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GENNAIO-FEBBRAIO 2018

AUTOMAZIONE OGGI 403

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TECH BOYS AND GIRLS

AO

Lucilla La Puma

opportunità di creare delle particelle di silicio di piccola taglia con controllo di forma e densità attraverso

un processo semplice apre la possibilità di implementare meta-superfici dielettriche, cioè superfici che

possono essere sedi di campi elettromagnetici, in maniera semplice, economica e su larga scala”. È così

che, da una pubblicazione del CNR, mi viene presentata Monica Bollani, 43 anni, ricercatrice all’Istituto

di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFN-CNR) di Milano, che insieme

al suo gruppo di ricerca e ai colleghi di Marsiglia e Dresda hanno scoperto, con uno studio pubblicato

sulla rivista Science Advances, come manipolare la riflettività del silicio semplicemente variandone la

temperatura. Monica è un’altra delle tante, preparate e appassionate ricercatrici italiane. Donne ambi-

ziose, volitive, e poliedriche, perché spesso anchemamme emogli. Io emio figlio, appassionato di super eroi, le abbiamo scherzosamente

nominate delle super-eroine, ma anche dette, come piace all’editore, ‘Tech girls’. Monica si è laureata nel ’97 a Milano in chimica

con indirizzo chimico-fisico. Nello stesso anno ha iniziato il dottorato europeo tramite un concorso in co-tutela tra l’Università di

Marsiglia e il Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano Bicocca, ottenendo il titolo di PhD europeo nel novem-

bre del 2000. “È lì che mi sono appassionata alla fisica dei materiali: a Marsiglia, ci racconta Monica, mi

occupavo di caratterizzare le superfici di silicio tramite una tecnica di microscopia a trasmissione di

elettroni e loro simulazioni, mentre a Milano studiavo l’aspetto pratico di come funzionalizzare

le stesse superfici per cercare un’applicazione nel campo della sensoristica. Periodo di notti di

misure, di viaggi, scuole e conferenze, e sicuramente anche di molti sub-affitti: nuovi incontri

nel campo della fisica e scienza dei materiali che hanno fatto crescere in me l’entusiasmo e

curiosità per la ricerca e perseguire nella scelta nel non facile mondo accademico”.

A che punto è arrivata inquella ricerca?

“Siamo riusciti a pubblicare i nostri risultati su più

articoli scientifici e un’azienda svizzera ha poi brevettato i nostri prototipi. Personalmente, a

parte la soddisfazione, non sonomai stata un’esperta delle ricadute del mio lavoro di dotto-

rato dal punto di vista economico. E poi ero molto giovane. In vent’anni anche in Italia le cose

sono cambiate e i modi per pubblicizzare i risultati oggi ce ne sono molti di più”.

E dopo Marsiglia?

“C’è stato il periodo di Zurigo, fino al 2003. Lì mi sono dedicata ai semiconduttori

come il silicio e il germanio con applicazioni più nel campo della microelettronica. Da Zurigo, insieme al gruppo in cui

lavoravo, ci siamo spostati a Como, in un nuovo laboratorio Lness: nuovi spazi, nuove strumentazioni e nuove sfide da af-

frontare. Lness (Laboratory for Nanostructure Epitaxy and Spintronics on Silicon) è nato come centro d’eccellenza per la Regione

Lombardia ed è lo stesso centro dove ancora attualmente lavoro. Con i miei colleghi, ma anche ormai amici di vecchia data del Politec-

nico, di Bicocca e del CNR c’è un bello scambio, sia di informazioni sia culturale, che ci arricchisce sia sul piano personale sia nella ricerca.

Pur lottando con un costante problema di risorse economiche, in Lness portiamo avanti attività in cui crediamo valga la pena investire,

provando a trasformare la nostra ricerca in idee vincenti. Per poter fare una buona ricerca sono convinta sia necessario muoversi e con-

frontarsi con altre persone del settore: per questo i viaggi all’estero nonmancano, non solo per congressi omeeting, ma anche per nuove

esperienze lavorative presso altri centri di ricerca. Dal 2007 mi occupo di nano e microfabbricazione utilizzando tecniche litografiche che

lavorano anche alla nano-scala, con applicazioni nel campo della opto-elettronica e sensoristica”. Ma parlando con Bollani, faccio anche

io delle ‘scoperte’. Per esempio, che sarà responsabile delle tre giornate di divulgazione scientifica a Milano per gli eventi ‘Pint of Science

2018’, e che al contempo si sta dedicando a organizzare laboratori scientifici nelle scuole elementari per avvicinare i ragazzi alla scienza.

E poi?

Partecipa da 5 anni al ‘Meet me tonight’, la notte dei ricercatori, è moglie e mamma di Rebecca, Filippo e Irene, e in questo periodo

è alle prese con 2 progetti europei in attesa di finanziamenti. Quando, per scherzare un po’, le chiedo cosa le manca ancora nella sua

vita, lei confessa onestamente di avere ancora l’entusiasmo per superare nuove sfide lavorative. Ma di essere appagata, e che questo

appagamento vince le difficoltà che incontra

ogni giorno nel fare la mamma, la moglie e la

ricercatrice assieme. Secondo Monica la de-

terminazione, l’entusiasmo e la perseveranza

sono la formula vincente per un tipo di lavoro

come il suo, ma anche nella vita. Le chiedo

infine dei suoi sogni ancora nel cassetto e lei

sempre con molta onestà ammette che non

è pronta a dirli.

“L’

Monica Bollani

Laureata a Milano in Chimica, ha ottenuto il titolo di PhD europeo

con menzione ‘trés honarable’. Dopo tre anni di post doc, rientra in

Italia con un concorso a tempo determinato presso Infm. Dal 2009

è ricercatrice al CNR presso l’istituto di fotonica e nanotecnologie.