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Automazione e Strumentazione

Ottobre 2016

DIZIONARIO

approfondimenti

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Tipi di interblocco

Esistono diversi sistemi per effettuare il blocco

in sicurezza. Il più comune consiste in un

sole-

noide

, eventualmente sostituito da un

piston-

cino pneumatico

per applicazioni in zone a

rischio di esplosione, che blocca l’azionatore

inserito nell’interblocco. Oggi i dispositivi

elettromeccanici stanno lasciando il posto alla

tecnologia RFID e a sistemi di blocco elettro-

magnetico o con attuatore bistabile.

Esistono due famiglie di interblocco bloccabile

in base al compito che devono svolgere. Per

la

protezione delle persone

, ovvero per man-

tenere il riparo bloccato fino al cessare delle

situazioni pericolose all’interno della macchina

(inerzie meccaniche, termiche, smaltimento

fumi nocivi, carichi sospesi ecc.) vengono uti-

lizzati dispositivi con principio di funziona-

mento a

corrente di riposo

. In base a questo

principio, in mancanza di comando il disposi-

tivo rimane bloccato in modo che, in caso di

caduta dell’alimentazione, sia garantita l’inco-

lumità degli operatori.

Per la

protezione di macchine e impianti

a

tutela del ciclo produttivo possono essere usati

dispositivi a

corrente di lavoro

.

In caso di

mancanza di energia elettrica il dispositivo

si sblocca e consente l’apertura del riparo.

Questo tipo di di interblocco è utilizzato per

impedire l’apertura involontaria di un riparo

con conseguente arresto istantaneo del ciclo

produttivo.

Anche con l’avvento delle più recenti solu-

zioni tecnologiche la funzione di blocco viene

garantita da un sistema meccanico opportuna-

mente dimensionato in relazione al peso del

riparo, alla posizione del blocco e alle forze

dinamiche. In tale contesto la norma

EN ISO

14119

fornisce precise indicazioni sulla scelta

dell’interblocco bloccabile e del suo posizio-

namento.

Se, da una parte, il blocco dei ripari genera

condizioni sicure, di contro, in caso di accessi

alle zone pericolose (palettizzatori, isole

robotizzate ecc.) si può correre il rischio di

essere chiusi e bloccati all’interno della zona

di azione della macchina. Per questo motivo,

in queste situazioni, il dispositivo di blocco

deve prevedere un azionamento interno per lo

sblocco di fuga incondizionato.