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APRILE 2012
adeguato per prevenire i rischi corrispondenti. I commentatori concordano
nel ritenere che nel breve periodo, soprattutto per effetto dell’esponenziale
aumento delle pronunce giurisprudenziali di tipo sanzionatorio, il mondo
dell’impresa (soprattutto di medio piccole dimensioni) sarà chiamato ad
acquisire una più forte e diffusa consapevolezza della materia e percepirà la
reale importanza e utilità della scelta diretta a intraprendere
il processo virtuoso prescritto dalla normativa in
commento. In estrema sintesi, i passi operativi che un ente
deve seguire per creare un proprio modello possono essere
i seguenti: preliminarmente occorre che sia operata da parte
della società, in relazione alla propria specifica attività, una
sorta di ‘valutazione del rischio’ attraverso la quale vengano
individuati i settori aziendali nel cui ambito possono essere
commessi dei reati. Successivamente, dopo un’attenta
ricognizione del sistema di controllo aziendale, è necessario
che siano elaborati dei protocolli comportamentali
finalizzati a programmare la formazione e l’attuazione delle
decisioni dell’ente in rapporto ai reati da prevenire. Inoltre è
opportuno che siano individuate modalità di gestione delle
risorse finanziarie idonee a impedire la commissione dei
reati. Infine devono essere previsti obblighi di informazione
nei confronti dell’organismo di vigilanza e deve altresì
essere introdotto un sistema disciplinare deputato a
sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate dal
modello.
A.O.: COSA È NECESSARIO FARE SEMPRE
E COMUNQUE AFFINCHÉ LA SICUREZZA IN
UN’AZIENDA SIA GARANTITA A PRESCINDERE DA
OGNI NORMA?
DAVIDE LOMAGNO
: La prevenzione è la base per la
sicurezza nell’azienda. Per avere un ambiente di lavoro
sicuro e salubre per coloro che operano all’interno
dell’azienda è necessario prevenire le situazioni di pericolo
da cui scaturisce il rischio per chi opera sulla macchina.
La prevenzione si attua con una buona conoscenza del
processo produttivo, delle macchine, dell’ambiente
di lavoro correlando questi aspetti con i rischi relativi,
eseguendo cioè prima un’accurata valutazione dei rischi e
definendo poi le opportune misure preventive da attuarsi
in azienda. La norma in questo senso è di supporto per la
definizione delle misure stesse.
ENRICO MERATI
: Evitare assolutamente di by-passare i
dispositivi di sicurezza anche nelle fasi di collaudo/messa
in servizio. Selezionare la migliore architettura e gestire le
singole funzioni di sicurezza in modo che non ostacolino
le procedure di lavorazione e non riducano la produttività,
così da scongiurare la tentazione di by-passare i dispositivi
di sicurezza, ricordando sempre che una buona soluzione
di sicurezza non riduce la produttività della macchina e
non ostacola l’operatore nelle sue funzioni. Nel caso di macchina nuova,
progettare la macchina sicura, cioè fare in modo che uno studio ben fatto
sin dalle prime fasi di progettazione porti a ottenere una macchina già
abbastanza sicura nel limite del possibile e applicare i dispositivi di sicurezza
per affrontare gli eventuali rischi residui riducendoli a un livello accettabile.
Adottare sempre e comunque i dispositivi di protezione individuale se
previsti. Mantenere i livelli di sicurezza richiesti dall’analisi del rischio anche
durante il ciclo di vita della macchina, quindi anche nelle fasi di manutenzione.
L’applicazione corretta delle direttive/normative consente di raggiungere
l’obiettivo.
DAVIDE PRANDO
: Banale a dirsi, ma innanzitutto serve buon senso.
Sebbene infatti le tematiche sulla sicurezza e le relative norme possano
essere estremamente profonde e dettagliate, tutto parte dalla considerazione
dell’incolumità delle persone che operano in un contesto di produzione
industriale, quanto più efficiente possibile. Il suggerimento di Panasonic è
considerare la sicurezza non un ostacolo, ma una possibilità di miglioramento:
tanto più le macchine saranno efficienti e sicure, tanto queste macchine
saranno uniche sul mercato. Svolgere una valutazione rischi solo con il buon
senso è suggerimento certamente superficiale, ma va
inteso come punto di partenza, per non farsi travolgere
dalla mole di informazioni, non sovradimensionare
l’infrastruttura di sicurezza, né scartare situazioni poco
probabili senza una loro valutazione. Confrontarsi
con chi lavora tutti i giorni nell’automazione come
Panasonic è probabilmente il consiglio più semplice
e immediato per iniziare un progetto con il piede
giusto.
PAOLO DE BENEDETTO
: La sicurezza di uomini e
macchine rappresenta un elemento fondamentale
per un’azienda solida, di successo e in continuo
sviluppo.
Le aziende leader che desiderano raggiungere
l’ottimizzazione dei processi operativi e la
sicurezza delle macchine sono caratterizzate
da fattori comuni di successo. I fattori
fondamentali di successo sono: una filosofia
di sicurezza delle macchine uniforme,
strettamente correlata ai valori aziendali;
un forte impegno verso la sicurezza, che si
manifesta attraverso l’ammodernamento
di macchine e impianti ormai obsoleti;
procedure specifiche a seconda delle
macchine per la riduzione dei rischi a
esse correlati (il tutto basato su una
sistematica valutazione dei rischi);
applicazione della Direttiva Macchine
e delle prescrizioni nazionali in merito
alla sicurezza sul lavoro; ispezioni
degli impianti che richiedono un
collaudo e dei componenti di
sicurezza con redazione della
documentazione contenente i
risultati.
STEFANO
MAGNAGHI
:
Le
norme
armonizzate
generalmente
garantiscono
la presunzione di conformità
alle direttive. Quindi la
corretta
conoscenza
di
quest’ultime è un punto di
partenza
fondamentale.
L’applicazione
delle
norme non si risolve
solo nell’attuazione di un accorgimento
costruttivo, ma impone che anche
l’utilizzatore sia consapevole dei rischi
e dei metodi per poterli evitare. Quindi
la formazione diventa fondamentale e
per questo Siemens come fornitore di
dispositivi di sicurezza fornisce anche
“la cultura” per poterla implementare e
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Davide Lomagno
Davide Prando
Paolo De Benedetto
con sicurezza?