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CONTROLLO
primo piano
Novembre/Dicembre 2013
Automazione e Strumentazione
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fronte ai cambiamenti del mercato,
alla variabilità dei costi, all’affidabi-
lità del personale; il tutto con l’obiet-
tivo di massimizzare il valore della
produzione.
Lyden considera poi gli operatore di
Control room, che si confronta tutti
i giorni con la sfida del possibile
errore umano, che pesa fino al 40%
nelle situazioni anomale dell’indu-
stria di processo e dipende in modo
rilevante da fattori conoscitivi e di
semplicità di gestione per impianti
che, negli ultimi decenni sono cre-
sciuti in complessità.
Per quanto riguarda l’engineering, c’è da con-
siderare la grande varietà dei sistemi e la sfida
delle tempistiche, che può essere molto facili-
tata da una semplicità e disponibilità dei tool di
progettazione, configurazione e aggiornamento.
La varietà di modelli e strumenti gioca un ruolo
importante anche nell’ambito della manuten-
zione, dove è essenziale cogliere rapidamente
quali sono le informazioni rilevanti sulle quali
intervenire.
Infine, c’è il discorso della
sicurezza
, dove la
trentennale esperienza di
Triconex
è ormai per
Invensys un punto di forza stabile. Le risposte
alle esigenze di Safety e Security sono ben evi-
denziate da
Steve J. Elliott
, Product Director di
Triconex, che sottolinea gli elementi di novità di
questo lancio. Anzitutto l’integrazione dei sistemi
di sicurezza Triconex nel sistema Evo. “Abbiamo
fornito dei moduli per la connessione diretta del
nostro sistema di sicurezza con la nuova rete di
controllo: ciò significa che tutti i tool del sistema
ingegneristico diventano i nodi di una rete attra-
verso i quali possono fluire tutti i dati informa-
tivi. Questa integrazione avviene sia secondo
un approccio software sia secondo quello har-
dware, per tener conto delle preoccupazioni delle
aziende che non possono permettersi sospensioni
nell’attività degli impianti”.
Elliott indica le principali esigenze delle aziende
relativamente alla sicurezza: sono il problema
delle normative e degli standard e del loro conti-
nuo aggiornamento nel tempo; poi c’è il problema
della visibilità delle performance di sicurezza
soprattutto in un contesto di collaborazione tra
aziende e di moltiplicazione delle partnership che
richiede però una maggior confidenza e garanzie
reciproche; infine c’è il tema dell’opinione pub-
blica, sempre più sensibile al tema della sicurezza
(anche perché incidenti continuano ad accadere).
“Le soluzioni messe a punto da Triconex per
Evo rispondono a queste necessità; e si spingono
ancor più avanti, nella prospettiva di utilizzare
più estesamente i dati di impianto per elaborare
analisi in grado di attuare una reale manutenzione
predittiva e di anticipare il più possibile la dia-
gnosi di malfunzionamenti e rischi”.
L’infrastruttura adatta per un efficace
Enterprise Control System
Ciò che consente a Foxboro Evo di rispondere
adeguatamente alle richieste delle industrie di
processo, oltre a una serie di miglioramenti tec-
nologici sul versante della velocità e della affi-
dabilità dei componenti, è il
quadro unitario e
integrato
che così si viene a configurare . “La
nostra proposta – continua Lyden - viene incon-
tro alle esigenze di controllo a livello enterprise e
accompagna la nuova visione delle aziende, che
non è più centrata sui processi ma va verso una
ottimizzazione della business performance all’in-
terno di una continua attenzione alla sicurezza
delle operazioni. In questa ottica, devo dire che
Evo contiene l’infrastruttura fondamentale neces-
saria per costruire il più generale sistema InFu-
sion; direi che Evo è l’equivalente di un
DCS
Il nuovo controller FCP 280
Componente di punta del sistema Foxboro Evo è il nuovo
controller ad alta velocità FCP
280
, pensato per rispondere a una serie di esigenze degli impianti di ogni tipo, in particolare alla necessità di
gestire una gran quantità di dati provenienti dalle apparecchiature intelligenti e di integrare un numero crescente di
dispositivi e strumenti; il tutto, naturalmente, con la preoccupazione di minimizzare i costi, semplificando l’architet-
tura del sistema e ottimizzando le connessioni.
Il nuovo FCP 280 si presenta con queste specifiche, potenziate rispetto
al precedente modello FCP 270: un processore ARM a 32 bit; velocità
del clock di 500 MHz (contro i 100 del FCP 270); potenza 8.5 W;
memoria Flash da 128 MB (contro i precedenti 32); numero di bloc-
chi equivalenti raddoppiato, da 4000 a 8000; 200 connessioni IPC
(contro le 100); 4 fieldbus indipendenti (era solo uno nel FCP 270);
un’infrastruttura di rete che prevede sia fibre ottiche che cavi in rame,
mentre prima era possibile solo l’opzione della fibra ottica.
Per quanto riguarda il software, c’è una ampia libreria di blocchi fun-
zione, con oltre 80 tipi di blocchi. I blocchi funzione ad alta velocità nei
moduli I/O comprendono: moduli Fieldbus (FBM) con logica ladder a
20 ms; algoritmi di controllo PID adattativi (PIDA) che danno risposte veloci in real time per loop ad alta velocità;
blocchi MDact (Motor Driven Actuator) per il controllo a ciclo chiuso di valvole a motore e dispositivi simili.
Anche la suite per l’engineering ha potenziato gli aspetti di praticità e facilità d’uso: i tool di configurazione sono
chiari e consentono di risolvere in tempi brevi le situazioni più complesse.
Infine c’è la piena
compatibilità
col precedente sistema I/A Series: gli attuali utenti DCS di Foxboro
I/A Series possono passare al sistema Foxboro Evo con tempi d’inattività minimi o nulli, a seconda della versione
attualmente utilizzata. Gli utenti dei sistemi concorrenti di automazione di processo, i cui collegamenti sono ancora
in funzione, possono passare a Foxboro Evo senza smantellare e sostituire l’infrastruttura, riducendo significativa-
mente i costi e i tempi di fermo, proprio come erano in grado di fare con il sistema I/A Series.
L’immissione sul mercato della prima release del controllore FCP 280 è programmata per il dicembre 2013.
Confronto tra FCP280 e i controllori
della precedente generazione FCP270
Steve J. Elliott,
Product Director di Triconex
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