Logistica e ottimizzazione della supply-chain….

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 11 novembre 2002

Secondo Marchetti, vi è un aspetto non banale: che cosa intende il mercato quando si parla di Internet?

“Molti si attendono che Internet sia una soluzione, ma sbagliano: Internet è solo un’infrastruttura,” egli afferma. “Questa disinformazione nasce in parte dai produttori di software: per sfruttare il motore Internet, si lascia spesso in secondo piano la soluzione, mentre si enfatizza quella che è solo una tecnologia.” Internet è quindi sicuramente una tecnologia abilitante, ma l’approccio più corretto è identificare la problematica e poi trovare la migliore architettura. Un altro aspetto è un vantaggio intrinseco per coloro che realizzano applicazioni e forniscono soluzioni ai clienti: in qualche modo, Internet si sta imponendo come uno standard. “Questo, da una parte, genera una maggiore indipendenza dall’hardware mentre, dall’altra, si guadagna un approccio di realizzazione delle soluzioni più standardizzato,” conclude Marchetti. “Quindi, le soluzioni sono più facilmente fruibili e manutenibili.” Secondo Schiavo, un’area dove c’è una notevole mancanza di competenza, e dove le aziende stanno continuando ad acquisire tecnologia ‘vecchia’, è quella della store automation, che gestisce il flusso delle merci fra la periferia e il centro di distribuzione in campo GD/DO. “Si tratta spesso di applicazioni sconnesse, senza visibilità da un punto vendita su quelle che possono essere giacenze o gestione dello storico su altri punti vendita,” egli riferisce. Molti fornitori continuano a proporre queste soluzioni, pur avendo già a disposizione soluzioni nuove. Ciò può provocare una serie di intoppi, che impattano sulla non utilizzazione della supply-chain fra il centro e la periferia, con conseguenze come gli overstock.

Assini: “Per la nostra azienda, Internet ha rappresentato molto, soprattutto nel ramo Mobile. Per esempio, la possibilità di interagire in tempo reale con una base dati centralizzata. Ciò avviene attraverso uno strumento leggero come può essere un browser.” Grazie all’introduzione del Gprs e di altre tecnologie telefoniche, vi sarà uno sviluppo ancora maggiore in questo settore. “Vedremo però fino a quanto Internet riuscirà a fornire un servizio accettabile per un’azienda,” osserva Assini. “L’aspetto positivo è che con questa tecnologia si riesce ad entrare in aziende dove prima l’accesso era impossibile: è un entry level, anche per chi non desidera impegnarsi in particolari investimenti.” Anche se tale tecnologia risulterà inadeguata, l’azienda sarà comunque ‘convertita’ e sarà disposta a valutare eventuali soluzioni alternative, che le forniscano un servizio che ormai conosce già. Afferma Giussani: “Internet e Intranet devono essere considerate tecnologie abilitanti, che permettono di creare un flusso veloce delle informazioni senza richiedere elevati costi di infrastruttura.” Non bisogna pensare di poter semplificare molto i problemi di portare sullo schermo informazioni importanti e utili per l’utente. L’interfaccia è simile a quella di un browser, ma non si devono mettere le due cose sullo stesso piano. “La nostra scelta è stata non tanto quella di portare sul video in formato web quello che era il modus operandi dell’operatore in fabbrica, ma cercare di portare le informazioni nascoste e utilizzate dall’interfaccia grafica in un formato diverso, in modo che fossero disponibili ad altri, per altre finalità,” spiega Giussani. Vi sono quindi soluzioni diverse, che spaziano dall’interfaccia uomo/macchina alle infrastrutture d’integrazione, dove il dato di processo si trasforma in informazione utile per la gestione dell’azienda.