Elettrotecnica ed elettronica: male il 2012, spiragli nel 2013

Pubblicato il 1 luglio 2013

Nel corso della propria assemblea annuale, svoltasi a Milano con la partecipazione di Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione Europea e commissario responsabile di Industria e imprenditoria, del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ANIE  – l’associazione che riunisce le imprese italiane che si occupano di Elettrotecnica ed Elettronica – ha reso noti i dati di consuntivo sul 2012 e i tendenziali per l’anno in corso.

I numeri del settore nel 2012 non sono confortanti, ma il 2013 mostra qualche segnale positivo. Il più evidente viene da un’indagine recentemente promossa tra le aziende associate dal Comitato Tecnico Education di ANIE i cui risultati, commentati dal Presidente Anie Claudio Andrea Gemme, indicano che le aziende stesse nel 2013 assumeranno almeno 2mila laureati, tra i quali 1.500 ingegneri, e 2.000 diplomati.

Quanto al bilancio 2012, come emerge dalla relazione del Presidente, contiene molti segni meno. A partire dal fatturato aggregato dei settori del comparto, che ha registrato un -12,1% (63 miliardi di euro, contro i 71 del 2011): “Abbiamo toccato il livello minimo da inizio anni ’90 – ha detto Gemme – facendo un balzo indietro di 25 anni. Ci preoccupa il continuo calo della domanda interna che, per alcune tecnologie è stato drammatico. È il caso, nell’area energia, dei trasformatori e delle stazioni di alta tensione, che hanno visto nel 2012 una flessione del fatturato nazionale rispettivamente del 30% e del 15%”. (In questa notizia tutti i dettagli sui dati 2012).

A livello più generale, nell’ambito della generazione di energia elettrica da fonti tradizionali la caduta è stata vicina al 15%, mentre il fotovoltaico ha registrato un pesante -40%. Un calo del 20% ha riguardato anche i comparti cavi e componenti elettronici.

La debolezza del mercato interno è strutturale e non può essere compensata dall’apertura ai mercati esteri. In effetti, nell’ultimo triennio il ritmo di crescita delle esportazioni nei settori ANIE si è notevolmente ridotto: nel 2012 le esportazioni hanno registrato un riduzione dello 0,6%, ma sono calate del 4,5% nell’area europea.

Tornando alle prospettive, l’Assemblea di ANIE aveva come titolo “Programmiamo la crescita”; e per questo obiettivo è stata individuata una roadmap che Gemme ha sintetizzato, con convinzione, in cinque punti:

– ritornare alla manifattura, supportando gli investimenti in R&S;

– passare dalla SEN (Strategia Energetica Nazionale) al PEN (Piano Energetico Nazionale), con la messa in sicurezza la riqualificazione energetica degli edifici,il revamping degli impianti industriali, la diffusione dello smart meetering;

– definire un piano di trasporti realistico e sostenibile, con il potenziamento delle attivitrà di manutenzione;

– fare filiera per presentarsi sui mercati esteri come Sistema Paese;

– investire sulla formazione professionale, favorendo la staffetta generazionale e lavorando per garantire il trasferimento della cosiddetta “conoscenza tacita” accumulata dalle persone nella loro vita lavorativa e così preziosa per le aziende.

 

Mario Gargantini



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