Effinciency_and_Environment_05_2020

129 Efficiency & Environment - Maggio 2020 Speciale economia circolare al tempo della Industry 4.0 funzionalità e proprietà; fornire bioenergia e biocombustibili sostituendo i combustibili fossi- li; sviluppare nuove e più efficienti e sostenibili pratiche agricole e marine; sviluppare processi biologici e bioraffinerie; produrre soluzioni per la chimica verde e sostenibile. Il terzo passaggio, il più recente e che riassume e amplifica i precedenti, è il cosiddetto Green Deal lanciato nel dicembre scorso dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen: un programma ambizioso, con una precisa roadmap e una serie di azioni e direttive volte a contrastare il riscalda- mento globale, che dovrebbero portare l’Europa ad essere il primo continente a impatto climati- co zero entro il 2050. Le azioni previste riguarderanno tutti i settori dell’economia: industria, energia, edifici, mobili- tà. L’industria europea utilizza solo il 12% di ma- teriali riciclati: il piano prevede un forte soste- gno all’industria per innovare e diventare leader mondiali nell’economia verde. La produzione e l’uso dell’energia rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra della UE: il pia- no punta alla piena decarbonizzazione del set- tore energetico. I trasporti rappresentano il 25% delle nostre emissioni: la Commissione favorirà l’introduzione di forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane. Il 40% dei nostri consumi energetici riguarda gli edifici: il Green Deal propone azioni per incenti- vare la ristrutturazione degli edifici e per aiutare i cittadini a ridurre le bollette energetiche. Il conseguimento degli obiettivi climatici e ambientali dell’UE richiede una nuova politi- ca industriale basata sull’economia circolare. Le prime tappe della roadmap di questo nuovo cammino iniziano nella primavera 2020 con i primi provvedimenti della strategia industriale che sosterrà la trasformazione ‘verde’, aiutan- do le industrie a modernizzarsi e a cogliere le opportunità a livello nazionale e mondiale. Un obiettivo fondamentale sarà quello di stimolare lo sviluppo di nuovi mercati per i prodotti circolari e climati- camente neutri; la decarbonizzazione e la modernizzazione delle industrie ad alta intensità energetica, come l’acciaio e il cemento, sono perciò fondamentali: la Commissione pre- senterà una proposta per sostenere la produzione di acciaio a zero emissioni di carbonio entro il 2030. La Commissione presenterà poi una politica di ‘prodotti so- stenibili’, che metterà in primo piano la riduzione e il riutilizzo dei materiali prima del loro riciclaggio. Saranno fissati requisiti minimi per evitare l’immissione sul mercato dell’UE di prodotti nocivi per l’ambiente. Sarà affrontato il problema delle false etichette verdi. Gli sforzi si concentreranno in primo luogo su settori ad alta intensità di risorse quali: prodotti tessili, edilizia, prodotti elettronici, plastica. Si stanno predisponendo misure per garantire che tutti gli imballaggi nell’UE siano riutilizzabili o riciclabili entro il 2030; verranno analizzati i vantaggi per i consumatori dei sistemi di ritiro; tali sistemi spingeranno le persone a riportare i loro dispositivi, come telefoni cellulari, tablet o caricabatteria, per il riciclaggio. La creazione di nuovi modelli d’impresa basati sulla locazione di beni e servizi con- tribuirà ad allontanare i modelli di consumo dai prodotti mo- nouso o di uso limitato. L’Italia in pole position Per tutto questo l’Italia sembra rappresentare, una volta tanto, un chiaro punto di riferimento. Come scrivono Ermete Realac- ci e Carlo Sangalli, rispettivamente presidente di Fondazione Symbola e presidente Unioncamere, nell’introduzione al de- cimo rapporto GreenItaly realizzato proprio da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Conai, Ecop- neus e Novamont: “Di economia circolare nel 2008 parlavano solo le riviste specializzate, oggi l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urba- ni, industriali ecc.): il 79%. La sostituzione di materia seconda nell’economia italiana che deriva da questo riciclo comporta un risparmio potenziale di 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 58 milioni di tonnellate di CO 2 : pari rispettiva- mente al 12,5% della domanda interna di energia e al 14,6% delle emissioni. L’Italia in questi anni è diventata quarto pro- duttore mondiale di biogas dopo Germania, Usa e Cina. Oltre ad essere uno dei campioni della chimica verde”. Del resto, i dati del Rapporto parlano chia- ro. Sono oltre 432.000 le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito negli ultimi cinque anni (2015-2019) in prodotti e tecnologie green: quasi un terzo (31,2%) dell’intera impren- ditoria extra-agricola e nel manifatturiero sono il 35,8%. Chi ha scelto la sostenibili- tà ha un maggiore dinamismo sui mercati esteri: il 51% delle eco-investitrici ha segna- lato un aumento dell’export nel 2018, contro il 38% delle altre. “E innova di più: il 79% del- le imprese green ha sviluppato innovazioni, contro il 61% delle non investitrici. Innova- zione che guarda anche a Impresa 4.0. Sospinti da export e innovazione, ne beneficiano il fatturato (aumento atteso dal 26% delle imprese green contro il 18% delle altre, 2019) e l’oc- Image by highnesser from Pixabay

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