OTTOBRE 2017
AUTOMAZIONE OGGI 401
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di produzione (3.0) non farà altro che ri-
chiedere a (3.0) l’invio del file XML che
li contiene, file che sarà scritto con una
sintassi standardizzata. E così via per
tutte le transazioni interaziendali. Que-
sto consolidato modello consente una
piena integrazione aziendale e l’imple-
mentazione di tutte le funzioni richieste
dal Piano Fabbrica 4.0.
Il modello di riferimento
della Fabbrica 4.0
Come scrive IEC in [4]: “La Smart Factory
sarà caratterizzata da un più alto grado
di connettività e interoperabilità, che
sono definite come la capacità di un
sistema di interagire con altri sistemi
senza un particolare sforzo per l’integra-
zione, ad esempio per la personalizza-
zione di interfacce”. Ciò che serve quindi
per traghettare la fabbrica di oggi verso
quella del futuro è una nuova tecnologia
di comunicazione basata su un diverso
modello di scambio dati.
La piattaforma Industrie 4.0 ha definito
quello che si chiama il Reference Archi-
tecture Model Industrie 4.0 (Rami 4.0),
mostrato in Figura 8. Il modello è un
adattamento del modello europeo per
Smart Grid (Sgam) al caso della fabbrica
intelligente. I layer sull’asse verticale
rappresentano le diverse prospettive
relative all’hardware/asset, alla comu-
nicazione, alle funzionalità, al business
ecc. L’asse di sinistra rappresenta il ciclo
di vita del prodotto, dove per ciascuna
fase (vedi IEC 62890) sono identificate
le informazioni specificatamente richie-
ste. Alla creazione di un prodotto viene
definito un tipo (ad es. trasmettitore di
pressione), e ogni strumento prodotto
rappresenta un’istanza di questo tipo
che eredita alcune caratteristiche pro-
prie del tipo alle quali aggiunge ele-
menti specifici (il numero di serie, i dati
di calibrazione...). Durante la vita dello
strumento si aggiungono altri dati pro-
venienti da funzioni diverse: l’ordine
di acquisto, i dati di spedizione, i pa-
rametri del commissioning, e così via.
L’asse di destra rappresenta invece il
posizionamento delle funzionalità del
dispositivo all’interno dell’automazione
della fabbrica o dell’impianto. Questo
asse fa riferimento al modello delle IEC
62264/61512 (ISA 95/88) al quale sono
stati aggiunti alcuni livelli specifici per
la Fabbrica 4.0: prodotto, field device, e
connected world. Ogni singolo dato o
funzionalità è quindi incasellato dal mo-
dello Rami 4.0 su una matrice tridimen-
sionale che ne identifica il ‘quando’ nel
ciclo di vita questo dato si rende utile, il
‘dove’ cioè a che livello funzionale della
fabbrica, e il ‘per chi’ cioè che sono i sog-
getti interessati al dato. Lo scopo del
modello è quindi quello di fornire uno
strumento ordinatorio in modo da poter
suddividere e classificare il flusso di dati
di un apparato durante il suo intero ciclo
di vita. Suddivisione e classificazione
sono la chiave per un rapido accesso
ai dati utili in quel momento per quello
scopo. Ogni gruppo di lavoro ha voluto
produrre il suo modello di riferimento,
utilizzando strutture multi-dimensionali
colorate che inevitabilmente si rifanno ai
criteri del Rami 4.0, inventando il proprio
acronimo, ma per lo più fermandosi lì. La
Figura 8 ne riporta alcuni.
La Digital Factory IEC
Da qualche anno la IEC ha lanciato il pro-
getto Digital Factory (IEC 62832) che sta
comportando un grande lavoro di defi-
nizione di tutti i dati che sono necessari
a definire un dispositivo. L’ambizione
del progetto DF è quella di realizzare un
ambiente virtualizzato dove sia possibile
sviluppare tutte le attività necessarie alla
realizzazione e all’esercizio di una fab-
brica. Come mostrato in Figura 9, a ogni
oggetto/componente reale corrisponde
un analogo virtuale che ne possiede
tutti gli attributi (qualcuno parla di digi-
tal twin) che è utilizzato per il progetto,
Figura 8 - Modelli di riferimento da Cina, Francia, Giappone, Germania, e Stati Uniti