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OTTOBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 401

52

AO

ATTUALITÀ

attuatore o monitorata da un sensore.

La ‘Virtual Entity’ rappresenta l’entità

reale nel mondo digitale. Sensori e at-

tuatori sono oggetti IoT che comuni-

cano direttamente sulla rete oppure

attraverso un IoT gateway. Il ‘Data Store’

immagazzina i dati del sistema IoT che

arrivano direttamente dagli oggetti IoT

oppure da servizi che operano sui dati

provenienti dagli oggetti IoT. Il modello

è efficace nell’esplicitare ad alto livello

le interazioni funzionali tra le entità, ma

perde completamente il senso fisico del

sistema e l’aspetto tecnologico. Viene

anche meno ogni separazione tra hard-

ware e software.

Conclusioni

Volendo riassumere quanto illustrato nel

presente articolo, si può evidenziare che:

a) Industria 4.0 è lontana da venire e non

sarà poi molto rivoluzionaria. Ciò che la

renderà diversa dall’attuale sarà la tec-

nologia di comunicazione tra apparati

e funzioni, che si vuole più semplice,

aperta, di immediato impiego rispetto

alle tecnologie esistenti;

b) il piano tedesco Industrie 4.0 è orien-

tato alla ricerca delle nuove tecnologie

per realizzare la fabbrica del futuro,

mentre il Piano italiano Industria 4.0 è

orientato a favorire l’applicazione delle

tecnologie esistenti oggi (anzi, chissà

perché, entro il 31 luglio 2018). Se non

mitigata, questa differenza porterà nel

medio periodo alla dipendenza tecno-

logica delle aziende italiane da quelle

(straniere) che possederanno le tecno-

logie;

c) i normatori internazionali (in Italia in

primis il CEI) stanno monitorando con

attenzione lo sviluppo delle tecnolo-

gie proposte per cercare di velocizzare

la convergenza verso soluzioni condi-

vise. La presenza italiana nei gruppi di

lavoro internazionali, oggi marginale,

dovrebbe essere potenziata creando un

legame forte del CEI con le associazioni

di categoria e con Mise/Miur;

d) il vero sviluppo delle tecnologie per

la fabbrica di domani è all’interno dei

consorzi dei costruttori: OPC Founda-

tion, Industrial Internet Consortium,

FieldComm Group ecc. Le aziende ita-

liane sono praticamente escluse da que-

sti gruppi e accedono quindi in ritardo

alle tecnologie lì sviluppate. La parte-

cipazione ai consorzi dovrebbe essere

incentivata, almeno attraverso le asso-

ciazioni di categoria;

e) Industria 4.0 è un sottoinsieme di

Internet of Things, e con ogni probabi-

lità utilizzerà le tecnologie sviluppate

in questo ambito, probabilmente con

qualche forma di personalizzazione

all’ambito specifico. Il mondo IoT è pilo-

tato dalle macro-aziende del settore in-

formatico/telecomunicazioni, e nessuna

azienda italiana appartiene a questo

ambito. È però necessario che le aziende

dell’automazione (sia costruttori, sia uti-

lizzatori) sviluppino una maggior sensi-

bilità verso le tecnologie informatiche e

Telecom che saranno sempre più inva-

sive e ubique;

f) lo sviluppo delle tecnologie sta pun-

tando sui modelli di comunicazione,

aspetto essenziale, ma esistono ancora

molti aspetti tecnici che non sono nem-

meno ancora stati considerati, quali ad

esempio: la necessità di comunicazione

hard realtime che per molti processi

implica tempi di reazione di pochi milli-

secondi, le esigenze di sicurezza funzio-

nale che richiedono apparati e protocolli

certificati, la cyber security sempre af-

frontata ‘dall’alto’ mentre le tecnologie

IoT aprono falle ‘dal basso’. La soluzione

di questi problemi non è dietro l’angolo.

In conclusione, è certo che Industria

4.0 sia oggi di moda, e per il momento

dobbiamo accontentarci di avere fede

nella sua esistenza (futura). Per quel che

spesso si legge o si sente raccontare a

convegni e tavole rotonde Industria 4.0

aprirà un mondo di cyber-macchinari,

robot cooperativi, machine-to-machine

communication, più consoni a un libro

fantasy che a un manuale di ingegne-

ria. Purtroppo non è così, e il lavoro da

fare è ancora molto e molto difficile, con

buona pace degli illusi e dei parolai.

Figura 12 - ISO/IEC 30141: IoT Conceptual Model