Il Digital Service Act, Reg. UE 2022/2065, è un nuovo regolamento europeo nato con l’obiettivo principale di disciplinare il mondo della comunicazione online, rendendolo maggiormente trasparente. Accanto allo stesso è nato il Digital Markets Act, Reg. UE 2022/1925, teso alla regolamentazione del mercato online, in particolare dei grandi e-commerce. I due nuovi regolamenti europei hanno dato vita insieme al c.d. Digital Service Package. A chi si applica il Digital Service Act? Ai soggetti che esercitano attività di intermediazione online, tra cui, per esempio, ecommerce, social network, piattaforme di condivisione di contenuti, app store, piattaforme di viaggi e alloggi online. Per tutti i soggetti ai quali si applica il regolamento sono previsti degli specifici obblighi, alcuni mirati a evitare la pubblicità ingannevole, altri tesi a evitare una profilazione non giustificata dell’utente; inoltre, soprattutto, i nuovi doveri introdotti hanno la finalità di responsabilizzare gli intermediari online, obbligandoli a collaborare con le autorità locali e a creare dei sistemi di reclamo e di risoluzione delle controversie interni. Per le piattaforme di grandi dimensioni, i c.d. Vlop (Very large online platform), che superano i 45 milioni di utenti, gli obblighi si fanno più stringenti; in particolare, tra di essi troviamo quelli di: divulgare il funzionamento degli algoritmi; garantire adeguate risposte per la rimozione di contenuti illegali; raggiungere una maggiore trasparenza fornendo alle autorità rapporti dettagliati sulle attività di moderazione dei contenuti, sulle decisioni di rimozione, sulle segnalazioni ricevute e sulle azioni intraprese in risposta alle valutazioni del rischio. Inoltre, il regolamento ha previsto due nuove figure con funzioni di controllo sugli adempimenti richiesti dal Digital Service Act. La prima è quella del Compliance Officer, una figura interna all’impresa con obblighi di sorveglianza nell’adempimento del regolamento; la seconda è quella del Digital Service Coordinator, un’autorità che ogni Stato membro dell’Unione Europea dovrà prevedere, con funzioni di sorveglianza mediante poteri ispettivi e gestione dei reclami. Cosa si rischia se non si rispetta il Digital Service Act? Si rischiano sanzioni fino al 6% del fatturato annuo, oltre che richieste di risarcimento danni ricollegabili al comportamento illecito nelle piattaforme. Dal 17 febbraio 2024 le norme previste dal Digital Service Act si applicano a tutte le piattaforme, ma già dalla fine di agosto 2023 queste norme si applicano alle piattaforme inserite nell’elenco Vlop. Dall’emissione del regolamento i grandi operatori online non sono rimasti indifferenti ai nuovi obblighi. Amazon, per esempio, si è opposta alla decisione della Commissione Europea che l’ha incluso fra i Vlop. La società, in particolare, sostiene di non essere, nell’ambito della vendita al dettaglio, il più grande rivenditore in nessuno dei Paesi dell’Unione Europea. Infatti, vi sono altri operatori più grandi, che non sono stati inclusi nella lista. Secondo Amazon, dunque, il suo inserimento nella lista Vlop comporterebbe un’ingiusta penalizzazione rispetto ad altri competitor. La stessa azione giudiziaria è stata intrapresa da Zalando. Sulla questione si è di recente espresso il Tribunale dell’UE, che ha accolto la richiesta di Amazon di sospendere un requisito del Digital Service Act che avrebbe imposto all’azienda di rendere pubblica una biblioteca di annunci pubblicitari, ma per il resto ha rifiutato il provvedimento d’urgenza. In ogni caso, la Commissione europea applicherà il Digital Service Act insieme alle autorità nazionali, che vigileranno sulla conformità delle piattaforme stabilite nel loro territorio. La Commissione è principalmente responsabile del monitoraggio e dell’attuazione degli obblighi aggiuntivi applicabili ai Vlop, come le misure volte ad attenuare i rischi sistemici. In breve, l’obiettivo ambizioso del Digital Service Act è sicuramente quello di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini europei, garantendo loro un maggiore potere di controllo e di scelta nell’utilizzo delle piattaforme online, e di proteggere le persone più fragili, come i minori, limitando la circolazione online di contenuti illegali. Allo contempo, per i fornitori dei servizi digitali vi sarà una maggiore certezza giuridica con un unico insieme di norme europee.