Le sfide per il Life Sciences nell’era post-Covid

Pubblicato il 21 maggio 2021
Roberta Gilardi_CEO di G-Gravity

Convergenza. Il futuro del Life Sciences è racchiuso in questa parola. Ad affermarlo G-Gravity, hub di Innovazione e Centro di competenza focalizzato su diversi settori tra cui l’Healthcare. Forte di un approccio sostenibile, responsabile e inclusivo incentrato sulle persone, la realtà milanese è profondamente convinta che la pandemia abbia ulteriormente evidenziato la necessità di integrare maggiormente le tematiche e le sfide della Salute, della Ricerca e delle Tecnologie.

Come sarà la Salute nel 2030? Nel 2050? Come le tecnologie ci aiuteranno ad accelerare i processi di innovazione senza però escludere dal processo le persone? Come portare livelli adeguati di Cura alla popolazione e al contempo sostenerne il costo? Qual è il “valore” di una popolazione sana, della prevenzione o della gestione preventiva di cronicità? Basta ricordare che le cronicità in Italia assorbono una parte molto consistente della spesa pubblica, si stima che nel 2028, considerata una prevalenza stabile nelle diverse classi di età, la spesa ammonterà a oltre 70 miliardi di euro/anno.

“Oggi emerge chiaramente l’urgenza di convergere e considerare le persone nella loro totalità per sviluppare quelli che noi definiamo “Ecosistemi di Cura” che siano più efficaci e sostenibili. – dichiara Roberta Gilardi, CEO di G-Gravity – La salute non è negoziabile, è un diritto e un elemento fondante della società, caratterizzato da diversi fattori. Ecco perché, oltre alle attività di innovazione rivolte in modo specifico alle imprese, G-Gravity cerca di intercettare altri aspetti in modo “integrato”, attraverso ad esempio una partecipazione attiva ad iniziative di prevenzione, a modelli di “sostenibilità” della salute e di accesso ai servizi in contesto Urbano, instaurando anche un confronto a vari livelli con altre realtà in Europa.”

Creare Ecosistemi di Cura, per G-Gravity, significa riuscire ad interconnettere in un’unica piattaforma innovatori, imprese di vari settori legati alla Salute – dal Pharma al Medtech fino alle Assicurazioni per esempio – startup ed esperti per generare visioni e progettualità all’insegna di un’innovazione stabile e non opportunistica.

Oggi, ma soprattutto domani – nell’era post Covid, il settore del Life Sciences si trova così ad affrontare diverse sfide.

Sostenibilità: non solo come “responsabilità sociale” ma anche quale attenzione concreta al cambiamento climatico e all’ambiente.

Dati: devono essere – insieme alla tecnologia – sempre più parte integrante del “prodotto” e dello sviluppo di “ecosistemi di cura” che coinvolgano attivamente i pazienti e le persone in genere.

Digital therapeutics: terapie digitali per trattamenti personalizzati che impongono nuovi approcci e processi.

Ricerca: mantenere le ricerca di base e investire anche in ambiti poco o nulla è fondamentale per agire e non limitarsi ad osservare da lontano.

Innovazione: non solo il prodotto, ma anche il mindset delle persone della propria azienda deve essere innovato per stimolare l’imprenditorialità e sperimentare.

Per questo settore, il centro di innovazione milanese è già sceso in campo avviando un progetto denominato “Milano Health City” che consiste nella realizzazione di una piattaforma volta a diventare il punto di connessione tra tutti gli attori della Salute – ma non solo – per portare, ove possibile, esempi e pratiche di contesti più avanzati o creare momenti di dialogo e arricchimento reciproco. È in previsione anche l’apertura di nuove sedi nazionali in Umbria e Sud Italia, grazie ai soci e alle loro attività. Ed infine sono ai blocchi di partenza i laboratori – LAB – in logica “multiazienda” aperti anche a partner internazionali volti allo sviluppo.



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