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SPS ITALIA 2022 30 Marella: “Ogni applicazione e integrazione richiede una dettagliata analisi per de- terminare la soluzione migliore in termini di performance e costi. La digital transfor- mation sta guidando l’intero sistema verso un cambiamento di passo che vede in molte delle tecnologie applicate sul campo, ormai, un collo di bottiglia che le aziende, soprattutto le PMI, non possono più permettersi. La grande industria ha avviato la corsa alla trasformazione digitale molto prima e in questo rappresenta un modello a cui ispirarsi anche in termini di soluzioni, non solo di percorso. I risultati sono concreti e misurabili, proprio grazie alle tecnologie poste in essere all’interno del processo produttivo. Pensiamo per esempio agli AMR, che rappresentano in diversi settori, quali quelli dell’automazione, del manufacturing e della logistica, un’accelerazione virtuosa non solo in termini di performance,ma anche di ripensamento di unmodello di impresa sostenibile a 360°, non più solo perché rispetta l’ambiente, ma in quanto ripropone l’uomo al centro del progetto,destinando allamacchina il lavoro dellamac- china,ripetitivo,sempre uguale,e all’uomo il lavoro dell’uomo,di governo,di controllo della macchina e della qualità della lavorazione. Oggi tutto questo è alla portata delle PMI,ma è richiesto un cambio di mentalità e una spinta in questa direzione si esercita più agevolmente là dove è avvenuto o si profila un passaggio generazionale”. Albertini: “Dalla nostra esperienza in applicazioni di cybersecurity in campo IIoT,pos- siamo confermare che l’indirizzamento e il re-indirizzamento del traffico rappresen- tano sempre punti complessi da districare. Generalmente, si preferiscono soluzioni centralizzate per l’orchestrazione delle connessioni criptate in modalità on premise, così da mantenere il traffico all’interno dell’infrastruttura di proprietà. Ovviamente ogni infrastruttura è unica e costituisce un caso a se stante, pertanto potremmo dire che non esiste una soluzione universale che si possa adattare indistintamente. È fondamentale tenere in considerazione le esigenze delle singole realtà”. Competenze e servizi La digitalizzazione implica competenze che non sempre le aziende, soprattutto medio-piccole, hanno. Quindi ricorrono alla terziarizzazione. Quali servizi siete in grado di offrire come fornitori? Carlucci: “Schneider Electric lavora con i suoi clienti sul doppio versante della forma- zione e del servizio.Abbiamo un‘Service Bureau’dedicato alla gestione dei clienti che lo richiedano e abbiamo sviluppato piattaforme cosiddette‘Advisor’, che permettono per esempio, anche ai nostri clienti OEM, di proporre un approccio di servizio ai loro utenti finali. Il nostro modo di lavorare con i clienti è fortemente orientato a costruire insieme le competenze, facendole crescere mentre lavoriamo per implementare la soluzione e per massimizzare la capacità del cliente di sfruttarla, di evolverla nel tempo. Il nostro è un vero affiancamento che costituisce un arricchimento anche per noi. Infatti nel confronto con le specifiche necessità del cliente si accrescono man mano anche le nostre competenze applicative specializzate, consentendoci di migliorare sempre di più”. Marella: “FasThink seleziona e armonizza in un progetto d’insieme i componenti più idonei e performanti per ogni applicazione. Le nostre soluzioni guidano al cambia- mento verso l’ottimizzazione del processo, attraverso la più innovativa tecnologia Rfid in ogni ambiente di utilizzo nei sistemi di identificazione automatica, per la pro- duzione, la logistica, l’asset tracking e per il controllo automatico del ‘via vai’ di merci attraverso i varchi. Il nostro R&D è a disposizione per la customizzazione di sistemi Rfid su specifiche richieste”. Massari: “La digitalizzazione di una fabbrica, o più in generale di un’azienda, indi- pendentemente dal settore merceologico in cui opera, richiede una visione impren- ditoriale ampia che spazia dalla consapevolezza delle reali esigenze dell’azienda, alla volontà di investimento in nuove regole emetodologie di gestione dei processi.Infatti, la digitalizzazione coinvolge tutti i reparti dell’azienda e questo non sempre può es- sere delegato all’esterno. I professionisti esterni possono occuparsi dell’applicazione di regole o metodologie, ma se poi queste competenze non vengono assorbite dal personale aziendale si rischia di spendere e non investire in innovazione. Per questo motivo offriamo servizi di formazione sulla digitalizzazione d’impresa e consulenza per la revisione dei modelli aziendali e l’applicazione di software integrati. Il core business di DM è lo sviluppo di software MES ed è importante per il team di sviluppo immedesimarsi nei key user, cioè gli utilizzatori finali del prodotto, che in questo caso sono gli operatori della fabbrica. All’inizio, l’introduzione di un nuovo sistema e di un nuovomodo di operare può generare reazioni diverse,tra cui la poca propensione a un cambiamento o la preoccupazione di avere poco tempo per gestire il nuovo approccio. Un software MES user-friendly dovrebbe essere appreso in poco tempo, infatti noi puntiamo a offrire ai clienti una formazione adeguata, esaustiva e altrettanto breve. Un’esperienza utente positiva è l’obiettivo a cui deve puntare un’azienda che sviluppa software MES ma anche un’azienda che deve implementare il software MES, pena l’inutilità dell’investimento”. Albertini: “Il problema delle competenze si sentemaggiormente proprio nelle piccole realtà che, pur avendo le stesse esigenze delle grandi aziende, si ritrovano con budget e risorse molto limitati e spesso non sufficienti per gestire le problematiche relative alla sicurezza. Per venire incontro alle necessità delle micro e piccole imprese italiane stiamo lavorando a stretto contatto con il canale per formare system integrator, con- sulenti e operatori IT/TLC,inmododa affiancare anche queste realtà nel fondamentale processo di trasformazione digitale, imprescindibile ormai per ogni realtà produttiva”. Foto fonte Shutterstock TAVOLA ROTONDA

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