GIUGNO-LUGLIO 2017
AUTOMAZIONE OGGI 399
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cali adattate alle locali esigenze. Non
abbiamo confini, sia si tratti di problemi
produttivi, sia di esigenze di storage o
di movimentazione”. “Il nostro impe-
gno in R&S è concentrato nella crea-
zione di componenti ‘visionari’ dove il
massimo della usabilità si coniuga con
il top della tecnologia.
Questo consente di offrire ai nostri
clienti e partner le soluzioni più smart
ottenibili sul mercato a totale benefi-
cio della produttività. Inoltre vantiamo
le professionalità più elevate per poter
offrire al mercato soluzioni uniche ba-
sate sull’eccellenza dei componenti.
In sostanza cerchiamo di rapportarci
proattivamente alla sempre più inci-
piente rivoluzione industriale grazie
all’analisi, alla capacità, all’esperienza
e all’eccellenza del nostro prodotto”
sottolinea Carnino.
Relativamente alle competenze Carnino
lascia la parola a Marco Taisch, profes-
sore ordinario al Politecnico di Milano,
Dipartimento di Ingegneria Gestionale,
dove insegna Advanced and Sustaina-
ble Manufacturing, che secondo lui ha
spiegato perfettamente la strada da in-
traprendere per riuscire ad arrivare alla
Industry 4.0.
La via italiana
alla Industry 4.0
Anche secondo Taisch si parla sempre
più di Industria 4.0, rivoluzione che vede
una serie di tecnologie mature svilup-
pate lontano dal manifatturiero trovare
applicazione proprio qui nel manifattu-
riero al fine di rendere le fabbriche più
intelligenti ed efficienti: una rivoluzione
tecnologica sì, ma che deve essere, se-
condo Taisch, soprattutto culturale.
“Ormai da parecchio tempo parliamo di
Industria 4.0, ne parliamo sempre di più
sui giornali, nei media, nelle televisioni”
sottolinea Taisch.
“Questa ‘cosa’ che è nata in Germa-
nia nel 2011 è arrivata anche in Italia
recentemente grazie al Piano Nazio-
nale Industria 4.0 che è stato presen-
tato a settembre dello scorso anno e
che trova attuazione nel 2017 attraverso
una serie di misure sostanzialmente di
carattere fiscale.
La ragione è che questa è sicuramente
una rivoluzione tecnologica. È una ri-
voluzione che è basata sul fatto che
una serie di tecnologie, soprattutto di
carattere digitale, è arrivata a matura-
zione. Parliamo dell’Internet delle Cose,
dei Big Data, parliamo del cloud, tutte
tecnologie che, sviluppate in settori
diversi, lontani dal manifatturiero, tro-
vano nel manifatturiero un’applicazione
importante, consentendo alle fabbriche
di diventare sempre più intelligenti,
più connesse e quindi evidentemente
più efficaci.
Se noi in Italia vivessimo questa rivo-
luzione solo ed esclusivamente come
una rivoluzione tecnologica credo che
faremmo un errore. Dobbiamo invece
capire che è una rivoluzione cultu-
rale. Per cogliere appieno la portata di
queste tecnologie dobbiamo investire
sulle competenze.
Dobbiamo capire che le nostre per-
sone, vale a dire chi lavora oggi nelle
imprese, a tutti i livelli, parlo degli
operatori che si trovano nella fabbrica,
nello show floor a controllare le mac-
chine, parlo anche degli operation ma-
nager e delle persone che si trovano a
gestire la supply chain, e quindi le per-
sone che si trovano nel marketing, fino
ad arrivare all’imprenditore, al direttore
generale dell’azienda devono capire
che sono necessarie nuove compe-
tenze basate sostanzialmente sul fatto
che con la sensoristica diffusa e con i
Big Data le decisioni che siamo stati
sempre abituati a prendere in qualche
modo, in condizioni di incertezza, do-
vranno sempre più essere basate sui
dati e sull’informazione. Il dato diventa
una delle ma-
terie prime
se non forse la più importante materia
prima del futuro. E la capacità di gestire
questi dati e di trasformarli in informa-
zioni e di prendere decisioni conte-
stuali, credo, che sia l’unico modo, se
non il più importante in cui dovremmo
interpretare in Italia questa rivoluzione
industriale.
Rivedere le proprie competenze e ca-
pire i dati, credo che sia la corretta via
italiana all’Industria 4.0”. Quindi sì, se In-
dustry 4.0 sarà ed è la tendenza dell’au-
tomazione industriale a integrare nuove
tecnologie produttive per migliorare
le condizioni di lavoro e aumentare la
produttività e la qualità produttiva degli
impianti e di conseguenza dei prodotti,
dobbiamo aspettarci un cambiamento
nelle tecnologie e nelle capacità di dia-
logo tra esse.
Ma anche e soprattutto dobbiamo
aspettarci un cambio di passo e di pro-
filo in coloro i quali sono e saranno
demandati a guidare questa nuova rivo-
luzione industriale. Il concetto quindi è
più immateriale. “Le competenze delle
diverse figure aziendali, a tutti i livelli
dell’impresa, devono necessariamente
evolvere verso un mondo in cui l’a-
spetto ‘fisico’ e tangibile si accompagna
a quello ‘digitale’ e virtuale basato sul
dato. La capacità di leggere, analizzare,
gestire dati e informazioni diventa l’ele-
mento fondante di ogni professionalità
del futuro.
Le decisioni, che una volta potevano es-
sere basate su intuito, devono oggi la-
sciare il posto a razionali e quantitative
analisi di contesto. Per queste ragioni,
quella che stiamo vivendo oggi non è
solo una rivoluzione tecnologica ma
anche e soprattutto culturale” sottoli-
nea Taisch. Del resto non si può parlare
di rivoluzione se non si ha un vero cam-
bio culturale, perché è da lì che le vere
rivoluzioni si sviluppano.
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Interroll
www.interroll.comClaudio Carnino, direttore commerciale
e country speaker di Interroll Italia
Video disponibili su automazione-
plus:
http://automazione-plus.
it/componenti-e-competenze-
lindustry-4-0-di-interroll_91674/
http://automazione-plus.it/industry-4-0-soprattutto-una-rivoluzione-
culturale_91667/