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MAGGIO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 390

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in tre categorie: in relazione al dispositivo, alla rete, al processo. In tutti i casi il messaggio

di errore generato dovrebbe essere standard. In tal modo, l’informazione di diagnostica

potrà venire estratta indipendentemente dal tool in uso. Si potrà dunque utilizzare il

sistema di engineering stesso o un apposito tool di diagnostica, anche tramite un sem-

plice browser web. Idealmente, il protocollo Industrial Ethernet supporta l’utilizzo di tutte

queste tipologie di errore e tool”.

Il documento Profinet suggerisce inoltre di fare attenzione ai sistemi proprietari. Se il

modo in cui i dati vengono trasportati sulla rete è pre-determinato nelle specifiche del

protocollo, allora si può essere sicuri che la transizione andrà liscia. Questo concetto è

noto come ‘concetto di proxy’. La transizione di una rete da un fieldbus a Industrial Ether-

net non può avvenire in una notte. Ma, mano a mano che si procede nel cambiamento, le

reti dovranno per forza essere portate a un livello Industrial Ethernet superiore. Rendere

l’integrazione il più trasparente possibile, ridurrà i ‘mal di testa’ collegati a questo pro-

cesso. Quando state ingegnerizzando una soluzione Industrial Ethernet, pensate anche

alla scalabilità, in ottica futura. Queste soluzioni dovranno infatti essere in grado di in-

corporare gli apparati di safety, gestione energetica, motion control, consentire l’integra-

zione di macchine e garantire la ridondanza. Parlando di ingegnerizzazione di sistema,

Wilcox dà un certo numero di suggerimenti. Prima di tutto, occorre avere chiari i requisiti

dei dati, le caratteristiche della comunicazione e il tipo di traffico. Per i costruttori di mac-

chine (OEM) è importante poi conoscere le esigenze del cliente finale, in modo da colle-

gare la soluzione Ethernet ai suoi sistemi. È inoltre consigliato implementare tecnologie

standard e seguire i modelli e le architetture di riferimento. Oltre a ciò, è utile definire

zone e segmentazioni di rete, quindi posizionare i dispositivi che fanno parte dei sistemi

di automazione industriale e controllo, i server e altri dispositivi finali di comunicazione

all’interno della topologia logica della rete in base alla loro posizione, funzione, dispo-

nibilità e ai requisiti prestazionali. I costruttori devono prestare poi molta attenzione al

livello fisico della rete, utilizzando switch industriali gestiti che prevedano protezione del

loop, resilienza, segmentazione, prioritizzazione, sincronizzazione temporale, gestione

multicast, sicurezza e diagnostica. Dopo questo, si può procedere al cablaggio fisico della

rete e alla mitigazione dei rumori EMI in relazione alle condizioni e ai requisiti dell’im-

pianto. Si consiglia anche di aumentare il controllo e la disponibilità dei dati informativi;

implementare una topologia di rete con ridondanza di percorsi, come per esempio un

anello o una stella ridondante; di usare un protocollo di resilienza per impedire i loop a

livello 2, garantendo al contempo tempi di convergenza della rete rapidi. Questi accorgi-

menti hanno tutti un impatto sulla velocità con cui la rete si riprenderà in caso di rotture,

il che si rifletterà sul timeout delle applicazioni e sugli shutdown del sistema.

Ethernet è una tecnologia solida per applicazioni industriali. Ne sono un convinto soste-

nitore da oltre dieci anni. Se non avete ancora provato a progettare macchine utilizzando

Ethernet, è ormai tempo di farlo. Benvenuti nel futuro!

utilizzo di Ethernet è in continuo aumento

sia applicato all’interno delle macchine,

sia per la connessione di queste ultime

a svariati sistemi dell’impianto. I forni-

tori di tecnologia danno molti consigli e

suggerimenti ai progettisti per realizzare

le migliori implementazioni possibili. Re-

centemente ne ho ricevuti alcuni: unomi è

stato inviato da Rockwell Automation, con

le considerazioni di Gregory Wilcox, global

business manager; un altro dall’organizza-

zione Profinet presente in USA.

La prima ragione che ha spinto molti ad

adottare un sistema bus, fosse esso Pro-

fibus o Devicenet, consisteva nella pro-

messa di risparmiare tempo e denaro.

Cablare con estrema difficoltà ogni sin-

golo punto I/O, passando attraverso un

terminal block di sistema, per arrivare fino

al PLC implica infatti perdite di tempo,

alta probabilità di fare errori e dispendio

di denaro. Se invece si ha un solo cavo

(bus) che collega tutti gli I/O in campo e il

controllore, i costi si abbassano così come

i tempi di cablaggio, mentre aumenta la

flessibilità. Come il white paper di Profinet

mette però in evidenza: “Andando avanti,

abbiamo capito che il risparmio vero è ge-

nerato dalla riduzione dei downtime come

conseguenza di una diagnostica integrata.

Davvero i costi diminuiscono dall’inizio,

grazie alla riduzione dell’hardware, ma

quando un impianto si blocca, la perdita in

produzione genera costi ben maggiori. La

diagnostica viene generalmente suddivisa

L’

AUTOMAZIONE USA

AO

Ingegnerizzare

Ethernet sulle macchine

Gary Mintchell

@garymintchell

,

gary@TheManufacturingConnection.com,

consulente ed esperto di tecnologia, fondatore e responsabile di

TheManufacturing Con-

nection

( www.TheManufacturingConnection.com )

,puoiseguirlosuTwitter@garymintchell