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Fieldbus & Networks

Parafrasando il famoso adagio… in questo caso, però, il ‘re’ è il ‘main-

frame’, la cui filosofia rivive oggi nell’approccio cloud (grazie alla ‘banda

larga’ che ci promettono arriverà presto anche da noi…).

Sempre più spesso sentiamo dire che il cloud computing sarà la via da per-

seguire per massimizzare efficienza, scalabilità ed economicità, non solo

per le tipiche attività dell’ITC aziendale, ma anche per l’implementazione e la gestione

dei sistemi embedded tipici dell’automazione industriale, grazie a una virtualizzazione

dei servizi e delle infrastrutture. Un’analisi più attenta mostra però che, nonostante

tutto, i servizi cloud non sono comunque ancora ‘decollati’, almeno per quanto riguarda

il mondo dell’automazione industriale. E forse uno dei motivi è che l’approccio cloud

ricorda molto da vicino il paradigma computazionale in voga negli anni ’60 e ’70 e

appartenente quindi alla ‘preistoria’ dell’informatica (viste le dinamiche temporali che

la caratterizzano), ovvero quando regnavano i dinosauri… cioè i mainframe. Infatti, a

pensarci bene, i servizi cloud ricordano molto da vicino il modello computazionale cen-

tralizzato incarnato dai mainframe del passato, quando il computer non era ‘personal’,

ma gestito da un ente terzo e reso disponibile a una platea di più utenti. Nonostante

le differenze, tutti e due gli approcci spostano la potenza di calcolo disponibile e la

gestione dell’infrastruttura di supporto lontano dal controllo dell’utente finale. D’altro

canto, è anche vero che alla base della diffusione dell’approccio ‘personal’, vi sono

state le esigenze aziendali di gestire internamente le risorse e di non condividere dati e

informazioni tra più business unit. Forse è proprio questa contrapposizione a motivare la

diffidenza, che comunque permane, verso i sistemi cloud ed è in qualche modo ironico

notare che, per esempio, Microsoft, che ha costruito la sua fortuna grazie all’avvento

e alla diffusione dei personal computer, sia oggi anche uno dei principali promotori

dell’approccio cloud. Qualcuno dissentirà da questa visione, ma a mio avviso muoversi

verso il cloud è un po’ come fare un salto nel passato. Probabilmente, i modelli compu-

tazionali seguono le stesse regole della moda: così come oggi vediamo rinascere abiti

con colori e forme tipici degli anni ’60, stiamo o vedremo a breve rinascere l’era dei

mainframe… e, coincidenza, sono anch’essi databili agli anni ’60, con l’avvento dei

sistemi IBM/360! Ed è anche vero che, così come il modo di confezionare gli abiti è cam-

biato in questi decenni, con nuovi materiali a disposizione, anche la potenza di calcolo,

le reti e l’affidabilità dei sistemi computazionali odierna è molto differente da quella

del passato. In conclusione, la proverbiale domanda ‘da un milione di euro’, alla quale

cui solo le leggi del mercato daranno risposta, è: che cosa vuole davvero il mondo delle

aziende e, nello specifico, quello dell’automazione industriale? Si andrà davvero verso

modelli centralizzati, che sposteranno all’esterno del perimetro aziendale le risorse ITC,

o viceversa si cercheranno nuovi e più performanti approcci distribuiti rispetto a quelli

che oggi possediamo? È il caso di dire: ‘ai posteri l’ardua sentenza’…

Emiliano Sisinni

Il re è morto…

Viva il re!

SETTEMBRE 2015

Fieldbus & Networks

Editoriale

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L’editoriale è a cura dei membri dei Comitati Tecnici di Fieldbus & Networks e Automazione Oggi