SETTEMBRE 2016
AUTOMAZIONE OGGI 392
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in fabbriche sia distribuiti sul territorio
utilizzino Internet per comunicare stati,
valori, allarmi, trend, dati e informazioni.
E questi sensori e dispositivi dell’Indu-
strial IoT, oltre che a parlarsi tra loro, sono
raggiungibili via Internet dall’uomo, che
ne può leggere valori e stati, comandarli,
accenderli, spegnerli.
I cyber-rischi
Proprio questo fa intravedere quali pos-
sano essere i rischi insiti in questo nuovo
ordine delle cose: per proteggere un
impianto, che probabilmente è già con-
nesso a Internet oggi (anche se, in qual-
che caso, l’utilizzatore nemmeno lo sa) e
se non lo è lo sarà sicuramente domani,
bisogna pensare a proteggersi da cosa o
chi potrebbe causare problemi, inciden-
tali o dolosi che siano, alla fabbrica, alle
persone, all’ambiente.
Ecco perché è necessario rivolgere un
occhio attento alla sicurezza, e non solo
a quella che gli anglosassoni chiamano
safety ma anche alla security. E parlando
di dispositivi computerizzati, reti e con-
nessioni, è necessario quindi valutare
i rischi informatici, che non sono solo
quelli degli hacker o degli attivisti che
vogliono prendere di mira un impianto
per ragioni più o meno chiare.
Come proteggersi?
L’incidente o il danno può essere die-
tro l’angolo: una recente analisi di Sans
(Sans 2016 State of ICS Security Survey)
sullo stato della security dei sistemi
di controllo industriale (ICS, Industrial
Control Systems) indica che il 42% delle
minacce ai sistemi arrivano dall’interno
delle organizzazioni. In questa cifra ri-
entrano quelle intenzionali, i sabotaggi,
che rappresentano oltre il 10% del
totale; quelle non volute (errori degli
operatori dovuti a scarsa competenza
oppure a sistemi di interfacciamento
non chiari), che pesano per oltre il 15%;
o ancora i problemi derivanti da malfun-
zionamenti o da non accurata integra-
zione IT/OT (circa il 10%).
I criteri di protezione del mondo OT pos-
sono essere differenti da quelli dell’IT: per
fare inmodo che Industria 4.0 e Industrial
Internet possano dare i benefici auspicati,
è necessario iniziare a pensare a una ‘Se-
curity by Design’, fin dall’inizio del pro-
getto. Tenendo ben presente che sistemi
e applicazioni già presenti sull’impianto,
da quelli destinati ad avere vita propria
e da non connettere a quelli che invece
si vuol mettere in rete in ottica smart fac-
tory, hanno bisogno di una necessaria
valutazione anche sul piano security.
Abbiamo parlato di sicurezza con Andrea
Natale, marketing manager di Tyco In-
tegrated Fire & Security (
www.tycofs.it),
Francesco Tieghi, responsabile digi-
tal marketing di ServiTecno (
www.
servitecno.it), Cristian Randieri, presi-
dente & CEO di Intellisystem Techno-
logies (
www.intellisystem.it), Emanuele
Temi, product specialist cyber-security
di Phoenix Contact (
www.phoenixcon-
tact.it ), Giancarlo Carlucci, PlantStruXure
offer - product expert & business deve-
lopment di Schneider Electric (
www.
schneider-electric.com ).
Automazione Oggi:
Come valutate la
domanda di sicurezza da parte dei vostri
clienti, aziende utilizzatrici di sistemi di
automazione, controllo e telecontrollo?
Negli ultimi 6-12 mesi avete notato mag-
giore consapevolezza e maggiore atten-
zione al tema da parte del mercato al
quale vi rivolgete?
Andrea Natale:
Il mercato della si-
curezza fisica è ricco di opportunità
e prospettive, basti pensare che per il
prossimo triennio si prevede un trend
di crescita in termini di fatturato pari
a circa il 5%, come riportato dai prin-
cipali studi di settore. Il mercato della
sicurezza è molto dinamico dal punto
di vista del contenuto tecnologico dei
singoli impianti di sicurezza, con una
domanda che richiede soluzioni non
solo a elevate prestazioni, ma anche
scalabili e flessibili nell’utilizzo.
Francesco Tieghi:
Certamente la dif-
fusione capillare del famigerato Crip-
tolocker (e in tono minore in ambiente
industriale anche la notizia dell’annun-
ciato e pericoloso Irongate, del quale
fortunatamente finora non sono state
accertate vittime) ha nell’ultimo anno
innalzato la soglia di attenzione sull’ar-
gomento, e in alcuni casi ha permesso
anche lo stanziamento di fondi per la
protezione da cyber-rischi. Vediamo
maggiore interesse, forse sarebbe me-
glio dire preoccupazione, ma ancora
poca cultura, elemento principale per
combattere la lotta al cyber-rischio in
un periodo storico tecnologico in cui
si va verso una totale integrazione dei
sistemi: spesso troviamo singole figure
all’interno di un’organizzazione in grado
di cogliere problematiche e di intuire il
ROI (o meglio il business impact) di solu-
zioni per la security (quanto costa ogni
minuto di fermo macchina, mancata
produzione, interruzione del servizio o
blocco del sistema?), ma perché un’ar-
chitettura sia sicura è necessario l’in-
teresse del management e la presa di
coscienza di ogni singolo collaboratore,
fornitore o dipendente.
Cristian Randieri:
Confrontando le
nostre esperienze nel campo dell’auto-
mazione con i dati generali ottenuti da
1. Andrea Natale,
Tyco Integrated Fire & Security
2. Cristian Randieri, Intellisystem
Technologies
3. Francesco Tieghi, ServiTecno