Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) presentato dal Governo prevede lo stanziamento di 23,89 miliardi di euro per l’innovazione tecnologica del sistema produttivo italiano, con l’intento primario di velocizzare la digitalizzazione dell’intero sistema Paese, condizione indispensabile per un rilancio strutturale.
Il Piano Transizione 4.0, dal valore di circa 14 miliardi di euro, di cui almeno il 10% destinato a incentivare l’acquisto di beni intangibili innovativi come i servizi di cloud computing e big data analytics, ha rafforzato ulteriormente questa visione strategica.
“Eppure” afferma Giuliano Busetto, presidente MindSphere World “andando in giro per le aziende italiane vediamo molto aggiornamento del Parco Macchine ma ancora poca trasformazione digitale strutturale. Per rispondere alle esigenze di rilancio del sistema Paese è necessario un supporto strategico alla transazione digitale e un modello di business innovativo. La pandemia ha dimostrato come i mercati siano molto volatili e come le aziende manifatturiere possano adeguarsi velocemente alle sue dinamiche solo a fronte di una profonda conoscenza degli elementi digitali. Questi consentono infatti alle linee produttive di adattarsi rapidamente alle esigenze emergenti. Si cambia anche modello di business. La piattaforma MindSphere è stata sviluppata da Siemens con l’intento di fornire un sistema operativo cloud e IoT che fosse aperto e accessibile a tutti. L’associazione MindSphere World nasce poi tre o quattro anni fa proprio per creare una community e un ecosistema attorno alla tecnologia, dove partner e player di tutto il mondo manifatturiero, costruttori macchine e software house potessero scambiarsi dati e informazioni”.
Prosegue Busetto: “I vantaggi sono molti, per prima cosa l’avere a disposizione una piattaforma standard sulla quale un grande player come Siemens continuerà a investire. Chi ha creato piattaforme proprietarie deve dedicare tempo e risorse al loro mantenimento, mentre con il sistema operativo aperto Mindsphere è possibile ridurre del 90% i costi. Il rate di successo dei progetti dei soci italiani è poi molto positivo (60%) rispetto a quello rilevato con piattaforme proprie (5%) proprio perché l’ecosistema consente lo scambio di informazioni ed esperienze, un processo di co-creation e innovazione che crea un circolo virtuoso. Nello spazio condiviso dello store, i partner possono inserire le app che hanno creato e metterle al servizio di altri, o utilizzare quelle disponibili per realizzare applicazioni più specifiche. Questo favorisce un’integrazione sempre più verticale. Dalle macchine e linee di produzione i dati vengono elaborati con l’industrial edge, se si vuole un maggiore velocità di analisi, oppure vanno nel cloud per analisi di livello superiore”.
“Oggi non è importante disporre della migliore tecnologia, se poi manca l’ecosistema in grado di sostenerla. La risposta vincente arriva quando si riesce a promuovere una tecnologia sposata alla community” ha aggiunto Andrea Gozzi, segretario generale dell’associazione. “Come è avvenuto in passato per i sistemi cellulari, dove nel tempo si sono definiti due standard vincenti, Apple e Android, e chi vuole sviluppare soluzioni per smartphone deve poter dialogare con l’uno o l’altro mondo, e come sta avvenendo oggi per la smart home, attorno a sistemi come Alexa o Google home ai quali vengono connessi tutti i servizi destinati alla casa connessa e intelligente, anche l’industria necessita di un’unica piattaforma centrale, un ecosistema per l’IoT che consenta lo scambio dati fra player e fornitori di beni diversi”.
La piattaforma MindSphere dedicata all’industria integra IoT, industrial edge, cloud computing e lo sviluppo software con strumenti “low-code”, permettendo l’elaborazione strategica dei dati per trasformarli in servizi, l’utilizzo di un’unica connettività per una moltitudine di macchine e dispositivi provenienti da vendor indipendenti, l’accesso gestionale facilitato attraverso una sola interfaccia e un marketplace dove ogni contributore può vendere i suoi dati e le sue soluzioni digitali. Non solo, il vantaggio di MindSphere World è la creazione di un vero e proprio ecosistema attorno alla piattaforma, che va oltre la definizione di un’architettura tech aperta e i puri accordi commerciali, e crea una community con regole di collaborazione e ingaggio a garanzia di un business competitivo e di qualità.
“In Italia” sostiene Alfredo Mariotti, segretario generale di Fondazione Ucimu “la fabbrica digitale ha avuto e sta avendo un grande impulso, grazie alle misure fiscali e proprio alla disponibilità di soluzioni cloud accessibili alle PMI. La digitalizzazione sta trasformando il mondo della macchina utensile che da mero bene strumentale sta diventando una combinazione di funzioni produttive e servizi basati sui dati estratti grazie al digitale. L’utilizzatore può approfittare del filo diretto fra macchina e produttore per offrire servizi, per esempio, di manutenzione predittiva, supporto da remoto, controllo delle performance energetiche e dei parametri di lavorazione… Il costruttore grazie al digitale può sperimentare e crearne nuovi prodotti da offrire al cliente riducendo i costi delle fasi di test e prototipazione, per esempio grazie al digital twin. L’utilizzatore può ottenere maggiore efficienza dei processi, ridurre gli scarti, eliminare i fermi macchine, aumentare redditività e produttività”.
“Vi sono però anche svantaggi” conclude però Mariotti. “Stiamo andando al di là del concetto di conoscenza meccatronica, dove i costruttori di macchine sono esperti. Occorre considerare aspetti nuovi, come cybersecurity, intelligenza artificiale, analisi dei data, simulazione avanzata… Oltre alla tecnologia occorre dotarsi delle giuste infrastrutture, dai server alle connessioni. Occorre insomma avere personale specializzato e, per fortuna, affidarsi a soluzioni fornite da terze parti. Altrimenti è impossibile poter governare e gestire tutta la complessità tecnologica attuale. Da qui l’importanza di piattaforme di service con Mindsphere che eliminano l’onere per l’azienda di una gestione infrastrutturale diretta. Senza rinunciare ai prodotti, magari molto particolare, che l’azienda già impiega grazie all’apertura della piattaforma”.
Ne è una testimonianza l’approccio di MFL X (leggi l’articolo comparso su Automazione Oggi), divisione digitale di MFL Group, che attraverso le parole di Andrés Cartagena Ruiz, head of MFL X, socio MindSphere World, ha parlato della sua esperienza: “La nostra start-up è un esempio virtuoso di business innovativo. In meno di due anni il team è riuscito a chiudere più di 35 contratti di Industrial IoT as a Service”.
Con uno sguardo di fiducia al futuro, conclude Andrea Sianesi, presidente di Fondazione Politecnico di Milano: “Il futuro dell’industria è sempre più legato al digitale, che apre infinite porte all’innovazione, nei suoi diversi aspetti tecnologici e commerciali. È una sfida gigantesca e affascinante, per vincere la quale sono cruciali i ruoli della ricerca, della formazione e della collaborazione impresa-università. Come Fondazione Politecnico di Milano siamo impegnati a favorire la crescita di iniziative congiunte che possano moltiplicare la diffusione degli ecosistemi come MindSphere World, perché questi dispiegano tutte le loro potenzialità più sono gli utenti che li conoscono, li sanno usare e li sfruttano”.