AS_02_2020

Marzo 2020 Automazione e Strumentazione INDAGINE approfondimenti 62 dei dati real-time, nella riduzione dei tempi morti e nell’ottimizzazione della manutenzione predittiva. Il legame tra Lean Production e tecnologie 4.0 si rafforza grazie anche a una maggiore disponi- bilità di dati digitali, alla capacità di monitorare l’utilizzo delle risorse e alla loro movimenta- zione. Sfruttando i Big Data e l’Intelligenza Artificiale, la stessa quantità di prodotti lavorati può adattarsi alla domanda del prodotto in tempo reale, rendendo la produzione flessibile e priva di scarti, riducendo gli sprechi (Muda) e il tempo dedicato alla ricerca di informazioni e alle opera- zioni logistiche. Segnaletica orizzontale, etichette, device e altri strumenti di visualizzazione sono parte integrante dei principi della lean manufacturing. Il Kan- ban, le Obeya Room e i sistemi Andon ci hanno abituati a pannelli, lavagne e maxi schermi per gestire visivamente i flussi produttivi e control- lare i processi aziendali in tempo reale. È utile in questo quadro, dove molti di questi sistemi tendono a sovrapporsi, non confondere approcci e metodi. Agile e Lean sono filosofie basate su principi di carattere generale. Scrum e Kanban sono metodologie , veri e propri fra- mework che fanno uso di tecniche e strumenti specifici (sprint, board, test ecc.). L’adozione di una metodologia piuttosto che un’altra dipende da variabili sia interne sia esterne al progetto. Non esistono regole universali, ma occorre bilan- ciare al meglio organizzazione, governance ed esperienze riferendosi ai principi base e avendo ben in mente l’obiettivo principale. Design Thinking Il Design Thinking è una metodologia codifi- cata all’inizio degli anni 2000 da Tim Brown , CEO della californiana Ideo. Si basa sui prin- cipi del design strategico e ha per obiettivo quello di trovare una soluzione innovativa a un problema tenendo conto dell’aspetto umano (gradimento degli utenti), dell’aspetto econo- mico (sostenibilità e redditività) e dell’aspetto tecnologico (fattibilità). Il Design Thinking individua 4 fasi iterative propedeutiche alla realizzazione del prodotto o del servizio: ‘empatizzare’ (conoscere le reali esigenze degli utenti); ‘definire’ (costruire un nuovo punto di vista basato sulle neces- sità individuate); ‘ideare’ (concepire nuove strategie e soluzioni), ‘prototipare’ (testare le soluzioni, abbozzate inizialmente in modo rudimentale). Un altro elemento caratteriz- zante questa metodologia è il coinvolgimento di un team multidisciplinare , per affrontare una tematica da diversi punti di vista. Adottato da aziende globali come Deutsche Bank, Nintendo, Coca Cola, Philips, Voda- fone, Auchan, General Electric, il Design Thinking sviluppa idee coinvolgendo tutti gli attori del processo, dai manager al team di lavoro, dai clienti ai fornitori, fino ai partner di ogni livello, valorizzando le risorse di tutti per ricavare preziosi contributi e raggiungere intu- izioni creative grazie allo scambio dialogico. Six Sigma La metodologia Six Sigma racchiude collaudati principi e tecniche per il miglioramento e la gestione della qualità in azienda. Questi sono derivati dalle 5 fasi del ciclo di Deming (Define; Measure; Analyse; Improve; Control). Sigma ( ) è la lettera dall’alfabeto greco utilizzata per indicare la deviazione standard di una popola- zione. L’obiettivo della metodologia Six Sigma è di tendere ad un processo il cui output sia privo di difetti . Il ‘livello’ sigma indica quanto una azienda si avvicina ad un processo che non produce difetti. Raggiun- gere 6 sigma significa raggiungere un controllo del processo tale da avere soltanto 3,4 parti difet- tose per milione. Senza grossi investimenti iniziali, la metodologia Six Sigma fornisce le linee guida e tool pratici per identificare i requisiti del cliente e per portare i pro- cessi aziendali a raggiun- Modello Design Thinking (fonte: Wikimedia Commons)

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