Automazione_Oggi_376 - page 19

di
Roberto Maietti
Industria4.0: siamopronti?
onostante l’Italia si sia
sempre distinta per
la propria tradizione
manifatturiera, tra-
dizione che l’ha por-
tata al quinto posto
nel ranking mondiale
e dove ora, nonostante tutto, conti-
nua a occupare un onorevole ottavo
posto, le notizie che leggiamo ogni
giorno sui giornali ci parlano di una
produzione industriale sempre più in
difficoltà. È come se l’emorragia non si
fosse ancora fermata, costringendoci
a continui tamponamenti e interventi
di emergenza. Strano: proprio mentre
l’Europa, e in particolare la Germania,
sta focalizzando il proprio operato in
modo molto determinato e mirato su
Industria 4.0, in Italia non si è ancora
capito che certe azioni e certi investi-
menti non si possono più rimandare.
Continuano le infinite discussioni sulla
‘importanza del fare’, quando sarebbe
meglio, e forse anche molto più facile,
semplicemente ‘fare’. È pur vero, da
un lato, che l’apparato statale e la po-
litica non hanno mai avuto quella ne-
cessaria attenzione alla promozione e
allo sviluppo dell’industria italiana nel
mondo, dall’altro però non possiamo
nemmeno sottacere della poca visione
e lungimiranza di molta imprenditoria italiana. Se la corsa e l’affanno riguardano
il solo guadagno dell’oggi, difficilmente si potranno cogliere i risultati domani.
Il tema di ‘Industria 4.0’ è calzante proprio perché non guarda al passato, non
guarda al presente, ma si interroga sul futuro. Cerca nuove soluzioni, in unmondo
che da tempo non riconosce più la sola centralità del Nord America e dell’Europa,
ma si deve confrontare con un’Asia fortissima e fra nonmolto, ne sono certo, dovrà
guardarsi anche dall’Africa. Se questo scenario viene com-
preso, è chiaro che il ‘gap’ competitivo che abbiamo sof-
ferto in questi ultimi 15 anni potrà venire ridotto e magari
anchemodificato a nostro favore. Se invece continueremo
a rincorrere il miraggio del basso costo e della competi-
zione testa a testa contro i prodotti provenienti dai paesi
emergenti, allora siamo destinati a soccombere veloce-
mente e a malapena riusciremo a rimanere fra le prime 20 nazioni industriali del
mondo. D’altra parte, la dimostrazione di come sia possibile recuperare un ruolo
manifatturiero forte ci viene nientemeno che dagli Stati Uniti, una nazione dove
il costo del lavoro non si può certo dire sia il più basso al mondo. Eppure, nono-
stante questo, il gap competitivo tra un prodotto ‘made in USA’ e uno ‘made in
China’ è minimo. La produzione industriale statunitense è cresciuta di 2,5 volte
rispetto al 1972 e, grazie a una produttività nettamente superiore a quella cinese,
il gap sul costo dei prodotti si è ridotto al 5%. Per ottenere questo risultato però
non basta sperare, bisogna invece investire, e pesantemente, in automazione e
innovazione. In effetti, la ricerca sul prodotto e la revisione dei processi produttivi,
in combinazione con un’analisi attenta del proprio ‘business model’, costituiscono
la condizione imprescindibile per ritornare a vincere sui mercati. Industria 4.0 è
dunque un’opportunità, un’occasione per guardare alla produzione in maniera
nuova, guidati dalle possibilità offerte dalla tecnologia, in ottica di attacco e non
di difesa. L’obiezione più facile e immediata è la solita: le aziende italiane sono
troppo piccole. Questo è un dato di fatto, ma proprio per questo Industria 4.0
può rappresentare una svolta: la logica ‘sartoriale’ italiana sposata con la tecnolo-
gia può offrire opportunità notevoli alle aziende che già oggi si distinguono per
creatività e flessibilità. L’importante è crederci e conseguentemente investire…
AO
IL PUNTO
Comitato tecnico di Automazione Oggi
OTTOBRE 2014
AUTOMAZIONE OGGI 376
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