi imprevisti, incidenti ed emergenze, garantendo la continuità operativa. Nel contesto odierno fortemente caratterizzato da instabilità economica, calamità naturali sempre più frequenti e rischi di cybersicurezza, creare una forma di resilienza organizzativa dovrebbe essere tra i principali obiettivi per le aziende di ogni dimensione e settore. A dimostrare l’importanza di un approccio proattivo in questo ambito, un report di Verdantix del 2021 ha evidenziato che più di due aziende su tre hanno registrato perdite dovute a eventi imprevedibili legati al clima nei 2 anni precedenti. O ancora, stando al ‘Cost of a Data Breach Report 2022’ di IBM, l’83% delle aziende del campione ha subito violazioni ripetute dei dati. Per questo, occuparsi della resilienza non è mai una perdita di tempo, poiché le aziende che lo fanno sono meglio attrezzate per affrontare in qualsiasi momento interruzioni inattese, e più pronte per riprendersi rapidamente.

I 6 punti chiave individuati dagli esperti

Sviluppare un piano adeguato di resilienza e business continuity richiede un insieme di diversi elementi, che gli esperti di Everbridge, azienda specializzata nello sviluppo di soluzioni software di critical event management (CEM) e allerta pubblica nazionale, hanno riassunto in 6 punti chiave. 1. Investire sulle persone: le persone sono per le aziende il bene più prezioso, e investire su di loro è il primo passo per costruire la resilienza. Il che vuol dire, tra le altre cose, garantire il benessere dei dipendenti attraverso formazione e mentorship e sostenerne la salute mentale. In un’azienda resiliente, infatti, la forza lavoro è coinvolta, autonoma e abile nel problem-solving; le competenze specifiche coltivate nei dipendenti diventeranno asset essenziali per lo sviluppo aziendale, è perciò indispensabile andare oltre i benefit convenzionali ed esplorare modalità innovative per coinvolgere e supportare i propri collaboratori. 2. Sviluppare una cultura aziendale solidale: una cultura aziendale resiliente unisce le persone, incoraggia la produttività e favorisce la resilienza. Un buon punto di partenza è creare un ambiente in cui i dipendenti siano incoraggiati a imparare dai propri sbagli e riconosciuti per i loro risultati: in altre parole, un ambiente in cui la collaborazione è incentivata in tutti i team e livelli gerarchici. Costruire una solida cultura organizzativa significa alimentare un senso di comunità e di appartenenza in grado di far sentire le persone realmente parte dell’azienda. 3. Promuovere una leadership efficace: i leader resilienti gestiscono l’azienda con obiettivi e valori allineati alla visione e missione dell’azienda stessa, danno il buon esempio e si assumono la responsabilità di favorire una cultura di resilienza e trasparenza che crei fiducia e spirito di squadra. Una leadership efficace definisce piani dettagliati di gestione delle crisi in maniera puntuale; mostrando chiaramente la direzione da seguire, fissando aspettative realistiche e mantenendo canali di comunicazione aperti con i dipendenti, i veri leader sanno creare un senso di fiducia e stabilità anche durante i momenti più critici. 4. Adottare le giuste tecnologie: le soluzioni tecnologiche sono un elemento cruciale nella costruzione di un’azienda resiliente; tuttavia, non sempre ‘di più’ significa ‘meglio’ e un approccio generalizzato può non essere la scelta vincente. La tecnologia che alimenta la resilienza dovrebbe creare efficienza e, contemporaneamente, essere scalabile per soddisfare le necessità (attuali e future) dell’azienda. Una tecnologia incentrata sulla resilienza deve migliorare le operation e la continuità del business, il disaster recovery e la gestione dei rischi. Idealmente, questi strumenti devono potersi integrare perfettamente od operare nella stessa piattaforma, garantendo facilità d’uso durante una crisi. Inoltre, questi sistemi devono essere adattabili a rischi che non vengono attualmente considerati. Investire in soluzioni a supporto della resilienza organizzativa consente alle aziende di adattarsi più facilmente alle mutevoli condizioni del mercato e affrontare meglio le criticità. 5. Promuovere l’agilità: per costruire la resilienza bisogna coltivare mentalità e metodologie di lavoro agili. L’agilità implica la creazione di processi decisionali e di risoluzione dei problemi, nonché capacità di adattamento alle nuove sfide e al cambiamento, quando necessario. Un approccio agile consente di rispondere velocemente e in maniera flessibile a circostanze inattese, prendere decisioni basate sui dati e identificare e mitigare i rischi, prima che si trasformino in problemi più seri. Inoltre, una metodologia di lavoro agile permette di efficientare la selezione di gruppi specifici che, già preselezionati, possano introdurre velocemente soluzioni efficaci. 6. Essere proattivi anziché reattivi: costruire un’azienda resiliente significa adottare un approccio proattivo alla continuità operativa, ai piani di disaster recovery e alla gestione del rischio. Identificare pericoli e minacce potenziali prima che si verifichino, e adottare misure di prevenzione e mitigazione è determinante, così come avere dei canali di comunicazione predefiniti, capaci di coinvolgere solamente le persone necessarie alla risoluzione di una crisi. Per questo è necessario disporre di un solido piano di gestione delle crisi, che sia definito, testato con regolarità e verificato affinché si dimostri efficace. Le aziende reattive tendono a spendere di più per gestire le crisi e impiegano più tempo a riprendersi dagli incidenti; al contrario, le aziende proattive e dotate di piani consolidati rispondono alle situazioni impreviste in modo molto più efficace. Infine, regolari valutazioni del rischio e piani di contingenza minimizzano l’impatto delle interruzioni e velocizzano la ripresa.

Prepararsi ad affrontare le crisi

“Creare resilienza e continuità per le aziende non è una scelta, bensì una necessità. Le aziende devono dare priorità alla costruzione della resilienza per salvaguardare il benessere dei dipendenti e preservare la continuità operativa durante gli eventi critici” sottolinea Lorenzo Marchetti, head of global public affairs di Everbridge. “Solo così potranno sviluppare quelle condizioni fondamentali che permetteranno loro di affrontare le crisi del presente e del futuro con successo”.

Everbridge – www.everbridge.com

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