AUTOMAZIONE USA
LUGLIO-AGOSTO 2013
AUTOMAZIONE OGGI 365
78
differenti, così gli ingegneri possono scegliere il sistema che meglio si adatta alla spe-
cifica applicazione. Alcuni anni fa, ho avuto una conversazione di stampo ‘filosofico’
con Peter Martin, vice presidente di Invensys Operations Management, riguardo al
tema “Cosa succederebbe se si potessero installare in modo semplice e poco costoso
dei sensori in certe aree critiche dell’impianto? Cosa si potrebbe sapere in più sul reale
stato di funzionamento dell’impianto?” Da allora in poi Invensys iniziò a proporre al
mercato release software progettate per sfruttare i dati direttamente ricavati dagli im-
pianti, così come da qualsiasi altra fonte di informazioni rilevante, inmodo da aiutare i
clienti a prendere decisioni inmodo più consapevole a qualsiasi livello aziendale. Altre
conversazioni con John Berra, poi CEO di Emerson Process Management, e Peter Zor-
nio, chief strategic officer di Emerson Process Management, hanno riguardato quale
tecnologia di tipoWSN (Wireless Sensor Network) avrebbe permesso il concretizzarsi
di queste visioni per ottenere un maggior numero di dati operativi d’impianto utili.
Emerson, insieme ad altri fornitori, decise di seguire lo sviluppo delleWSN basate sulla
soluzione di Hart Communication Foundation, ossia WirelessHart. Altri sostennero la
soluzione proposta dal comitato ISA100 della International Society of Automation
(ISA). Queste tecnologie si stanno oggi rapidamente diffondendo. Ci accorgiamo che
le tecnologie sono mature perché aziende che non sono propriamente fornitrici di
soluzioni di ‘controllo’ offrono questo embedded nei propri prodotti. SKF Group, per
esempio, produttore di cuscinetti e relativi componenti, ha recentemente fatto proprio
questo. Ha rilasciato SKF Insight, un cuscinetto dotato di sensori e di un trasmettitore
WirelessHart embedded. Così, le attività di conditionmonitoring sull’equipaggiamento
in rotazione possono ora davvero fare un salto di qualità. Le tecnologie di base non
potranno mostrare tutte le loro potenzialità finché non vi sarà qualcosa in grado di
fare da tramite e collegarle insieme. Ho recentemente parlato con David Friedman,
uno dei fondatori e CEO di Ayla Networks, un’azienda che si è ultimamente distinta
per aver fatto un paio di annunci interessanti. Penso che quello che stanno facendo
è importante per il mondo dell’industria e della produzione (se non anche per altro).
“Stiamo arrivando al momento in cui Internet farà un nuovo passo avanti” ha detto
Friedman. “Abbiamo costruito una piattaforma che elimina gli ostacoli insiti nella rea-
lizzazione di apparati interconnessi e nella loro commercializzazione. Abbiamo anche
creato un modello di business con partnership chiave, per sviluppare questa visione”.
Questa piattaforma cerca di semplificare e accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti da
parte dei fornitori, aumentandone al contempo l’utilità dal punto di vista dei clienti,
per portare a una maggiore soddisfazione complessiva e abbassare i costi per tutti.
L’efficienza con la quale l’azienda può fornire i propri servizi, inoltre, minimizza il costo
della connettività.
E se le Cose parlassero
davvero?
a situazione si farà
davvero interessante
quando le ‘Cose’ co-
minceranno a par-
larsi. E ad ascoltarsi. E
a rispondersi. Stiamo
discutendo da anni di
‘Cose che parlano’. Ora,
finalmente, le capacità tecnologiche e
le esigenze pratiche stanno iniziando a
convergere per dare vita alla ‘prossima
grande novità’, in grado di migliorare
le attività industriali e la produzione. Si
capisce che la tecnologia è sufficiente-
mente matura perché alcuni fornitori,
che non sono propriamente considerati
fornitori di ‘automazione’, cominciano a
offrire ai clienti prodotti dotati di con-
nettività embedded. So per esempio che
questo è uno degli obiettivi principali di
OPC UA secondo Tom Burke, presidente
di OPC Foundation. Ora bisogna solo uti-
lizzare al meglio la tecnologia. All’inizio
gli scambi fra dispositivi erano limitati
a poche informazioni, come spesso ac-
cade quando una tecnologia è in via di
sviluppo. Siamo partiti da qualcosa che si
chiamava ‘machine-to-machine’ o M2M.
Si trattava più che altro di utilizzare le reti
cellulari quali nuova architettura a banda
larga per applicazioni Scada da remoto.
Ma era solo l’inizio del ‘gioco’. Fu poi la
volta di un’altra tecnologia wireless. Il
wifi (secondo la specifica Ieee 802.11)
divenne onnipresente. Le reti wireless
mesh, basate su Ieee 802.15.4, sono via
via progredite superando la fase caotica
e di stallo nella quale erano finite e si
sono insediate in due standard industriali
emergenti: WirelessHart e ISA100. Tutte
queste tecnologie wireless forniscono
reti di connessione stabili con opzioni
L
Gary Mintchell
,
fondatore e direttore di The Manufacturing Connection
ex fondatore e direttore della rivista Automation World
blogger @