Azionamenti e risparmio energetico..
Dalla rivista:
Automazione Oggi
Nato per il risparmio energetico
Ma che cosa è un inverter nato per il risparmio energetico?
“Un inverter nato per il risparmio energetico non si discosta molto da un inverter tradizionale”, risponde Marietta. “Mantenendo lo stesso principio di controllo dell’energia (fornendo al carico l’energia che effettivamente gli occorre), esso si presenta più semplice in termini di funzionalità. Esso offre infatti solo le funzionalità tipiche dello specifico settore, anche per rendere più appetibile all’utente l’applicazione dell’inverter.” In sostanza, l’inverter per risparmio energetico è un prodotto più specifico per il settore di destinazione o, almeno, per un certo tipo di impianto. E’ il caso, per esempio, delle linee di inverter destinate specificamente a pompe o ventilatori, dove non sono richieste sovraccoppie di avviamento. In questo caso, è possibile ottimizzare il dimensionamento dello stadio d’uscita Igbt dell’inverter. L’inverter per risparmio energetico può quindi avere un costo inferiore a quello di un inverter general purpose. Conferma Andreoni: “L’inverter per risparmio energetico è un normale inverter, che utilizza tuttavia specifiche macro o funzioni opzionali.
Per esempio, quando viene raggiunto un certo valore di velocità e stabilità, ridurre leggermente la tensione permette di abbassare anche la corrente magnetica, lasciando invece la corrente utile.” Quindi, nel caso di carichi funzionanti a velocità costante (come pompe e ventilatori), si può introdurre questa funzione che, a regime, riduce per quanto possibile la tensione di alimentazione, in modo da produrre solo energia attiva e non reattiva. Secondo Beccalli oggi gli inverter non vengono progettati espressamente per il risparmio energetico. Il parametro principale rimane infatti il prezzo, perché da un punto di vista tecnologico i vari prodotti si equivalgono. Su questi inverter general purpose può essere inserita la funzione di risparmio energetico. “Di per sé, comunque, l’inverter è già un prodotto che risparmia energia”, aggiunge Beccalli. “Il problema è ancora una volta determinato dalla scarsa conoscenza di queste possibilità da parte dell’utente finale. Per esempio, in tutti gli edifici esiste una pompa che porta l’acqua ai piani alti e, con l’uso di un inverter, si potrebbe ottenere un notevole risparmio sull’energia assorbita. Molti utenti, tuttavia, non sanno nemmeno che, nella loro abitazione, esiste una pompa che svolge questa funzione. E le imprese edili non sono di fatto interessate a spendere di più per offrire funzioni che l’acquirente non richiede.” Vellante: “Bisogna sempre partire dal tempo di recupero dell’investimento.” Sul mercato internazionale, negli ultimi 10 anni, il numero degli inverter venduti è quadruplicato, mentre in valore l’aumento è stato del 250% e il prezzo medio è sceso del 50%. Ciò incentiva un maggiore utilizzo di questi prodotti proprio a livello di risparmio energetico. “Per abbreviare il periodo di payback e soddisfare le esigenze delle aziende, alcuni costruttori offrono lo stesso inverter con una doppia targa”, prosegue Vellante. “Automaticamente, ciò significa avere un solo prodotto a magazzino, con la possibilità di ridurre il payback per coloro che utilizzano l’inverter nelle applicazioni classiche. Rimane il problema di come informare l’opinione pubblica circa il vantaggio di questi sistemi per migliorare, in ultima analisi, la nostra salute. L’energia a disposizione nel mondo è sempre meno, quindi dobbiamo utilizzarla sempre meglio. Abbiamo uno strumento che risponde a questo scopo in modo inequivocabile: bisogna pubblicizzarlo di più.”
I settori più sensibili
Quali sono i settori che si stanno dimostrando più ricettivi alle nuove opportunità del risparmio energetico?
“Negli ultimi tempi, abbiamo notato una notevole sensibilità da parte delle aziende che costruiscono impianti di condizionamento”, afferma Andreoni. “Tipicamente, queste società acquistavano normali motori asincroni, ma da qualche mese stanno richiedendo in misura crescente motori a velocità variabile con inverter. La quota di questi sistemi ha ormai raggiunto circa il 20%, probabilmente anche per rispondere a una richiesta degli utenti finali. Un altro settore è quello dei costruttori di compressori medio-piccoli, che nell’ultimo anno stanno investendo notevolmente in inverter per il risparmio energetico.” “Molte aziende stanno iniziando a muoversi, ma la maggior parte di esse è ancora alla finestra per capire che cosa succederà”, interviene Beccalli. “Al momento, il principale ostacolo allo sviluppo di questo mercato sembra essere ancora il quadro normativo-legislativo.”