AS_06_2019

che, nel suo interessantissimo intervento, ha portato una testimonianza personale da cui, in realtà, si potrebbero trarre delle interessanti suggestioni anche per il mondo della pro- duzione industriale. L’astronauta Paolo Nespoli, che si è definito metalmecca- nico spaziale, ha svolto il suo ruolo di “manodopera che lavora sulla stazione spaziale internazionale per fare di tutto” raggiungendo il ragguardevole traguardo di oltre tre- cento giorni nello spazio . Abituato a fronteggiare la complessità più estrema, Nespoli ha fatto un elogio della semplicità , che può essere un valore fondamentale anche nelle imprese tecnologiche più sofisticate , e ha ribadito l’importanza sociale ed economica di un impegno costante nella ricerca e nella formazione , citando il più noto ‘ricercatore’ di sempre, Leonardo da Vinci, che sosteneva come la migliore forma di sofistica- zione fosse la semplicità. Quando si devono svolgere compiti impegnativi, a volte si tende a fare cose troppo sofisticate, come è accaduto con lo Space Shuttle, che probabilmente è stata la macchina più complessa mai realizzata dall’umanità, con i suoi 28.000 tipi diversi di dati che venivano generati a bordo ed erano inviati al centro di controllo. Per funzionare correttamente, lo Space Shuttle aveva bisogno di cinque computer di bordo e si è rivelato essere una macchina così complessa da diven- tare presto ingestibile, troppo sofisticata e costosa. La stessa Nasa stessa definì i lanci della sua navetta come eventi da ‘One Billion Dollar’, cioè impegni finanziari da un miliardo di dollari ciascuno, solo per il lancio. Nella sua carriera, Nespoli ha partecipato sia ai lanci della navetta americana, sia a quelli delle capsule russe. I russi, che continuano a utilizzare il sistema di lancio R7 degli anni 60 (il missile balistico intercontinentale che servì anche a trasportare Yuri Gagarin), hanno optato per un sistema estremamente collaudato e così semplice da non aver nemmeno bisogno di un computer di bordo. Il sistema di lancio russo si è dimostrato essere l’unico così affidabile da poter garantire il trasporto di astronauti umani alla sta- zione spaziale internazionale. Naturalmente, la semplicità ha bisogno di competenze e di alta formazione. Nespoli ha ricordato anche che l’impegno e i fondi spesi in ricerca ed educazione spesso non consen- tono di ottenere esattamente quello che ci si era prefissati entro il tempo che si desiderava ma, impegnandosi in modo costante, gli investimenti in formazione e ricerca secondo un approccio statistico si rivelano essere molto sicuri . Semplicemente, occorrono i fondi e le persone giuste per tutto il tempo necessario. Anche se molto probabilmente non era quello che intendeva dire Nespoli, da tutto questo si può ricavare un punto di vista utile anche in materia di politica industriale e di educazione: perseguire degli obiettivi precisi, anche quando questi appa- iono come molto semplici, potrebbe rivelarsi una scelta più saggia rispetto a inseguire la convenienza del momento, senza avere nessuna meta prefissata.

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