GIUGNO-LUGLIO 2017
AUTOMAZIONE OGGI 399
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L’articolato tema della tracciabilità si completa con quello della
rintracciabilità per seguire la vita del prodotto non solo da monte
a valle ma anche in senso inverso, andando quindi a ritroso dal
punto vendita alla produzione passando per la distribuzione: in
questa cornice l’Rfid trova la favorevole ambientazione di men-
tore tecnologico nel rispondere adeguatamente alle aspettative
del mercato, avviando così un processo di trasformazione che si
dilata lungo l’intera vita del prodotto, generando servizi e bene-
fici per tutti gli attori coinvolti, compresi anche i fruitori del bene.
Perché tracciare il prodotto?
Come risponde l’Rfid alla domanda: perché tracciare il prodotto?
L’ascolto del mercato ci porta a individuare 4 principali aspetta-
tive sulla tracciabilità e rintracciabilità: reagire con tempestività in
caso di richiami e ritiri del bene, intervenendo in modo chirurgico
e selezionando solo i lotti interessati a questa azione, tutelare la
sicurezza dei consumatori, con un benefico riflesso sull’appeal del
brand, ridurre la contraffazione, quindi anche il danno economico
ingente soprattutto nei settori del Made in Italy (fashion, food &
beverage), e rispettare i requisiti normativi. Al cuore della traccia-
bilità si trova quindi il concetto di visibilità, inteso come identifi-
cazione del prodotto e dell’attore della supply chain che con esso
interagisce, raccolta delle informazioni affidabili e in tempo reale
per renderle disponibili, condividendole lungo l’intera filiera.
Interpretando questo scenario con una visione ‘tridimensionale’
dell’Rfid, notiamo come questa tecnologia opera ai fini della
tracciabilità lungo il percorso produzione-distribuzione-vendita,
intersecando molteplici settori del manufacturing e adattando il
suo identikit tecnico alle peculiarità dell’ambiente operativo.
Tra i punti di forza dell’Rfid nel rispondere a simili aspettative,
spiccano alcuni aspetti che presentiamo qui di seguito. Il primo
aspetto è che i tag possono essere non solo letti, ma anche scritti,
quindi le informazioni contenute nella memoria del chip possono
essere modificate e aggiornate nel tempo in modo da tenere
traccia di trasformazioni o passaggi cui l’oggetto è sottoposto
durante il suo ciclo di vita: con il tag Rfid l’informazione segue il
prodotto, dall’inizio della sua creazione fino al suo smaltimento,
divenendo un’etichetta narrante.
Per il secondo le letture e scritture possono essere effettuate au-
tomaticamente e senza visibilità ottica: è quindi possibile leggere
etichette contenute all’interno di scatole, confezioni ecc., ma non
possono essere ospitate all’interno di contenitori metallici che,
per l’effetto fisico ‘Gabbia di Faraday’, risultano impermeabili ai
campi elettromagnetici.
Un terzo aspetto riguarda le letture e scritture che possono avve-
nire non singolarmente ma a lotti: un insieme di tag che transita
attraverso un varco Rfid viene rilevato, nel tempo del suo attra-
versamento, ‘contemporaneamente’ (anti-collisione). E il quarto
aspetto è che ogni microchip di silicio ospitato nel tag Rfid con-
tiene un codice univoco al mondo e non è scrivibile né modifi-
cabile in alcun modo, ma solo leggibile; in termini di sicurezza,
ciò significa che il tag non può essere clonato, essendo l’unicità
garantita dai produttori dei microchip (Texas Instruments, Philips,
STMicroelectronics ecc.), in accordo con gli organismi internazio-
nali di standardizzazione (protocolli ISO).
Dalla nostra esperienza, l’articolatomondo della creazione e lavo-
razione dei prodotti si rispecchia così in risposte e infrastrutture
Rfid altrettanto ramificate: le esigenze del fashion sono diverse da
quelle del food&beverage e pharma, le aspettative e l’ambiente
operativo dell’automotive e della produzione di quadri e motori
elettrici per l’automazione differiscono dal comparto siderurgico,
l’incipit dell’innesto tecnologico nella produzione della pietra na-
turale si distingue da quello della tracciabilità di vernici e inchio-
stri per imballi.
I trend tecnologici
Poiché in ognuno di questi scenari l’Rfid affronta sfide e aspet-
tative differenti, che possono andare dalla distanza di lettura
all’identificazione massiva degli oggetti, possiamo delineare
alcuni trend tecnologici. Su un piano tecnologico tout court, le
componenti Rfid, dai tag/transponder ai controller, dai mobile
computer agli add-on device, vivono da anni una continua evolu-
zione nel profilo tecnico, che si traduce in migliorie prestazionali
per affrontare e superare i possibili ostacoli disseminati lungo la
linea di produzione: range di ricezione del segnale del tag gra-
zie all’aumentata sensibilità del controller per meglio superare
il rumore elettromagnetico dell’ambiente, tag con particolari ri-
vestimenti on e in-metal, dotati di chip con memoria potenziata,
schede elettroniche (smart board) connesse alle architetture Rfid,
in grado di dialogare nel linguaggio IoT e dotate di sensori e intel-
ligenza a bordo per operare in modalità stand alone, dispositivi
mobile dal design contemporaneo, ergonomici, leggeri e con un
ampio e robusto display sono alcune delle più significative tappe
evolutive vissute nell’ultimo periodo.
All’Rfid e NFC abbiamo recentemente affiancato un’altra tecnolo-
gia di punta per la tracciabilità, Bluetooth Low Energy (BLE), che
vanta alcuni plus di valore, tra cui lo standard su cui poggia, che
la proietta verso soluzioni aperte e interoperabili, i bassi consumi
energetici e i costi contenuti di produzione, fino ad arrivare all’ul-
tima release (5), annunciata da Bluetooth Sig a dicembre 2016,
con performance notevolmente potenziate.
Secondo una visione tradizionale del BLE, lo scambio dei dati
avviene tra il dispositivo Broadcaster, ossia Beacon disponibili
anche con vari tipi di sensori apposti generalmente in posizioni
fisse (ad esempio, dietro un’opera d’arte in un museo), e l’Obser-
ver (smartphone o tablet) che riceve e visualizza i dati provenienti
dai Beacon nelle vicinanze (50/100 m) in modo automatico, gra-
zie alla connessione Bluetooth attiva e alla app.
Ma il plus di maggior valore e distinzione è annidato nell’idea
applicativa del BLE, sfociata poi nella progettazione e creazione
della famiglia di gateway/reader e tag Beacon BLE BlueEpyc.
La nostra visione unconventional di questa tecnologia poggia
su un’ibridazione tra le doti distintive del BLE (standard, bassi
consumi energetici e costi contenuti) e quelle dell’Rfid attiva (ri-
levazione hand-free e anti-collisione). Il risultato? Un sistema di
identificazione, tracciabilità e monitoraggio, sensoristica e loca-
lizzazione di oggetti e persone, che assegna al gateway/reader il
ruolo di strumento intelligente di comunicazione (smart device),
mentre il tag Beacon in movimento, consegnato alla persona o
apposto sull’oggetto, opera come un tag attivo Rfid per trasmet-
tere il segnale (codice identificativo) al device BLE, il tutto su
standard Bluetooth e aperto all’interoperabilità IoT. Mentre sul
versante consumer il BLE è ben consolidato perché nativamente
ospitato in device di diffusione capillare (smartphone e tablet),
una simile visione traghetta questa tecnologia anche nella sfera
industriale, interagendo con datalogger, sensori e altri tool di mi-
surazione tipici dell’IoT e dell’m2m.
a cura di
Paola Visentin
,
Responsabile Marketing & Comunicazione in Rfid Global