EDITORIALE
L’
Italia
impari
dal
Giappone
11
rmo
marzo 2016
Il parco macchine utensili installate nelle industrie italiane risulta oggi molto
più vecchio di quello riscontrato una decina di anni fa. La fotografia è il risul-
tato dell’indagine effettuata da Ucimu, con il contributo del Ministero dello
Sviluppo Economico e ICE, che, svolta a cadenza decennale, è stata con-
dotta su campione rappresentativo di 2.500 imprese con più di 20 addetti. I
risultati che emergono mostrano come, alla fine del 2014, l’età media delle
macchine è pari a 12 anni e 8 mesi. Nel 205, era pari a 10 anni e 5 mesi.
Rispetto alle due precedenti rilevazioni, quella effettuata nel 1996 e quella
del 2005, nel 2014 cresce la quota di macchine utensili con età superiore
ai 20 anni: sono il 27% del totale installato. Per contro, si dimezza la quota
di macchine con età non superiore ai 5 anni, risultata pari al 13%. Rispetto
alla rilevazione precedente, ad avere l’età più avanzata sono le macchine
per deformazione e asportazione di truciolo (13 anni) mentre i robot hanno
riscontrato l’invecchiamento più deciso (4 anni e mezzo).
I risultati di questa ricerca non ci sorprendono perché non dobbiamo di-
menticare come il decennio analizzato (2006-2014) abbia visto gli anni in
cui il mercato mondiale ha subìto una delle crisi più disastrose che la storia
economica mondiale abbia mai conosciuto. Oggi che il mercato sta dando,
talvolta anche importanti, segnali di ripresa sono molte le aziende che, anzi-
ché sostituire il parco delle macchine tecnologicamente obsolete, preferisce
ampliarlo affiancando ad esse macchine nuove per lavorazioni che richie-
dano maggiore flessibilità e lotti più contenuti.
In Giappone nell’ultimo biennio il Governo ha messo a disposizione l’equi-
valente di 2 milioni di euro per incentivare la sostituzione del parco mac-
chine, favorendone l’aggiornamento tecnologico, il risparmio energetico,
l’adozione di norme di sicurezza sul lavoro. Anche l’Italia dovrebbe seguirne
l’esempio.
luca.rossi@fieramilanomedia.it@lurossi_71