Il primo incontro del ciclo “We love talking”, calendario di sei appuntamenti proposto da SPS Italia sull’evoluzione delle tecnologie dell’industria, che si terranno due al mese da qui a settembre, si è chiuso con una tavola rotonda sulle quattro aree chiave del mondo delle tecnologie per l’industria: automazione avanzata, robotica e meccatronica, digital&software, additive manufacturing, le stesse del ‘District 4.0’ di SPS Italia. A parlarne, alcuni rappresentanti di aziende partner di SPS Italia: Giorgio Ferrandino, General Manager di SEW-Eurodrive, Alberto Pellero, Director Strategy & Marketing Robotics KUKA, Davide Ferrulli, Country Manager Divisione 3D HP Italia, Giacomo Coppi, Digital Supply Chain and Manufacturing Leader SAP Italia.
Giorgio Ferrandino ha parlato della ‘smart production’ nel sito produttivo di Solaro, vicino Milano, inaugurato da SEW Eurodrive nel 2018, in occasione dei 50 anni di attività: una fabbrica 4.0 dove non solo si producono dispositivi smart ma dove la digitalizzazione si può toccare con mano sulle linee.
“Perché un progetto di digitalizzazione abbia successo occorre calarlo subito nella realtà e attuarlo avendo ben chiari gli obiettivi da raggiungere. I nostri erano una diminuzione dei tempi di consegna e la possibilità di offrire una maggiore scelta di prodotti in consegna ai nostri clienti. Siamo riusciti in tutte e due questi progetti. In azienda abbiamo processi di assemblaggio oltre che di logistica, quindi abbiamo ridisegnato la fabbrica coinvolgendo gli operai stessi, in modo da migliorare ogni attività. Per esempio, gli AGV sono stati regolati in altezza in modo da essere ergonomici per l’operatore che li utilizza, il che ne migliora il lavoro rendendolo al contempo più efficiente.
Alberto Pellero ha raccontato come durante la pandemia gli AGV di Kuka siano stati impiegati per compiti di sanificazione negli ambienti contaminati da Covid-19: “Siamo un’azienda che fa roborica industriale, ma sempre più anche robotica di servizio. Un altro esempio: dal 2011 un nostro robot industriale è impiegato in un ospedale milanese per dei trattamenti terapeutici. Poi abbiamo creato altre tipologie di robot: il robot barman che realizza cocktail sulle navi da crocera per fare un altro esempio. Infatti non tutti i robot sono uguali… Gruppo IMA dal 2015 sta lavorando a un progetto per far svolgere ai robot mobili il montaggio dei rulli sulle macchine di packaging. Lamborghini utilizza per l’avvitatura sotto scotta, in una posizione anti ergonomica molto scomoda, un sistema mobile in grado di muoversi intorno a un robot collaborativo in modo safe. I robot sono poi molti utilizzati per esempio nella costruzione di wafer nell’industria dell’elettronica.
Un’altra demo monitorava i dati di un sistema in movimento con robot per ottimizzare la disponibilità di un robot in presenza dell’altro, aumentando la produttività e riducendo il tempo di ciclo, aumentando quindi la produzione.
Un terzo esempio riguarda la robotica collaborativa e la possibilità di fornire degli ‘occhi’, tramite un sistema di visione artificiale, al robot tramite un sensore, in modo che il robot si sposti quando l’operatore si avvicina. Ovviamente ha senso rendere un robot intelligente solo se questo ne migliora le prestazioni per determinati compiti”.
Davide Ferrulli ha parlato di additive manufacturing, una delle tendenze che più sono assorte agli onori della cronaca in questo periodo di pandemia: “In molti casi diverse aziende che impiegano le nostre stampanti sono riuscite in sole 24h, a fornire in quantità notevoli quanto richiesto da centri spesso in situazione critica. Molti partner con stampanti 3D, che peraltro erano in lockdown per cui non produttivi, hanno dato un aiuto notevole a ospedali, centri di analisi ecc. Si è trattato di una supply chain distribuita, dove le aziende bastava condividessero un file, che è così riuscita a produrre in quantità importante i presidi di cui c’era necessità, rispondendo a queste esigenze improvvise grazie al fatto di essere snella.
Aiutare le aziende, però nella gestione degli innumerevoli dati che raccolgono, non solo quelli gestionali per cui inizialmente nasce (ERP) è anche la mission di SAP, come illustrato da Giacomo Coppi: “Oggi si raccolgono moltissimi dati, per esempio sull’esperienza del consumatore finale. Sfruttare queste informazioni al meglio, abbattendo anche i tradizionali silos che si creano in azienda, è quello che intende fare SAP, che propone anche l’uso del cloud in modalità a consumo.
Prossimo appuntamento il 18 giugno, ore 14,30, con “La continua evoluzione della robotica industriale”.