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ALIMENTARE

applicazioni

Automazione e Strumentazione

n

Novembre/Dicembre 2015

61

macchina (distributore, coclea, torrette). Il sistema

di visione, i servoazionamenti, ma anche gli I/O

nonché tutti gli altri componenti di terze parti sono

collegati a un

machine controller NJ Omron

,

vero cervello pensante dell’applicazione. La possi-

bilità di convergere su un’unica CPU attraverso un

semplice collegamento EtherCAT ha consentito di

snellire il cablaggio e la programmazione di tutti i

componenti, con un evidente vantaggio in termini

di razionalità e tempi di sviluppo. “Se prima occor-

reva montare il PLC, uscire con dei fili e degli start/

stop analogici, ora si tratta di inserire un insieme

di componenti nel quadro e con un semplice cavo

Ethernet metterli in collegamento”, fa notare Luca

Noro. “Nel complesso”, aggiunge il responsabile

Nortan, “un’architettura di questo tipo può ridurre

del 30% i tempi di realizzazione della parte di

gestione del motion e della programmazione”. Col-

legandosi alla CPU l’utilizzatore ha fisicamente in

mano tutti gli oggetti Omron collegati al machine

controller e può dunque programmare tutti i com-

ponenti da un unico punto.

Nessun intervento in macchina

L’innesto della tecnologia Omron, e in modo parti-

colare del machine controller NJ, si è rivelato deci-

sivo anche per il calcolo degli anticipi necessari

per gestire le movimentazioni pneumatiche che

regolano la distribuzione della capsula. Per arrivare

a una centratura precisa della capsula sulla botti-

glia la macchina compie una vera e propria lavo-

razione al volo, nella quale

i tempi di apertura

e di chiusura delle valvole sono perfettamente

sincronizzati in funzione della velocità

. Ciò è

reso possibile dall’elevata velocità dei compo-

nenti impiegati: Omron NJ riesce a gestire motori,

logica, ingressi e uscite in un tempo di circa 0,8

millisecondi. La parte di visione, basata come detto

su un sistema a tre telecamere Omron FH collegate

a un’unica CPU, esegue un ciclo di acquisizione e

calcolo delle immagini di circa

7 millisecondi per

fotogramma.

Ogni bottiglia, in pratica, compie un

giro completo davanti al sistema di visione in 0,4

secondi.

Se si escludono le operazioni di normale

manutenzione, gli interventi in macchina sono

stati praticamente azzerati.

Qualsiasi regola-

zione, sia dal punto di vista degli azionamenti sia

per ciò che riguarda i sistemi di visione, può essere

effettuata richiamando una ricetta da touch screen.

In questo modo, sottolinea Nortan, il cliente finale

può disporre di un sistema nettamente più flessibile

rispetto ai tradizionali lettori di tacca: “In passato

l’operatore era obbligato a recarsi fisicamente sulla

macchina, spostare i supporti con i sensori e rego-

lare fisicamente le altezze e i singoli posiziona-

menti. Il tutto ripetuto per N volte quante erano le

teste della macchina. Ora invece è tutto gestito dal

sistema di visione: è sufficiente premere un tasto

sul pannello di controllo per modificare, in auto-

matico, la scena di ricerca”.

Meno trasmissioni meccaniche uguale

meno usura

La riduzione della complessità è evidente anche

nella parte di motion.

L’impiego dei servoazio-

namenti Omron ha consentito di eliminare tut-

te quelle trasmissioni meccaniche che in passa-

to condizionavano i tempi e i costi di sviluppo.

Il tutto si traduce in un’assenza

di giochi meccanici e dunque di

usura.

Sul piano delle istruzioni, Nor-

tan e Omron hanno lavorato a

quattro mani per ridurre il nu-

mero di parametri necessari per

la messa a punto della macchina

(fine tuning).

Snellita, nel complesso, anche

tutta la parte di programma-

zione. Il tecnico programma-

tore non è obbligato a dedicarsi

in modo specifico sui singoli

software delle varie unità (PLC, servo, visione)

ma può salvare tutte le configurazioni in un unico

file. L’integrazione del

linguaggio C in aggiunta

alla tradizionale programmazione ladder

con-

sente inoltre di ottimizzare la parte di calcolo.

“L’elettronica e la meccatronica Omron hanno

rivoluzionato il nostro modo di lavorare”, conclude

Luca Noro. “Rispetto ai primi modelli interamente

meccanici, le macchine attuali sono estremamente

più veloci e interamente parametrizzabili. I nostri

clienti, dunque, possono ora gestire un cambio

formato - da una bottiglia all’altra o da una cap-

sula all’altra - nella massima semplicità: basta un

comando dal pannello di controllo per avviare una

nuova ricerca da parte del sistema di visione. È un

concetto profondamente diverso di automazione

che permette di ripensare la macchina e di valoriz-

zare tutta la parte meccanica, arrivando a risultati

prima impensabili”.

n

La linea di imbottigliamento

comprende tre stazioni rotanti con

decine di azionamenti ed è in grado

di lavorare a un regime di 4.000

bottiglie l’ora

Il sistema di visione è basato

telecamere Omron FH che rilevano

la posizione della bottiglia, della

capsula e centrano il logo