Table of Contents Table of Contents
Previous Page  53 / 134 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 53 / 134 Next Page
Page Background

GIUGNO-LUGLIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 399

53

cali adattate alle locali esigenze. Non

abbiamo confini, sia si tratti di problemi

produttivi, sia di esigenze di storage o

di movimentazione”. “Il nostro impe-

gno in R&S è concentrato nella crea-

zione di componenti ‘visionari’ dove il

massimo della usabilità si coniuga con

il top della tecnologia.

Questo consente di offrire ai nostri

clienti e partner le soluzioni più smart

ottenibili sul mercato a totale benefi-

cio della produttività. Inoltre vantiamo

le professionalità più elevate per poter

offrire al mercato soluzioni uniche ba-

sate sull’eccellenza dei componenti.

In sostanza cerchiamo di rapportarci

proattivamente alla sempre più inci-

piente rivoluzione industriale grazie

all’analisi, alla capacità, all’esperienza

e all’eccellenza del nostro prodotto”

sottolinea Carnino.

Relativamente alle competenze Carnino

lascia la parola a Marco Taisch, profes-

sore ordinario al Politecnico di Milano,

Dipartimento di Ingegneria Gestionale,

dove insegna Advanced and Sustaina-

ble Manufacturing, che secondo lui ha

spiegato perfettamente la strada da in-

traprendere per riuscire ad arrivare alla

Industry 4.0.

La via italiana

alla Industry 4.0

Anche secondo Taisch si parla sempre

più di Industria 4.0, rivoluzione che vede

una serie di tecnologie mature svilup-

pate lontano dal manifatturiero trovare

applicazione proprio qui nel manifattu-

riero al fine di rendere le fabbriche più

intelligenti ed efficienti: una rivoluzione

tecnologica sì, ma che deve essere, se-

condo Taisch, soprattutto culturale.

“Ormai da parecchio tempo parliamo di

Industria 4.0, ne parliamo sempre di più

sui giornali, nei media, nelle televisioni”

sottolinea Taisch.

“Questa ‘cosa’ che è nata in Germa-

nia nel 2011 è arrivata anche in Italia

recentemente grazie al Piano Nazio-

nale Industria 4.0 che è stato presen-

tato a settembre dello scorso anno e

che trova attuazione nel 2017 attraverso

una serie di misure sostanzialmente di

carattere fiscale.

La ragione è che questa è sicuramente

una rivoluzione tecnologica. È una ri-

voluzione che è basata sul fatto che

una serie di tecnologie, soprattutto di

carattere digitale, è arrivata a matura-

zione. Parliamo dell’Internet delle Cose,

dei Big Data, parliamo del cloud, tutte

tecnologie che, sviluppate in settori

diversi, lontani dal manifatturiero, tro-

vano nel manifatturiero un’applicazione

importante, consentendo alle fabbriche

di diventare sempre più intelligenti,

più connesse e quindi evidentemente

più efficaci.

Se noi in Italia vivessimo questa rivo-

luzione solo ed esclusivamente come

una rivoluzione tecnologica credo che

faremmo un errore. Dobbiamo invece

capire che è una rivoluzione cultu-

rale. Per cogliere appieno la portata di

queste tecnologie dobbiamo investire

sulle competenze.

Dobbiamo capire che le nostre per-

sone, vale a dire chi lavora oggi nelle

imprese, a tutti i livelli, parlo degli

operatori che si trovano nella fabbrica,

nello show floor a controllare le mac-

chine, parlo anche degli operation ma-

nager e delle persone che si trovano a

gestire la supply chain, e quindi le per-

sone che si trovano nel marketing, fino

ad arrivare all’imprenditore, al direttore

generale dell’azienda devono capire

che sono necessarie nuove compe-

tenze basate sostanzialmente sul fatto

che con la sensoristica diffusa e con i

Big Data le decisioni che siamo stati

sempre abituati a prendere in qualche

modo, in condizioni di incertezza, do-

vranno sempre più essere basate sui

dati e sull’informazione. Il dato diventa

una delle ma-

terie prime

se non forse la più importante materia

prima del futuro. E la capacità di gestire

questi dati e di trasformarli in informa-

zioni e di prendere decisioni conte-

stuali, credo, che sia l’unico modo, se

non il più importante in cui dovremmo

interpretare in Italia questa rivoluzione

industriale.

Rivedere le proprie competenze e ca-

pire i dati, credo che sia la corretta via

italiana all’Industria 4.0”. Quindi sì, se In-

dustry 4.0 sarà ed è la tendenza dell’au-

tomazione industriale a integrare nuove

tecnologie produttive per migliorare

le condizioni di lavoro e aumentare la

produttività e la qualità produttiva degli

impianti e di conseguenza dei prodotti,

dobbiamo aspettarci un cambiamento

nelle tecnologie e nelle capacità di dia-

logo tra esse.

Ma anche e soprattutto dobbiamo

aspettarci un cambio di passo e di pro-

filo in coloro i quali sono e saranno

demandati a guidare questa nuova rivo-

luzione industriale. Il concetto quindi è

più immateriale. “Le competenze delle

diverse figure aziendali, a tutti i livelli

dell’impresa, devono necessariamente

evolvere verso un mondo in cui l’a-

spetto ‘fisico’ e tangibile si accompagna

a quello ‘digitale’ e virtuale basato sul

dato. La capacità di leggere, analizzare,

gestire dati e informazioni diventa l’ele-

mento fondante di ogni professionalità

del futuro.

Le decisioni, che una volta potevano es-

sere basate su intuito, devono oggi la-

sciare il posto a razionali e quantitative

analisi di contesto. Per queste ragioni,

quella che stiamo vivendo oggi non è

solo una rivoluzione tecnologica ma

anche e soprattutto culturale” sottoli-

nea Taisch. Del resto non si può parlare

di rivoluzione se non si ha un vero cam-

bio culturale, perché è da lì che le vere

rivoluzioni si sviluppano.

Interroll

www.interroll.com

Claudio Carnino, direttore commerciale

e country speaker di Interroll Italia

Video disponibili su automazione-

plus:

http://automazione-plus.

it/componenti-e-competenze-

lindustry-4-0-di-interroll_91674/

http://automazione-plus.it/industry-

4-0-soprattutto-una-rivoluzione-

culturale_91667/