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ITALIA 4.0

2017

Universal Robots

flessibilità operativa si possa definire real-

mente collaborativo.

Le aziende, in particolare le PMI, oggi de-

vono avere grande capacità adattativa,

garantire velocità di risposta e produttività.

E se si imbocca la strada dell’automazione

per garantire le performance richieste la

valutazione di quale sia l’investimento mi-

gliore, a 360 gradi, si fa largo. Ecco che un

robot non deve soltanto lavorare accanto

all’uomo, ma anche essere una tecnologia

plug&play, facile da installare e avviare, alla

portata di aziende di ogni dimensione.

I cobot Universal Robots, per “caratteristi-

che native”, si presentano come la soluzio-

ne ideale per rispondere tanto alle esigen-

ze produttive, quanto a quelle di innova-

zione ed evoluzione nel modo di produrre

e organizzare la fabbrica. Vediamo perché.

Una risposta alle PMI

Innanzitutto sono tutti di piccola taglia con

un peso contenuto. UR3, UR5, UR10, i 3 co-

bot dell’azienda danese, si differenziano so-

lo per carico al polso (rispettivamente 3, 5 e

10 Kg) e per sbraccio (rispettivamente 500,

850 e 1.350 mm) e condividono un peso ri-

dotto che consente di installarli e, se neces-

sario, spostarli con lamassima semplicità.

Gli spostamenti e gli adattamenti al conte-

sto produttivo – o ad esigenze emergenti –

sono resi ancor più facili dal fatto che queste

macchine funzionano a 220 V: si inserisce la

presa e il cobot può iniziare a lavorare.

Grazie alla loro leggerezza, inoltre, i cobot

UR non richiedono specifici supporti da fis-

sare a terra né lunghe ore di installazione.

Ciascun modello può essere applicato ad

un banchetto, o avvitato a semplici sup-

porti in alluminio, attraverso una contro

flangia applicata alla base. Queste caratte-

ristiche riducono drasticamente il tempo di

commissioning.

Un’immediata entrata sulla scena del pro-

cesso produttivo, quindi, garantita da altri

due fattori: le 15 funzioni di sicurezza che

caratterizzano i robot UR e li rendono per-

fettamente sicuri (possono operare senza

le classiche barriere perimetrali che nor-

malmente si vedono attorno ad un robot)

e una programmazione facile ed intuitiva

che consente a ciascun operatore, anche a

quello meno esperto, di programmare le

prime traiettorie del robot.

Tutte queste caratteristiche, condivise

equamente dai tre modelli UR3, UR5 e

UR10 rappresentano un reale vantaggio

anche in termini economici. Basti pensare

all’opportunità di avere tutte le potenzia-

lità della robotica tradizionale senza do-

versi accollare i costi accessori (hardware,

barriere, ingombro di layout), senza costi

di programmazione elevati, anzi contando

su una rapida messa in funzione e su una

notevole flessibilità applicativa e opera-

tiva. Vantaggi che si ritrovano nel tempo

medio di ritorno dell’investimento più ve-

loce di tutto il settore.

Universal Robots A/S

Via Lugaro, 15 - 10126 Torino

Tel.

+39 334 8803171

www.universal-robots.com/it marketing.italy@universal-robots.com

Universal Robots nasce con un obiettivo:

consentire alle persone che lavorano in

aziende di qualsiasi dimensione, ovunque

nel mondo, di distogliere tempo da opera-

zioni faticose, ripetitive, noiose e a scarso

valore aggiunto per dedicarsi, con passione

e creatività ai propri progetti, lasciando alle

macchine l’incombenza della produttività.

Queste le ‘linee guida’ del ‘progetto UR’,

le direttrici che hanno condotto alla rea-

lizzazione del vero robot collaborativo, o

cobot come si usa ora chiamarli. Perché lo

si definisce il ‘vero cobot’? Quali sono le sue

peculiarità? È sufficiente la gestione della

‘safety’ a garantire la collaboratività?

La risposta sembra semplice. Non è cosi.

Occorre infatti interrogarsi su quali siano

i parametri di scelta che system integrator

ed end user devono applicare per sceglie-

re i componenti di automazione dei pro-

pri processi.

Collaborativi fino in fondo

La risposta di molti, di primo acchito, è sì.

Se i robot sono sicuri, se possono operare

vicino all’uomo, allora sono robot collabo-

rativi. Davvero?

Se osserviamo bene i processi produttivi,

nessun operatore o responsabile produ-

zione affermerebbe che un robot ingom-

brante, che richiede una lunga fase di

installazione, la cui programmazione è ri-

servata agli esperti, o che ha scarsa o nulla

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