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SETTEMBRE 2012
FIELDBUS & NETWORKS
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fatturato globale ha evidenziato un +18% per un volume d’affari totale
vicino ai 4 miliardi di euro. La prima metà del 2012 ha mostrato segni
meno incoraggianti, soprattutto perché, data la situazione interna, il
manifatturiero italiano può contare solo sul canale estero per uscire
dall’empasse. Le nicchie di mercato probabili propulsori di sviluppo sul
lungo periodo sono anche quelle più innovative, che già hanno contribu-
ito alla crescita del comparto nel 2011: il campo dell’energia in primis,
con il necessario rinnovamento dalle reti a fronte dell’avvento delle
rinnovabili, le ‘smart city’ e la necessità di controllare i consumi per
ridurli; l’ambito del telecontrollo e della telegestione, in quanto grazie
a questi sistemi è possibile contenere i costi e i tempi legati alla ma-
nutenzione, nonché intervenire più tempestivamente in caso di guasto
riducendo i costi di eventuali perdite. E parlando di reti, temi scottanti
continueranno a essere il wireless e la sicurezza.
Il mercato delle reti
Entrando nel dettaglio del mercato dell’automazione 2011 si nota una
sorta di divisione in due semestri a velocità
differenti: a un inizio di forte ripresa, in con-
tinuità con il 2010, è seguito un periodo con
segni di rallentamento. “In generale l’anno è
stato molto buono in termini sia di crescita
che d’investimento, recuperando in molti
settori il terreno perso dopo la crisi del 2009”
ha ribadito Oscar Milanese, presidente del
Gruppo PLC e I/O distribuiti di AssoAuto-
mazione Anie. “I diversi comparti economici
hanno avuto dinamiche differenti tra loro,
caratterizzati però dal generale clima d’in-
certezza del quadro congiunturale. In questo
contesto, il comparto PLC/PAC & Networks
ha manifestato una crescita media di oltre il
15%, una delle maggiori dell’intero ambito
dell’automazione, se si esclude il Motion &
Drives. La crescita è stata possibile grazie
alle esportazioni dei macchinari di produ-
zione, particolarmente evidente in alcuni
settori di eccellenza, come il packaging,
ma anche ad alcuni investimenti industriali
puntuali nel nord Italia. Gli OEM, più mar-
catamente nelle regioni Emilia, Lombardia
e Triveneto, hanno beneficiato di questo
contesto. Si evidenzia inoltre una crescita
di oltre il 20% nelle regioni del centro-sud e
della Toscana-Umbria”. Il contesto del mer-
cato dell’automazione a inizio 2012 beneficia
meno che in passato del contributo delle in-
frastrutture, penalizzate dalla carenza di vere
‘nuove opere’, e della building automation per
il calo delle costruzioni che ha colpito anche
il mercato del civile. La nicchia delle rinno-
vabili ha subito un forte ridimensionamento
rispetto al 2011 per le note vicende legate
alle agevolazioni fiscali; il settore della distribuzione nei primi
mesi del 2012 risulta in maggiore sofferenza rispetto all’anno
precedente, avendo registrato una crescita inferiore alla media
con un modesto +5%. “L’inizio del 2012 sta evidenziando tutte
le incertezze del 2011, pur con segnali meno negativi del pre-
visto. Se le esportazioni si manterranno sui livelli medi di fine
2011 si può prevedere per il mercato dell’automazione un anno
con una leggera decrescita media. Questo sarà meno evidente
se, come nel 2011, vi sarà una forte domanda di grossi sistemi” ha
proseguito Milanese. “Nel 2011 vi è stata una forte richiesta di linee
L
e prime soluzioni tecniche utilizzate per la safety prevedevano l’uso di
un bus di campo dedicato, definito appunto ‘di sicurezza’, da installa-
re in aggiunta al bus tradizionale, al quale era delegato il compito di
gestire tutte le funzioni di automazione non associate agli aspetti di sicu-
rezza. La naturale evoluzione ha comportato lo sviluppo di sistemi capaci
di gestire sia i segnali di sicurezza, sia quelli non di sicurezza utilizzando un
solo supporto fisico di trasmissione. Tale soluzione prevedeva l’impiego di
uno o più controllori di sicurezza con I/O sicuri che comunicavano tra loro
per mezzo di uno speciale protocollo di sicurezza. In aggiunta ai problemi
sulla trasmissione dati, andavano considerati i possibili errori causati da
un’interpretazione errata dei dati stessi.
Attualmente i profili per applicazioni di sicurezza (safety) sono trattati e
standardizzati in IEC 61784-3-3 “Functional safety communication”. La pos-
sibilità di integrare a livello di bus di campo sia i segnali provenienti dagli
I/O utilizzati per controllare il processo, sia quelli per gestire la sicurezza
della macchina offre innumerevoli vantaggi, per cui diversi standard hanno
sviluppato un profilo applicativo in grado di gestire tali aspetti. Dal punto
di vista pratico, i profili per le applicazioni di sicurezza si basano sull’intro-
duzione nel protocollo di comunicazione di un piccolo strato, che si poggia
sopra al protocollo base del fieldbus. All’interno di questo strato aggiuntivo
vengono effettuati una serie di controlli necessari per garantire la presenza
o meno di un nodo e la correttezza e l’integrità dei messaggi trasmessi. Il
concetto di fondo è quello della scatola nera (o black box), secondo il quale
non interessa cosa vi sia in mezzo tra chi trasmette il valore proveniente da
un sensore e chi lo recepisce, bensì interessa che vi sia la garanzia di sicu-
rezza nella trasmissione del dato. I profili per applicazioni safety garantisco-
no la possibilità di collegare I/O di sicurezza remotati, in modo da arrivare
ai livelli di sicurezza SIL3 in accordo con IEC 61508 / 62021, Cat.4 secondo
EN 954-1, PL (Performance Level) ‘e’ secondo ISO 13849.
APPLICAZIONI DI SICUREZZA (SAFETY)