L’implementazione di tecnologie intelligenti sta influenzando diversi ambiti e processi aziendali, con un impatto profondo e trasformativo. Se l’automazione 4.0 e l’Internet delle Cose (IoT) hanno incrementato l’efficienza operativa della produzione e della logistica, l’intelligenza artificiale generativa (GenAI) rappresenta una delle più innovative e rivoluzionarie frontiere della tecnologia contemporanea, che trasformerà radicalmente alcune dinamiche aziendali. Attraverso l’analisi dei dati, queste tecnologie possono, per esempio, fornire previsioni più accurate e supportare le fasi di pianificazione strategica e operativa. Secondo la società Gartner, il fenomeno si sta estendendo e si prevede che entro i prossimi 3-4 anni l’80% delle aziende farà uso di AI, grazie alla maggiore versatilità e semplicità d’uso, ai costi ridotti, alla disponibilità di modelli, applicazioni open source e cloud computing. Gli investimenti in IT e AI coinvolgono ormai tutti gli ambiti aziendali, e si prevede che entro un breve periodo la maggior parte delle nuove tecnologie emergenti, come l’AI appunto, saranno utilizzate da utenti anche non esperti, per potenziare ed espandere nuovi mercati e prodotti: qualcuno la chiama ‘democratizzazione’. Di conseguenza, si prevede un aumento significativo dei mercati digitali e degli ecosistemi di innovazione, dove attraverso piattaforme specifiche sarà possibile acquisire tecnologie e idee, integrarle e applicarle, sfruttare collaborazioni fra esperti per creare valore e offerte differenziate per i propri clienti. L’impatto sui diversi processi e sulle attività intellettuali è e sarà enorme: alcune mansioni ripetitive, così come quelle relative alla costruzione di contenuti digitali possono essere automatizzate, consentendo agli addetti di concentrarsi su compiti più creativi e strategici, che richiedono competenze umane. Tra i processi interessati non è escluso l’HR, che oggi sfrutta la tecnologia per attrarre nuovi talenti e per gestire la trasformazione digitale con i lavoratori, mediante approcci personalizzati e autoapprendimento. A breve l’intelligenza artificiale generativa verrà maggiormente sfruttata per ottimizzare il contributo delle persone connesse tra loro (augmented-connected workforce), ma anche per supportare le fasi di ricerca del personale, la comunicazione prima e durante i colloqui, nonché per definire in modo più accurato le cosiddette job description. L’adozione dell’AI comporterà anche rischi per i dipendenti, in particolare la possibile trasformazione, se non la perdita, del proprio posto di lavoro e delle proprie mansioni, che verrebbero sostituite da sistemi di AI generativa. Sempre Gartner prevede che l’impatto derivante da questo fenomeno potrebbe generare un turnover del 20%; per questa ragione, occorre che le aziende siano pronte a gestire tale cambiamento. L’AI non è solo una nuova tecnologia: il suo crescente utilizzo sta trasformando le aziende e il loro modo di operare, migliorando flessibilità e competitività; di conseguenza, anche le economie e le società stesse ne saranno impattate. In un prossimo futuro si potrà misurare la produttività indotta dalla AI, che diventerebbe uno dei principali indicatori del potere economico delle varie nazioni. Naturalmente, vi sono molte perplessità relative all’etica, alla sicurezza, alla privacy dei dati personali, che generano dibattiti su questi temi di fondo. Lo scorso novembre, infatti, si sono riuniti a San Francisco oltre 200 dei massimi esperti mondiali di AI durante il summit ‘AI Governance Summit’ del World Economic Forum, proprio per discutere sull’impatto che l’intelligenza artificiale potrebbe avere su occupazione, sicurezza ed economia. Per fronteggiare i rischi e massimizzare i benefici della GenAI nell’organizzazione del lavoro è indispensabile un approccio globale, responsabile e collaborativo. Su questo tema la Commissione Europea ha delineato una strategia per il prossimo decennio digitale, che mira a rendere la UE un polo di livello mondiale per l’AI, garantendo che la stessa sia incentrata sull’uomo, sulla sicurezza e sull’affidabilità. In definitiva, occorre prepararsi e investire in formazione multidisciplinare per riqualificare i lavoratori, e contemporaneamente sviluppare e adottare a livello nazionale nuovi criteri e regolamenti in grado di assicurare sicurezza, diritti ed etica.