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quente, reso ancor più significativo dal dato del restante 31% distribuito prin- cipalmente tra le fonti rinnovabili (per oltre il 19%) e il carbone per il 7%. “La progressiva incidenza delle fonti rinno- vabili e la riduzione dell’intensità ener- getica hanno contribuito, negli ultimi anni, alla riduzione della dipendenza del nostro Paese dalle fonti di approvvigio- namento estere: la quota di fabbisogno energetico nazionale soddisfatta da im- portazioni nette rimane elevata (75,6%) ma più bassa di circa 7 punti percentuali rispetto al 2010”. Sul lungo termine, vale la pena conside- rare il rapporto ‘Previsioni di domanda energetica e petrolifera italiana’ pub- blicato dall’Unione Petrolifera nel 2018 che evidenziava come le dinamiche dei consumi energetici siano fortemente influenzate dal lento recupero delle at- tività produttive, che non erano previ- ste tornare ai livelli pre-crisi prima del 2022 (e che ora subiranno un ulteriore rallentamento). Lo scenario prevedeva un andamento del fabbisogno di ener- gia primaria in calo nel decennio suc- cessivo 2020-2030 (160 Mtep nel 2025 e 156 Mtep nel 2030), con un livello di consumi del 2030 quasi equivalente a quello del 1988 e con una notevole pre- senza e crescita delle rinnovabili a cui cederanno spazio soprattutto i prodotti petroliferi e il carbone. “L’accelerazione nello sviluppo delle fonti rinnovabili e il ‘phase out’ del carbone, previsti nella Strategia Energetica Nazionale (SEN), determineranno uno scenario in cui l’in- cidenza delle singole fonti primarie sul totale del consumo energetico si modi- ficherà sensibilmente rispetto ad oggi: l’espansione delle energie rinnovabili (che passeranno da un peso di quasi il 17% nel 2015 a oltre il 25% nel 2030) ri- durranno infatti il peso delle fonti fossili il cui ruolo tuttavia rimarrà centrale nella transizione verso la decarbonizzazione. Il gas tra i combustibili fossili, in parti- colare, potrà rivestire un ruolo chiave in tale processo, proponendosi come part- ner ideale delle rinnovabili nel settore elettrico. Nel breve termine le emissioni di CO 2 scenderanno marginalmente dai valori attuali, anche se in presenza di modesto recupero della domanda di energia e di una consistente ripresa delle attività economiche; si stima che nel 2020 esse si assesteranno su valori più bassi del 18% rispetto al 1990 e nel 2030 inferiori di circa il 40% rispetto a quelle del 2005”. C’è inoltre da tener presente che i consumi energetici saranno in- fluenzati dall’introduzione di tecnologie nuove e sempre più efficienti che inte- resseranno tutto il sistema energetico, specie nel quinquennio 2025-2030. Tecnologie prioritarie Su tutto questo quadro incide certa- mente anche il tema dell’impatto am- bientale della produzione energetica. Basti pensare che, secondo alcune stime, il 66% dei gas serra è prodotto dal settore energetico. Per raggiungere l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 °C entro fine se- colo è necessario che il settore ener- getico diventi ‘carbon neutral’ entro il 2100; lo scenario dell’International Energy Agency prevede che il massimo delle emissioni di CO 2 sia raggiunto entro il 2020 e che entro il 2060 diminu- iscano a circa un quarto delle emissioni registrate nel 2014. Pensando al futuro dell’energia, biso- gna inoltre considerare che molto pro- babilmente proseguirà quella tendenza, manifestata nell’ultimo quinquiennio, a concentrare le decisioni e le strategie energetiche verso il tema della sosteni- bilità ambientale. È quanto ha segnalato l’ultimo rapporto pubblicato dal World Energy Council (WEC) delineando un riequilibrio di quello che ha definito come l’Energy Trilemma. Con questa espressione ci si riferisce alla relazione fra i tre princi- pali obiettivi che una strategia efficace energetica deve bilanciare: approvvi- gionamento, economicità e sostenibi- lità. Ebbene, secondo le analisi del WEC il peso dei tre fattori si sta progressiva- mente spostando verso la sostenibilità la cui incidenza passerà dall’attuale 61% a un probabile 81%. In questo scenario, giocherà un ruolo chiave l’adozione dell’approccio di economia circolare; come pure sarà de- terminante il peso dell’innovazione tec- nologica sia sul fronte dell’abbattimento dei costi mediante nuove tecniche, sia sui temi della produzione di energia, dei consumi e dell’abbattimento delle emis- sioni nocive. Il rapporto Airi indica quindi le ‘tecno- logie prioritarie’ che ridisegneranno e caratterizzeranno il panorama dell’ener- gia nei prossimi decenni, ordinandole in cinque raggruppamenti. Il primo comprende le tecnologie per la digitalizzazione nell’industria ener- getica, quindi: le nuove opportunità offerte dall’impiego dei Big Data e degli Analytics; la robotica nell’industria pe- trolifera; l’applicazione della tecnologia blockchain nel demand-response. Il secondo riguarda l’accumulo di ener- gia, con i suoi vari sistemi: elettrochi- mico, chimico e termico; e comprende i sistemi di gestione per l’accumulo di energia e per il mantenimento della qua- lità del servizio elettrico. Un terzo gruppo comprende le tec- nologie pro vettori energetici e cioè: biofeedstock di seconda e terza gene- razione; nuovi sistemi di fermentazione; green refinery, schema integrato per una raffinazione sostenibile; tecnologie dell’idrogeno. Il quarto è il gruppo più nutrito ed è relativo alle tecnologie per l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale; comprende: lo sviluppo di lubrificanti per autotrazione di nuova generazione; Offerta mondiale di energia (Fonte: BP Statistical Review) SETTEMBRE 2020 AUTOMAZIONE OGGI 424 31

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