Di evoluzione e andamento del mondo industriale e della tecnologia si è trattato in occasione del primo incontro digitale del ciclo “We love talking”, calendario di appuntamenti di SPS Italia (che tornerà ‘live’ nel 2021), organizzati da Messe Frankfurt Italia. Fabrizio Scovenna, Presidente Anie Automazione, nel suo interno ha offerto una panoramica del mercato dell’automazione elaborato grazie ai dati raccolti presso gli associati negli ultimi mesi.
“Dopo una crescita ininterrotta dal 2009, anno di crisi – solo nel 2012 abbiamo avuto una flessione, peraltro minima – il comparto che fa riferimento ad Anie Automazione ha registrato nel 2019 un calo dell’1,1% sul fatturato complessivo, che su è attestato sui 5 miliardi di euro. È andato meglio l’export e un po’ meno bene il mercato interno. Per quanto concerne i prodotti, abbiamo chiuso a un -2,3% anno su anno, con una prima metà dell’anno che era ancora più negativa, a -2,7%, per cui c’è stato un lieve recupero. Alcuni settori, per esempio il farmaceutico o l’alimentare, hanno tenuto, ma molti altri hanno accusato l’impatto del lockdown. In particolare, la mancata consegna delle macchine a causa delle restrizioni anti Covid-19, ha portato alla mancanza di liquidità per le aziende fornitrici.
Passando al futuro: abbiamo raccolto alcuni dati relativi ai primi tre mesi dell’anno fra i nostri associati: nel primo trimestre il 63% dei rispondenti al sondaggio ha detto di aspettarsi risultati negativi rispetto lo stesso periodo del 2019; il 25% del totale di chi ha risposto ha indicato un calo del 10% anno su anno per il mercato italiano, che vale tre volte quello estero, dove i risultati sarebbero un po’ più positivi. Un terzo (32%) ha fatto bene e si attende un risultato in crescita; riteniamo si tratti di soggetti che operano nel campo del software (ma i dati sono anonimi per cui è solo una sensazione). Riguardo al ‘sentiment’ del secondo trimestre, raccolto ad aprile, i 2/3 dei rispondenti hanno detto di aspettarsi un calo del fatturato del II trimestre rispetto al 2019, il 20% ritiene che il fatturato sarà stabile, il restante 13% positivo. Per l’estero i risultati collimano.
Per quanto riguarda una stima della chiusura del 2020, con tutte le accortezze del caso, pensiamo e speriamo di non arrivare a un calo a doppia cifra, ma di attestarci su un -8/-9% anno su anno: i primi 5 mesi non sono stati brillantissimi, speriamo comunque in una ripresa a ‘V’ nella seconda parte dell’anno, da giugno, con un decisivo cambio rotta”.
I tre trend del ‘New Normal’
Marco Taisch, Presidente MADE Competence Center I4.0, ha messo in evidenza tre tendenze per il prossimo futuro nel mondo manifatturiero: “Le tecnologie digitali hanno rappresentato un alleato fondamentale per le realtà produttive nel periodo di lockdown. La presa di coscienza da parte delle aziende sul ruolo dell’innovazione ha permesso di accelerare il processo di digitalizzazione e ci aiuterà nel tempo a recuperare il gap che accompagna il nostro Paese e a riprendere competitività. Questa è sicuramente l’eredità positiva che portiamo nel cosiddetto ‘New Normal’, caratterizzato da alcuni principali trend.
Innanzitutto, ci aspettiamo una riconfigurazione del quotidiano con una maggiore adozione dello smart working e non solo in ufficio ma anche in fabbrica. Le aziende sono rimaste sorprese dalla facilità con cui hanno potuto utilizzare gli strumenti digitali e da un aumento della produttività che non si aspettavano. Sono convinto che tutte queste soluzioni entreranno a far parte della quotidianità, per cui dovremo riconfigurare le attività quotidiane di uffici e fabbriche con modelli organizzativi in cui il digitale sia molto più presente. Si parlerà inoltre molto di Industrial Smart Working, ovvero l’uso del digitale nel processo produttivo che verrà controllato da remoto.
Una seconda tendenza sarà rappresentata da fenomeni di reshoring. Per anni sono state progettate supply chain estese e globali: in questo frangente le aziende hanno capito l’mportanza di supply chain resilienti e più corte, che a fronte di eventi improvvisi sappiamo riconfigurarsi in breve tempo per garantire l’erogazione del prodotto o servizio. Assisteramo probabilmente a una rilocalizzazione degli impianti vicino ai mercati di riferimento, abilitata dalle tecnologie digitali per contenere i costi della manodopera altrimenti troppo alti per essere compatitivi.
Infine, come ultimo trend osserviamo una crescente diffusione di servizi da remoto, come per esempio la manutenzione, per cui l’operatore sul posto, senza particolari competenze, verrà guidato tramite soluzioni di AR e VR da un operatore specializzato da un centro di competenza per la manutenzione. In questo modo sarà possibile intervenire velocemente e a costi ridotti in tutto mondo limitando i costi di trasferta. Si pensi alle aziende che hanno dovuto in questo periodo fare lo start da remoto di alcune macchine, un’attività che prima sia l’end user che il fornitore volevano fare in loco. Ora che sono stati costretti a provare, sanno che funziona e che possono ottenere riduzioni significative di costi. Si parla di un aumento del 100% del fatturato di questa tipologia di servizi nei prossimi 4 anni. Una vera ‘esplosione’ e una possibilità di business da cogliere”.