Le professioni digitali che mancano all’Italia
Al Festival Supernova di Talent Garden è emersa la fotografia di un’Italia ancora indietro rispetto all’UE per giovani occupati nel settore digitale (12% contro 16% media UE) e di una formazione universitaria non al passo coi tempi
Cresce la richiesta di nuove professionalità in ambito digitale ma l’Italia non è pronta a soddisfare la domanda anche per via di una formazione universitaria non al passo coi tempi. Il Festival Supernova (Brescia) ideato da Talent Garden, la più grande comunità fisica in Europa per talenti del digitale, registra come le professioni al giorno d’oggi cambiano almeno ogni dieci anni, mentre la formazione universitaria è tarata su cicli di lavoro anche centenari.
“Questa consuetudine ha origine nel mondo universitario italiano ma in realtà le professioni nascono e muoiono molto più in fretta e in altri Paesi l’hanno capito da tempo” afferma Lorenzo Maternini, Vice Presidente di Talent Garden e ideatore di Festival Supernova. “Abbiamo pensato di organizzare il Festival Supernova per spiegare ‘nelle piazze’ come sta cambiando il mondo del lavoro attraverso l’innovazione. La tecnologia sta cambiando il modello lavorativo e oggi anche chi non si occupa di tecnologia viene coinvolto da questo processo. Per le aziende tradizionali è necessario partire da una cultura dell’innovazione per allargare il proprio business ed evitare di ripetere i casi di molte imprese leader a livello globale che sono sparite dal mercato nell’arco di cinque o dieci anni”.
Durante Supernova, che ha trasformato il centro di Brescia in un luogo d’incontro fra innovazione, creatività e welfare con il sostegno delle istituzioni locali (Comune di Brescia, Università degli Studi di Brescia, Associazione Industriale Bresciana, UBI Banca e A2A Smart City), si è parlato ampiamente delle professioni digitali più richieste oggi dal mercato.
Ci sono lo user experience director che gestisce l’esperienza-utente all’interno di spazi complessi (virtuali e fisici), il director of analytics e data analyst, gli esperti nella lettura e analisi dei dati o lo chief technology officer, che seleziona le tecnologie da applicare a prodotti e servizi offerti dall’impresa. In ascesa sono anche lo sviluppatore mobile, che si occupa di applicazioni per smartphone e tablet, il big data architect, che gestisce l’analisi dell’architettura del sistema dei dati e il web analyst, che interpreta i dati e fornisce analisi dettagliate sulle attività sul web. Sempre più ricercati anche il digital copywriter, che gestisce contenuti pubblicitari su piattaforme digitali (siti web, piattaforme e-commerce ecc.), il community manager, addetto alla gestione di una comunità virtuale con i compiti di progettarne la struttura e di coordinarne le attività, e il digital PR, che si occupa delle pubbliche relazioni attraverso i canali online. Le aziende cercano anche digital advertiser, per la gestione di campagne pubblicitarie sul web, e-reputation manager per gestire la reputazione online e SEO e SEM specialist, esperti di tecniche che aiutano le aziende a ottimizzare il posizionamento sui motori di ricerca.
La formazione, è stato ribadito nel corso di Supernova, è affidata al momento soltanto a pochi soggetti privati come la TAG Innovation School di Talent Garden, a qualche università anche pubblica ma fuori dai percorsi curriculari codificati.
Perciò nel nostro Paese sono ancora pochi i giovani occupati nel settore digitale: appena il 12% rispetto al 16% della media europea. Le loro competenze non rispondono alle richieste del mercato. La Commissione Europea calcola che entro il 2020 ci saranno 900.000 posti di lavoro non occupati per mancanza di competenze digitali, più del triplo rispetto ai 275.000 nel 2012. E in Italia, secondo un recente studio di Modis, il 22% delle posizioni aperte in questo ambito non trova candidati all’altezza.
“Le aziende cercano persone esperte nell’analisi dei dati, nello sviluppo di software e nel digital marketing. Secondo la Commissione UE l’Italia la più bassa percentuale di addetti del mondo ICT che hanno almeno una laurea triennale: 32% a fronte delle performance migliori di Spagna (77%) e Belgio (73%), così come gli occupati del settore sono mediamente più vecchi di quasi tutti gli altri Paesi UE” spiega ancora Maternini.
E quali sono le nuove professioni digitali più ambite e meglio pagate? Secondo PayScale, ente che si occupa di analisi sugli stipendi a livello mondiale, le retribuzioni medie più elevate sono quelle del director of analytics, lo user experience director, il sustainability expert, il mobile applications developer e il web analyst, che guadagnano tra i 67.500 e i 124 mila dollari annui.
Contenuti correlati
-
Slow design vs arredamento ‘usa e getta’: premio GammaDonna 2024
Puntano sulle tecnologie verdi, sul biotech, sull’AI, non dimenticandosi di digitalizzare i servizi di caregiving, le imprenditrici innovative salite oggi sul palco della Centrale nella Nuvola Lavazza di Torino per la Finale del Premio GammaDonna che dal 2004 valorizza...
-
CLPA a SPS 2024: ‘One Network. One Solution’
A SPS 2024 di Norimberga (Germania, 12-14 novembre) CLPA (CC-Link Partner Association) mostrerà come CC-Link IE TSN soddisfa il motto ‘One Network. One Solution’. Si basa sul modo in cui la tecnologia consente architetture di rete convergenti...
-
Rapporto Minsait, AI in produzione già nel 67% delle aziende industriali
L’intelligenza artificiale è diventata un potente strumento di trasformazione del settore industriale. In un contesto in cui l’obiettivo è quello di aumentare la produttività e la competitività, il 67% delle aziende industriali sta già utilizzando l’AI e...
-
Madeinadd assume entro il 2025: 10 posizione aperte
Madeinadd, tech company nata come progetto di sistema per supportare l’industria manifatturiera nella transizione verso la produzione additiva nell’ambito dell’importante attività del Fondo Boost Innovation, il corporate venture builder di CDP Venture Capital Sgr per la nascita...
-
Il ruolo cruciale di sensori e strumenti nella IIoT
Nell’ecosistema della Internet of Things Industriale (IIoT), un ruolo di primaria importanza è svolto da sensori e strumenti di misura che, nell’era della digitalizzazione estensiva, producono il vero carburante dell’innovazione e dello sviluppo industriale: le misure, i...
-
Dall’università al mondo del lavoro: come colmare il divario di competenze nella sicurezza informatica
Con l’intensificarsi delle minacce informatiche, la sicurezza del software è diventata una priorità per le aziende. È sorprendente notare che oltre il 70% delle organizzazioni è vittima di un crescente accumulo di debiti di sicurezza, con quasi...
-
Il Vademecum di Anie Automazione per aiutare le imprese nella Transizione 5.0
Per aiutare a cogliere al meglio le opportunità offerte dal sistema di incentivi previsto dal Piano Transizione 5.0, Anie Automazione, associazione aderente a Federazione Anie, ha realizzato il Vademecum Transizione 5.0: una guida attraverso la quale identificare...
-
Tecnologie medicali innovative e telemedicina
Il processo di digitalizzazione spinge e incrementa l’innovazione tecnologica in campo biomedicale. Si fa strada un modello di “ospedale senza muri”, favorito dallo sviluppo di tecnologie abilitanti e dal diffondersi di strumenti e apparecchiature in grado di...
-
Smart building, tutti i vantaggi di un approccio as-a-service
Il concetto di smart building è in continua evoluzione, come sottolinea Francesco Genchi, Managing Director Italy di Johnson Controls. Superando quello dell’integrazione di tecnologie innovative per abbracciare una visione olistica e interdisciplinare, è evidente che l’obiettivo non...
-
Trasformazione digitale del manifatturiero, la suite di Rockwell Automation per i lavoratori connessi
Rockwell Automation ha rilasciato la soluzione Connected Worker di Plex. Queste funzionalità all’avanguardia nel settore sono state sviluppate per aiutare gli utenti a migliorare la produttività, la qualità e la sicurezza nell’area della produzione. Le aziende manifatturiere...