Automazione e Strumentazione
Giugno/Luglio 2016
PROCESSO
primo piano
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quante iniziative abbiamo già messo in atto
attraverso la fondamentale collaborazione con
AIS
, presieduta dall’attivissimo Claudio Mon-
tresor di Tecnimont. In particolare tengo a
segnalare che nel 2017 supporteremo la quarta
edizione di
ISA Conference and Exhibition
2017
. Si svolgerà a Bergamo, e sarà il primo
evento storico del genere in Italia.
Qual è lo stato di salute di ISA Italy?
Dopo avere passato oggettivamente dei momenti
difficili, stiamo riprendendo quota. Ora abbiamo
molte idee e programmi concreti, consideriamo
fondamentale colmare il gap generazionale e
interpretare il futuro con intelligenza sociale.
Non dobbiamo avere né remore né timidezze a
farci supportare da chi condivide gli stessi nostri
obiettivi di diffusione della cultura e della forma-
zione, dell’istruzione e della formazione, della
produttività e della sostenibilità.
Qual è invece lo stato di salute del comparto
della strumentazione nel nostro Paese?
Si soffre ancora ma se ci riorganizziamo e ci ripro-
poniamo meglio a livello globale non abbiamo
davvero rivali. Misurare, analizzare, controllare
sono alla base della miglior efficienza di ogni pro-
cesso industriale. Se dobbiamo salvare il pianeta
dobbiamo ottimizzare l’energia che utilizziamo e
per farlo tutto parte dal misurarla con precisione.
Possiamo entrare un po’ più nello specifico?
Dobbiamo sforzarci di pensare in modo diverso
e puntare al
microglobale
e
glolocale
. Nel
nostro Paese esistono più di 3 milioni di aziende
con meno di 10 dipendenti, siamo un feno-
meno unico di creatività. Si tratta di un dato
di fatto che viene universalmente riconosciuto
nel campo della moda, del mobile, del cibo. A
livello di tecnologia questo non avviene ancora,
ma con Expo 2015 abbiamo capito che è pos-
sibile aumentare la visibilità e credibilità del
nostro Paese nel mondo. Nelle nostre intenzioni
ISA E&C 2017 dovrà essere l’embrione di que-
sto cambiamento epocale.
Mi permetta una domanda forse un po’ provo-
catoria… Nell’era di Internet le associazioni di
settore hanno ancora motivo di esistere?
Certamente! Ora più che mai.
Internet è uno
strumento addizionale
, non un sostituto dell’es-
sere umano. Ricordo quando andavo in bicicletta
all’ufficio Postale Centrale di Milano per inviare
dei telex in Germania ed evitare il ritardo che
avrebbe comportato una comunicazione via posta.
Ricordo il passaggio al fax, l’introduzione del tele-
fono cellulare, della posta elettronica… Di recente
assistiamo all’utilizzo massiccio di What’s up,
LinkedIn, Facebook, Skype e le videoconferenze,
ma nulla potrà mai sostituire la relazione umana, la
presenza fisica, la sinergia e la risonanza che nasce
dall’incontro fisico di due o più persone nello
stesso luogo. L’ associazione è stata e rimarrà sem-
pre il centro focale, dovrà ammodernarsi, seguire il
modificarsi delle abitudini, utilizzare le stesse tec-
nologie che rappresenta, spiegando i pro e i contro
attraverso corsi sulla cyber security e IoT… Ogni
nuovo mezzo rappresenta un’opportunità per chi
desidera migliorare e, ahimé, anche un’occasione
per chi desidera peggiorare… A noi spettano il
compito il compito e la missione di formare e
informare per eliminare i timori e le paure.
Che rapporto ha ISA Italy con i giovani, quali
strade si aprono a un giovane che intenda occu-
parsi di strumentazione?
Dal 13 al 17 di questo mese si terrà in Tecni-
mont un corso generale di strumentazione e altri
ne seguiranno. Il calendario di questi eventi è
consultabile sul nostro sito
(www.aisisa.it). I
nostri vicini di sede, che sono il liceo scienti-
fico Donatelli-Pascal attraverso la professoressa
Trabucchi, e il Politecnico di Milano attraverso
il professor Malavasi, sono solo due esempi di
come sia possibile creare un ponte e sviluppare
sinergie tra scuola e lavoro, sempre e comunque
attraverso esseri umani, emozionati, motivati
e illuminati da una voglia di fare e di crederci
nonostante i mille ostacoli che ogni giorno si
presentano sul nostro sentiero.
Presidente, ci tolga una curiosità, che cosa l’ha
portata a occuparsi di strumentazione? È una
passione che aveva sin da piccolo o è maturata
con il tempo?
Sin da piccino sono stato attratto e incuriosito da
tutto quel che accadeva attorno a me, osservavo
sia mia madre in cucina sia mio padre in ufficio
o in laboratorio alle prese con strani marchinge-
gni. Volevo capire come funzionavano e avrei
voluto tanto poter disporre di mezzi come Goo-
gle e Focus per scoprirlo più velocemente, ma di
sicuro la loro mancanza mi ha stimolato ancora
di più ad aprire quegli oggetti per capire ‘come
funzionavano’. Altra fonte d’ispirazione sono
stati i miei due fratelli maggiori: osservando i
loro esperimenti ed errori ho potuto accelerare il
mio apprendimento. Sergio che parlava con l’a-
mico del palazzo di fronte utilizzando barattoli
di yogurt e filo da pesca, Marco che rovistando
dai vari ‘strascé’ di periferia è riuscito prima a
costruirsi un go-kart e poi passare a strutture
geodetiche telate e motore da motoslitta e volare
con l’ultraleggero ‘poppy’.