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novembre 2014

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per consolidare, ad esempio se includere le

aziende pubbliche, o ancora i rimborsi fisca-

li tra gli interventi a favore delle imprese.

Abbiamo ragionato a lungo, e crediamo

che il livello di accuratezza raggiunto dia un

primo notevole contributo di conoscenza e

chiarezza per prendere decisioni nel dibat-

tito sulla spending review”. Tre i principali

obiettivi: innanzitutto stabilire l’ammonta-

re della spesa pubblica in un dato territorio,

nello specifico la Lombardia. Quindi, trac-

ciare una precisa ripartizione delle compe-

tenze, per perseguire un’efficace riduzione

della spesa tramite loro riorganizzazione

e snellimento. “Questo è normale nel fare

impresa - riflette Quadrino - ma è meno

diffuso nella gestione statale, dove si se-

gue sempre una logica di tagli lineari, cure

dimagranti che portano ad avere ‘elefanti

magri’. Ma se quello che serve è un altro ti-

po di animale, ad esempio un cavallo, servo-

no interventi diversi, verso un reale riassetto

della spesa”. La ricerca rivela infatti come

lo spettro di intervento dei diversi enti si

sia enormemente ampliato negli anni, con

alcune funzioni statali in totale insufficien-

za operativa, laddove altre hanno assunto

dimensioni ipertrofiche: “Vanno riviste le

proporzioni tra i vari effetti di spesa - dice

Quadrino - e occorre conoscere in dettaglio

le funzioni per riorganizzarle e spendere

meglio le risorse”.

I numeri della ricerca

Tabelle e grafici della ricerca offrono visioni

d’insieme e via via più in dettaglio della spe-

sa pubblica in Lombardia, che alla massima

estensione ammonta a 146 miliardi di euro

nel 2010, mentre la spesa più direttamen-

te impiegata a produrre servizi, al netto di

previdenza e debito, è di 77 miliardi. Le mis-

sioni sono quindi state aggregate anche in

quattro grandi blocchi: nel primo figurano

gli Interventi nel campo del sociale, che as-

sorbono il 43%dei 77 totali. Il secondo bloc-

co fa capo al funzionamento delle istituzio-

ni, il 24%della spesa. “Qui abbiamo dovuto

lasciare un dato un poco anomalo - spiega

Zucchetti - in quanto la prima voce di spesa

sono le politiche finanziarie di bilancio, e lo

Stato mette qui fra le sue spese anche i rim-

borsi fiscali alle imprese, molto pesanti in

Lombardia: voce che riteniamo sarebbe be-

ne che lo Stato non considerasse quale spe-

sa, ma che non abbiamo potuto depurare e

identificare con precisione”. Segue il blocco

dei servizi di pubblica utilità, che pesano al

21%, raggruppandone di diversi ma tra lo-

ro affini, dalla tutela del territorio all’ordine

pubblico alla sicurezza: importante è qui la

spesa per la mobilità, il 37% del totale, set-

tore con grandi margini di efficientamento.

Infine, gli Interventi in campo di economia,

che coprono il 10%: “La voce preponde-

rante è qui energia e diversificazione delle

fonti - conclude Zucchetti - dove è forte la

presenza degli enti locali nella distribuzione

di energia, gas e acqua. Questo ne fa una

voce purtroppo difficile da conoscere e con-

trollare, in quanto questa parte di spesa, più

di ogni altra, è delegata a società controlla-

te dai comuni, sottratte al controllo diretto

della Corte dei Conti, aprendo vasti ambiti

di inefficienza e zone d’ombra. Opportuno

sarebbe conoscere meglio questo pano-

rama di imprese, superando le reticenze a

pubblicare bilanci con cui spesso ci siamo

scontrati”.

protagonisti

i

rotagonisti

Franco Bassanini,

presidente Cassa Depositi e Prestiti: “Riduzione della spesa per di-

minuire la pressio e fiscale e rilanciare la competitività: non tagli lineari, ma efficientare

senza peggiorare il servizio”. Dal 2009 al 2013 la spesa è rimasta stabile, passata da 798 a

799 miliardi: “Un successo relativo, pagato però in termini di qualità dei servizi, di efficien-

za ed efficacia della spesa pubblica, con pesanti ricadute sulla competitività”.

Umberto Quadrino

è presidente della Fondazione Edison: “Serve riorganizzare la spe-

sa con criteri gestionali tipici di un’impresa, per arrivare a una sua riduzione”. La ricerca ri-

vela come lo spettro di intervento dei diversi enti si sia enormemente ampliato negli anni,

con alcune funzioni statali in totale insufficienza operativa, laddove altre hanno assunto

dimensioni ipertrofiche: “Vanno riviste le proporzioni tra i vari effetti di spesa”.

Roberto Zucchetti

, Certet Bocconi: “Quello che manca in assoluto nella pubblica am-

ministrazione è un sistema di controllo e verifica dei risultati, per qualità ed efficacia degli

interventi”. Lo dice la ricerca che è ricorsa anche a interviste e documenti di natura pro-

grammatica, e seguendo la classificazione statale per missioni e programmi, dà una sinos-

si completa della spesa di ogni ente per ciascuna missione.