Pagina 13 - SSI Settembre 2012

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S
SI
software
AUTOMAZIONE OGGI 357
SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 129
altre funzioni simili, senza riprogram-
mare una linea di codice e senza la
necessità di testarli nuovamente.
I vantaggi non finiscono qui: i mo-
duli possono essere creati separata-
mente, da persone diverse, in diversi
momenti, procedendo per gradi e
agevolando grandemente il processo
di integrazione del software. Inoltre
possono essere creati moduli aggiun-
tivi che implementano, ad esempio,
nuove funzioni o differenti opzioni
macchina, senza dover conoscere nel
minimo dettaglio i moduli preesistenti. In questo modo è
possibile, ad esempio, sviluppare internamente le parti che
sono più sensibili, magari perché frutto del know-how dell’a-
zienda, affidando altre parti meno critiche a un fornitore
esterno. Consideriamo poi la vita del software dopo il rilascio
prendendo il caso in cui occorra rivedere singole funzioni
all’interno di un progetto. Sebbene in passato fosse neces-
sario ricreare l’intero progetto ricompilato, oggi è possibile
limitare il processo ai soli moduli che sono stati modificati o
sostituiti. Questo accelera il processo di traduzione in codice
binario del progetto globale e, soprattutto, semplifica la pro-
cedura di verifica e approvazione del singolo modulo. Data la
loro natura aperta e indipendente, tali
moduli possono essere definiti come
sotto-progetti indipendenti e struttu-
rati gerarchicamente in diversi livelli, a
ricalcare l’architettura funzionale del
programma e quindi del sistema fisico
da controllare.
Configurazione grafica
assistita per evitare
errori e accelerare il set up
“L’unico modo per garantire il suc-
cesso di un ambiente di sviluppo nel
tempo è quello di garantire agli svi-
luppatori un modo comodo e sem-
plice per gestire i loro programmi, che
si fanno ogni giorno più complessi”
spiega Hans Egermeier, business ma-
nager della business unit Automation
Software in B&R. Per raggiungere questo obiettivo occorre
lavorare fianco a fianco con esperti di usabilità del software
per assicurare ciò a cui ci si riferisce, tra gli addetti ai lavori,
con il termine ‘simplexity’.
Sovente il primo passo nello sviluppo di un nuovo progetto è
la configurazione hardware che deve essere chiara e rappre-
sentativa del sistema…e deve restarlo nel tempo, per chiun-
que debba metter mano al progetto durante lo sviluppo e in
futuro. Per questa ragione è bene avere uno strumento di
configurazione che permetta di realizzare una rappresenta-
zione simbolica del sistema e della sua topologia, con imma-
gini foto-realistiche dei dispositivi hardware, ricreando una
vista simile a quella che si troverebbe
aprendo lo sportello dell’armadio elet-
trico, con tanto di connessioni.
Chiaramente la grafica deve essere un
ausilio alla programmazione e alla con-
figurazione, non solo un aspetto este-
tico, e ci si aspetta che tale strumento
sia alimentato con le informazioni in-
terne relative ai dispositivi installati, in
modo da avere anche un controllo di
coerenza della configurazione scelta
e, perché no, per impostare automa-
ticamente i primi parametri.
In questo modo è facile modificare,
duplicare e riconfigurare l’hardware di
sistema, evitando lunghe fasi di start
up e prevenendo errori umani sia in
fase di concept, sia in successive fasi
di versionamento o di manutenzione.
Moduli indipendenti e riutilizzabili sono una componente chiave Smart Engineering.
Grazie a essi è possibile beneficiare dello sviluppo delle diverse parti di codice in
parallelo, riducendo tempi di sviluppo e rischi
Le interfacce aperte
incluse in Automation
Studio aprono la strada
allo sviluppo di software
integrato e sostenibile
L’approccio meccatronico è ormai
imprescindibile ed è ciò che consente di
avere uno sviluppo integrato e razionale,
condiviso a ogni livello della
progettazione