Macchine Utensili, mercato italiano finalmente in ripresa

Pubblicato il 23 aprile 2014

Il Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi Per Produrre ha reso noti i risultati del primo trimestre 2014. Nel periodo considerato, l’indice degli ordini di macchine utensili segna un incremento del 15,2% rispetto al periodo gennaio-marzo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice risulta pari a 152,9, sopra la media di periodo, considerato il 2010 come nuovo anno di riferimento.

Il risultato è stato determinato sia dal positivo riscontro raccolto dai costruttori oltreconfine sia del tanto atteso risveglio del mercato italiano. Sul fronte domestico, infatti, l’indice dei costruttori italiani cresce del 79,3% rispetto al primo trimestre 2013, per un valore assoluto pari a 127,1.

Sul fronte estero, l’indice degli ordini registra un incremento del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, confermando il trend positivo rilevato a partire dall’ultimo trimestre 2013. Il valore assoluto dell’indice, nel periodo gennaio-marzo, raggiunge quota 166,5.

“Dalla rilevazione trimestrale elaborata dal Centro Studi – ha commentato Luigi Galdabini, presidente Ucimu-Sistemi Per Produrre – emerge una generale ripresa della domanda di macchine utensili italiane che risulta però più evidente, in termini di incremento, sul mercato interno”.

“Se infatti – ha continuato Galdabini – il mercato estero, dopo un periodo di stasi, già a partire dalla fine dello scorso anno aveva riavviato gli investimenti in made in Italy di settore, la domanda italiana sembra risvegliarsi ora. Un ottimo segnale, questo, che però va interpretato considerando che l’incremento risulta così deciso anche perché si confronta con un periodo disastroso che speriamo essere alle nostre spalle”.

L’inversione di tendenza della domanda interna dovrebbe altresì trovare beneficio nell’entrata in vigore della Nuova Legge Sabatini che, operativa dal 31 marzo, nella prima finestra di presentazione pratiche, ha raccolto ben 2010 domande di finanziamento, per un valore di investimenti in beni strumentali pari a 655 milioni di euro. “L’attuazione della Nuova Legge Sabatini – così fortemente caldeggiata da Ucimu – stimolerà certamente gli investimenti in beni strumentali ma da sola non è sufficiente per assicurare il rilancio del mercato italiano che per troppo tempo ha sospeso l’attività di acquisizione e sostituzione di macchinari a elevata tecnologia. In questo senso auspichiamo sia finalmente introdotto il sistema di liberalizzazione degli ammortamenti o, almeno, la revisione dei coefficienti oggi fermi al 1988, provvedimento che potrebbe ulteriormente accelerare le decisioni di acquisto da parte degli utilizzatori”.

“Al di là dei provvedimenti specifici per il settore, consapevoli della scarsa disponibilità di risorse, chiediamo alle autorità di governo di perseguire con determinazione gli obiettivi prefissi, a partire da tutta quella attività di sburocratizzazione che libererebbe le imprese di vincoli e zavorre oggi particolarmente penalizzanti per la competitività del sistema produttivo del paese a confronto con i concorrenti stranieri. Con questo penso anzitutto al costo del lavoro, su cui l’esecutivo deve operare in maniera decisa affinché la riduzione del cuneo fiscale possa portare benefici sia alle aziende che ai lavoratori impiegati ma penso, per esempio, anche alla riforma del diritto in materia di protezione dei creditori”.

“Sul fronte estero – ha concluso Galdabini – considerata la grande propensione all’export delle nostre imprese, per lo più di dimensione medio piccola e dunque con poca disponibilità di risorse da destinare in autonomia all’attività di marketing, andrebbero incrementate le iniziative di promozione del made in Italy che, grazie alla collaborazione tra associazioni settoriali e ICE Agenzia, permettono tra l’altro la presentazione dei settori industriali in cui l’Italia eccelle in modo compatto e organico”.



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