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MAGGIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 398

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TECH BOYS AND GIRLS

AO

Lucilla La Puma

o il piacere di incontrare il dottor Graziano Pernazza dopo una serie di simpatiche coincidenze e conoscenze in

comune. Graziano Pernazza, classe ’74, si è laureato nel ’99 inmedicina e chirurgia e si è poi specializzato in chi-

rurgia generale. Oggi dirige l’Unità operativa del reparto di chirurgia robotica dedicata alla chirurgia generale

all’ospedale SanGiovanni di Roma, realtà d’eccellenza in Italia. “Già durante il periodo della specializzazionemi

ero cominciato a guardare attorno, la situazione qui in Italia per la chirurgia mininvasiva già allora era a mac-

chia di leopardo, si passava da realtà d’eccellenza a realtà molto arretrate. E restare in ambito universitario per

me non era una prospettiva possibile. Oltre che per la medicina ho sempre avuto un’altra grande passione, la

tecnologia, che sinda piccolomi ha portato a sperimentare e inventare. Quindi mi è parso naturale unire lame-

dicina con la tecnologia”. Da queste considerazioni, la decisione di andare all’estero, a Bordeaux, in Francia, per

lavorare gomito a gomito con imassimi esperti della chirurgia laparoscopica. Erano i primi anni del 2000, mi raccontaGraziano, e si eseguivano

i primi delicatissimi interventi a pancreas e fegato. “Per me trovarmi lì ed entrare nell’equipe della sala operatoria con il professor Dulucq, uno

dei massimi esperti della chirurgiamini invasiva, è stato illuminante e si è rivelata la scelta vincente”.

Epoi?

“In Francia conobbi un collega cui

sono legato da profonda amicizia, Andrea Coratti, attuale direttore della Chirurgia di Careggi a Firenze. Mi invitò ad andare a Grosseto, dove il

professor Giulianotti, pioniere della Chirurgia Robotica, dirigeva l’unità di chirurgia generale emini invasiva, sede anche della scuola speciale

di chirurgia robotica fondata dall’Associazione Chirurghi Ospedalieri e oggi riconosciuta a livello internazionale. Io allora ero all’ultimo anno

di specializzazione, accettai di seguirlo a Grosseto e discussi con lui una tesi sulle resezioni gastriche robotiche. Dopo quattro anni trascorsi

a lavorare nella sua equipe, il professor Giulanotti sì trasferì a Chicago, e io a quel punto mi ritrovai a un bivio. Seguirlo o restare a Grosseto?

Mi si aprì anche una terza possibilità, ritornare a Roma. All’ospedale San Giovanni si voleva creare un’importante realtà di chirurgia robotica,

un polo che facesse interventi con continuità. Accettai”.

Da cosadipendono la continuitàe il numerodegli interventi?

“Fondamentalmente

dal numero di robot a disposizione”.

Cosa si intende per chirurgia robotica?

“Contrariamente alla chirurgia tradizionale, cosiddetta ‘a cielo

aperto’, quella robotica è mini invasiva, è un’evoluzione della laparoscopia e accede agli organi interni attraverso piccole incisioni, offrendo

la possibilità di eseguire interventi molto più complessi con grande affidabilità e precisione e questo facilita il recupero post operatorio che

altrimenti sarebbe meno rapido e più debilitante per l’organismo”.

Come funziona un Robot?

“Quando si pensa a un robot si pensa a qualcosa di autonomo. In realtà il robot è una sofisticata piattaforma

tecnologica, un sistema integrato di tecnologie. Il sistema robotico offre al chirurgo una visione tridimensionale, molto definita e ingrandita

durante gli interventi, e ha un sistema di controllo degli strumenti che riproduce lemovenze del polso, consentendo unamaggior precisione,

maggiore agilità e appunto maggior controllo. Grazie a questi dettagli gli interventi di chirurgia robotica stanno aumentando e in futuro

sostituiranno quelli in laparoscopia”.

Quali sono le prossime frontiere?

“Le tecnologie sono in continua evoluzione e la strumentazione è

sempre più sofisticata: ultrasuoni, radiofrequenze, sistemi di integrazione con le immagini. Nel sistema robotico tutto è integrato. Si può

eseguire un’ecografia durante l’intervento e il chirurgo è in grado di vedere in tempo reale alla consolle l’immagine del campo operatorio e

dell’ecografia e quindi guidare al meglio il suo intervento. C’è la possibilità di utilizzare sostanze fluorescenti, che vengono evidenziate con un

raggio laser e che rendono possibile il riconoscimento di alcune strutture anatomiche difficilmente visibili ad occhio nudo, come alcuni vasi

sanguigni, dotti linfatici e linfonodi che drenanogli organi interni. La chirurgia robotica è una commistione tra biologiamolecolare, ingegneria

elettronica, meccanica di precisione e informatica”.

E le sue prossime frontiere?

“Vorrei essere d’aiuto nel percorso formativo per i giovani.

Sono stato fortunato nel mio percorso. Oggi per loro è difficilissimo, per tanti motivi, di ordine economico, amministrativo ma soprattutto

per una grandissima resistenza del tradizionalismo verso l’innovazione”. Mi chiedo se gli sto rubando tempo, e dopo essermi immersa per un

po’ nell’impegnativa realtà del dottor Pernazza, il pensiero delle sue lunghe ore di sala operatoria e delle sue responsabilità, mi fa concludere

che non resti molto spazio per altro, oltre alla famiglia e ai suoi due figli a cui si dedica con altrettanta passione. Invece Graziano mi lascia di

stucco, elencando dettagliatamente i suoi hobby: la bici da corsa che pratica abitualmente, la pittura, l’ascolto dellamusica classica e lo studio

dell’informatica. Arrivederci dottore, e grazie per le vite umane che salva, ogni giorno.

Apropositodi viteumaneperò,maquanti interventi

esegue all’anno?

“Sono tanti, ma preferisco non parlare di numeri. Credo che ogni intervento sia importante per sé, per la vicenda umana

che rappresenta, che non è mai scontata, mai uguale”.

H

Graziano Pernazza

Graziano Pernazza lavora all’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma con il profilo professionale di dirigente me-

dico responsabile, incarico dirigenziale di direttore clinico e funzioni di coordinamento all’Unità Operativa Semplice Dipartimentale

u.o.s.d. Chirurgia Robotica Dedicata alla Chirurgia Generale.