Si è svolta giovedì scorso al Crowne Plaza Hotel di San Donato, alla porte di Milano, la manifestazione “mcT petrolchimico”, dedicata al mondo dell’industria di processo, in concomitanza con “mcT Safety & Security”. Molte le aziende presenti nell’area espositiva, che hanno consentito al visitatore di farsi un’idea il più possibile completa dell’offerta di mercato per il settore: dai dischi di rottura alle soluzioni di monitoraggio, dall’equipaggiamento di sicurezza (incluse le scarpe antinfortunistiche) alla sensoristica di controllo… Tre le tavole rotonde che si sono svolte durante la mattina, una dedicata alle “Tecnologie per il petrolchimico e per il settore energetico” con particolare focus sull’uso di protocolli industriali nell’ambito del processo (con casi esemplificativi illustrati da rappresentanti di ENI), le altre due rivolte ai temi della sicurezza funzionale e informatica.
Punto nodale, a nostro parere, il tema del cambiamento. Luca Bordot di ENI, per esempio, ha descritto il sistema di monitoraggio utilizzato da ENI in un data center, per la gestione degli impianti di condizionamento, ventilazione, power ecc… sottolineando come il sistema si sia rivelato fondamentale non solo per intervenire tempestivamente sui guasti, ma anche e soprattutto per prevenirli. Grazie inoltre alla rilevazione di specifici parametri, il sistema consente di ‘scovare’ i guasti ‘nascosti’. Bordot ha quindi sottolineato come in un anno l’indice PUE (Power Usage Effectiveness) dell’impianto sia passato da 1,5 a 1,15: “L’impianto non è cambiato, ma è cambiato il modo in cui viene usato”.
Ed è cambiato anche, nel tempo, il modo in cui le aziende percepiscono il problema della sicurezza informatica legata alle apparecchiature per il manufacturing. “Siamo passati dal parlare di ‘awareness’ al trattare di ‘solution'” ha sottolineato Sinclair Koelemij di Honeywell, considerando la sensibilità che le aziende dimostrano per i test (FAT e SAT) per la cyber security. Christian Hornkvist di Sandvik infine ha illustrato come l’azienda sia riuscita dal 2010 a oggi a innalzare l’attenzione e l’accettazione delle regole legate alla sicurezza funzionale da parte dei propri addetti facendo cultura. “Il cambiamento in alcuni è avvenuto subito, sono i follower più entusiasti, ma la maggioranza ha cominciato a seguire le direttive solo dopo un po’ di tempo e ora ci attendiamo che altri colleghi via via inizino a seguirci; siamo anche consapevoli che alcuni continueranno a ignorare le regole. Proprio come succede con i pop-corn che si cucinano al microonde: alcuni esplodono subito, i più solo dopo un po’, alla fine rimarranno sempre alcuni grani di mais inesplosi…”.
L’importante è continuare però a ‘fare cultura’, senza scoraggiarsi, per ‘far esplodere’ quanti più pop-corn è possibile, coltivando la cultura del cambiamento: eventi e manifestazioni servono anche a questo.