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SISTEMI DI PRODUZIONE

approfondimenti

Gennaio/Febbraio 2015

Automazione e Strumentazione

56

Dagli anni ’60 del ventesimo secolo il modello

preponderante di controllo della produzione

nei processi discreti è quello denominato FMS

(Flexible Manufacturing Systems), caratteriz-

zato da risorse produttive condivisibili e mul-

tifunzionali. Da quel periodo storico l’

automa-

zione flessibile

è impiegata per accrescere il

range dei prodotti, riducendo al minimo i costi

di conversione nell’assetto impiantistico.

Di contro l’

automazione rigida

impiega au-

tomatismi di flusso sequenziali che eseguono

automaticamente

singole operazioni

e movimentazio-

ni ripetute a tem-

po indetermina-

to. Si rivela perciò

adatta a larghi vo-

lumi e alta qualità

ai costi unitari più

bassi.

Durante gli anni

’80 gli FMS furo-

no impiegati nella maggior parte dei casi come

il tentativo di introdurre un minimo di flessibili-

tà nei sistemi di automazione rigida, pur salva-

guardandone i livelli di efficienza.

Alla fine degli anni ’80 il modello CIM (Com-

puter Integrated Manufacturing), la tecnologia

Concurrent Engineering

e la progettazione

finalizzata alla fabbricabilità (

Design for

Manufacturability

) esaltavano l’idea dell’in-

tegrazione dei processi di produzione e delle

informazioni.

Oggi le imprese possono scegliere tra diversi

sistemi tecnologici di produzione, ciascuno dei

quali risulta essere conveniente in una partico-

lare area operativa, delimitata da determinati

livelli di capacità e flessibilità produttive.

I principali metodi che si riconducono ai criteri

di

flow control

sono il

Material Requirement

Planning

(MRP), il

Just in Time

e il

Kanban

.

In tempi più recenti sono diventati più popolari

gli approcci basati sul miglioramento continuo

di tipo

Six Sigma

e

Lean Manufacturing

(pro-

duzione snella). Quest’ ultimo identifica una

filosofia industriale ispirata al Toyota Produc-

tion System, finalizzata alla minimizzazione

degli sprechi. Un altro approccio molto ricer-

cato dalle grandi industrie è quello della

mass

customization

che individua una strategia di

produzione orientata a soddisfare i bisogni spe-

cifici dei clienti, preservando l’efficienza della

produzione di massa.

Negli anni ’90 e 2000, le tecnologie di

advan-

ced manufacturing

e le piattaforme

PLM

(Pro-

duct Lifecycle Management) si sono ulterior-

mente affinate e si sono diffusi concetti Virtual

Enterprise, Smart Factory e Fabbrica Automa-

tica. Questa mutazione di scenario presuppone

l’

applicazione integrata

di tecniche di simula-

zione, modellazione 3D, strumenti per miglio-

rare la progettazione e le decisioni connesse al

controllo globale della produzione, definendo

i principali modelli della

Fabbrica Digitale

ovvero il

Digital Manufacturing

e l’

Industry

4.0

.

Digital Manufacturing

Allo stato attuale il

Digital Manufacturing

è

un approccio basato su soluzioni PLM e stru-

menti integrati di pianificazione, simulazione e

gestione tridimensionale, con l’obiettivo di cre-

are simultaneamente le definizioni del prodotto,

del processo produttivo e di gestione del ciclo

di vita.

Il Digital Manufacturing è anche un elemento

chiave per l’integrazione fra il PLM e le appli-

cazioni di fabbrica e per lo scambio di informa-

zioni con le attività di progettazione. Grazie a

υ

Armando Martin

Nell’attuale scenario economico e industriale le tecnologie

di fabbricazione digitale e virtualizzazione sono al centro

di nuovi modelli di impresa che rivoluzioneranno il mondo

della produzione nei prossimi anni.

Le tecnologie digitali per

la fabbrica del futuro

L’IMPATTO DELLA DIGITALIZZAZIONE SUI SISTEMI DI PRODUZIONE