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Le “fortune” delle tecnologie italiane trainate ancora dall’exportERT

I dati relativi al primo trimestre del nuovo anno parlano chiaro: sarà un 2018 positivo per le tecnologie dedicate alla industrie del mobile e alla lavorazione del legno e dei suoi derivati. Lo conferma la tradizionale indagine trimestrale di Acimall, l’associazione confindustriale di settore, ritraendo un primo trimestre 2018 che conferma l’ottimo andamento del 2017, un anno che si è concluso – come noto – con un valore della produzione in crescita di ben il 10,5 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti, per un valore di 2,27 miliardi di euro, record storico del comparto.

Ebbene, il periodo gennaio-marzo ribadisce l’ottimismo, rivelando una crescita di un ulteriore 19,2 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2017. L’export si conferma ancora una volta assolutamente trainante (più 22,1 per cento sul primo trimestre dello scorso anno), mentre il mercato interno cresce di un certamente meno entusiasmante 3,7 per cento.

Se per quanto riguarda le vendite oltre confine basta ricordare la nostra oramai consacrata vocazione a rispondere alle domande degli utilizzatori di tutto il mondo, sull’Italia c’è da dire che il mercato mostra di essere in una stagione di “riflessione”, dopo il vero e proprio boom di investimenti dei mesi passati sull’onda dei provvedimenti in materia di “Industria 4.0”.

L’indagine della associazione confindustriale racconta che il carnet ordini è di 3,4 mesi (erano 3,6 nel trimestre precedente), mentre i prezzi dal primo gennaio mostrano una leggera crescita (0,6 per cento).

L’indagine qualitativa
L’indagine qualitativa sul trimestre rivela che per il 65 per cento del campione il trend della produzione è positivo (stazionario per il 29 per cento, in calo per il 6 per cento).
Occupazione giudicata stabile dal 35 per cento del campione, in aumento dal 53 per cento, in diminuzione per il restante 12 per cento.
Giacenze stabili per il 65 per cento degli intervistati, in crescita per il 29 per cento, in diminuzione per il 6 per cento.

L’indagine previsionale
Dando una occhiata al futuro a breve termine il 41 per cento degli intervistati scommette su un aumento degli ordini esteri, mentre per il 47 per cento saranno stazionari; in flessione per il 12 (saldo pari a più 29). Per quanto concerne il mercato interno fiducioso il 23 per cento degli intervistati; il 65 per cento prevede che le vendite entro i confini saranno stabili, il 12 per cento è convinto che diminuiranno (saldo pari a più 11).