GENNAIO-FEBBRAIO 2015
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SETTEM RE 2015
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ternet a banda larga mobile in modo velocissimo. Abbiamo in tasca ciò che ci connette a
tutto, ma anche la porta d’ingresso a tutti i nostri dati, ai nostri averi, ai nostri affetti. Entro il
2025 (e 10 anni non sono tanti) avremo oltre 5 miliardi di persone connesse, 50 miliardi di
oggetti, sensori, connessi tra loro e alla rete. Il traffico dati aumenterà del 40% all’anno e il
50%dei servizi avverrà senza l’intervento umano. È lo scenario che si comporrà da ciò che è
già in atto oggi: la digitalizzazione. L’identità digitale sarà l’asset più prezioso. Già oggi l’IoT
è uno scenario industriale che ha acquisito importanza e ne continua ad acquisire inmodo
crescente. Parliamo spesso di fabbrica digitale, di Industria 4.0, la quarta rivoluzione indu-
striale, l’avvento sempre più massiccio delle smart factory, un concetto non facile da defi-
nire ma che evoca immediatamente il dialogo autonomo tra le tecnologie di produzione
(soft e hardware) e i prodotti stessi. Il tutto reso possibile dalle più avanzate tecnologie di
comunicazione. Il fine ultimo di tutto ciò è rendere sempre più efficaci e vantaggiosi i pro-
cessi produttivi. La progettazione oggi è sempre più integrata nell’automazione di fabbrica
e con i sistemi robotizzati. Le informazioni sono sempre più integrate nel prodotto e sono
essi stessi che informano l’automazione sulla propria fabbricazione. Un nuovo paradigma
che ha come base, sì, l’intelligenza, ma è basato sull’informazione, sulla comunicazione.
Oggi sempre piùmobile. Ma come tutti i sistemi che si evolvono esiste il lato oscuro, che in
questo caso si chiama sicurezza. Pensiamo solo al privato; i malware per PC sono in rapida
decrescita a favore di quelli per il nostro ‘strumento di connessione globale personale’.
Questo perché non abbiamo, ancora, pensato fosse opportuno proteggerci. Solo il 14%
dei possessori di smartphone hanno pensato bene di proteggersi, pur utilizzando l’appa-
recchio per qualsiasi operazione, comprese le transazioni bancarie.
Nel mondo IoT il 70% degli oggetti collegati usano servizi di rete non criptati e il 90% degli
apparecchi collegati alla rete contiene almeno un’informazione sensibile personale.
Ricordo che un hacker gentile scrisse al responsabile IT di una grande azienda, raccon-
tandogli di essere entrato nella rete aziendale e di aver avuto accesso a tutto, ma proprio
tutto. Il varco gli era stato fornito da un iPad acceso, messo in carica e collegato in wi-fi.
Non successe nulla perché l’hacker si era divertito abbastanza soltanto nel comunicare
tutti i danni che avrebbe potuto causare. Ma immaginiamo l’hackeraggio di un sito produt-
tivo, di un servizio di manutenzione in realtà aumentata. Proviamo a pensare ai danni che
un cyber-criminale può causare. Come affrontare tutto questo? Con un veloce cambio di
mentalità, non più compartimenti stagni, ma collaborazione, contaminazione. I produttori
di tecnologie di comunicazione non dovranno più parlare solo con gli operatori, ma do-
vranno dialogare con chi si occupa di robotica all’interno di grandi aziende, a chi progetta
software di produzione, a chi progetta e produce macchine e dovranno coinvolgere gli
operatori perché ripensino la comunicazione in funzione delle necessità della quarta rivo-
luzione industriale. Così potremo decidere se ascoltare ‘It’s only rock & roll (but I like it)’ o
se dobbiamo temere ‘Sympathy for the devil’.
i, mi piace il rock. Veramente ascolto spesso
anche roba più pesante tipo Iron Maiden,
Dropkick Murphys. Soprattutto nelle mie
sessioni mattutine di jogging lento, o pas-
seggiata veloce, quando finalmente riesco
a restare solo con i miei pensieri. Giusto
stamattina pensavo a come è cambiato
radicalmente il modo di fruire musica.
Avevo le cuffie collegate al mio iPod nel
quale ho scaricato nel corso degli anni una
discoteca di tutto rispetto, in parte da CD
miei ma in maggioranza accedendo in rete
a ‘store’ specializzati. A questo punto vi
chiederete “ma perché questo ci deve rac-
contare come ascolta e acquista musica?”
Concordo, non è argomento di interesse
universale ma mi consente di arrivare al
punto. Il cambiamento, la convergenza, la
contaminazione, la sicurezza.
Milioni di persone non usano un apparec-
chio mp3 per ascoltare musica, ma usano
il telefono. Non è nemmeno più corretto
definirlo tale, è più preciso definirlo ‘stru-
mento di connessione globale personale’.
E questo implica che attraverso quell’og-
getto noi siamo collegati non solo con i
nostri contatti per via telefonica, via mail
in mobilità, sms, whatsapp, telegram e via
elencando, ma con il mondo intero via In-
S
Industria 4.0, io
e i Rolling Stones
AO
IL PUNTO
Vitaliano Vitale
Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks
@ChaimBenChaim