Non è ancora il momento della ripresa. Il 2013, infatti, non è stato un anno ricco di soddisfazioni secondo quanto emerge dai dati pre consuntivo sull’andamento delle tecnologie italiane per il legno e i suoi derivati, elaborati dall’Ufficio studi di Acimall, l’Associazione confindustriale di settore. Un settore che mostra, purtroppo, i segni di una stagione economica difficile e che negli ultimi sei anni ha registrato una contrazione del 30% del proprio fatturato.
La produzione, attestatasi a quota 1.481 milioni di euro, ha segnato un calo rispetto all’anno precedente. I motivi sono da ricercare in un mercato interno che non mostra particolari sussulti o motivi di soddisfazione. Le nostre esportazioni perdono un ulteriore 8,1% rispetto al 2012 (nel 2012 la contrazione rispetto al 2011 fu dell’8%), a causa della minore attenzione verso il nostro prodotto dei mercati a noi più vicini, Germania, Francia, Spagna e Portogallo in primis. Le esportazioni verso l’Europa si sono notevolmente ridimensionate negli ultimi anni, e non sono bastati i ‘soddisfacenti’ risultati registrati nei mercati emergenti a compensare questa dinamica: Cina, Brasile, Canada, Usa, Messico si sono dimostrate buone destinazioni per le nostre tecnologie.
Le importazioni crescono del 10,5% (più 144 milioni di euro in termini assoluti), grazie alle vendite messe a segno nel nostro Paese soprattutto dai competitor tedeschi e cinesi. I primi detengono una quota del 50% del totale delle importazioni, in gran parte verso la fascia alta del mercato; il made in China (circa il 25% dell’import italiano di settore) comprende soluzioni a basso contenuto tecnologico o componenti e soluzioni in transito per altre destinazioni
“Come sempre è estremamente difficile poter prevedere cosa accadrà nei prossimi dodici mesi” afferma Dario Corbetta, neo direttore di Acimall e da molti anni responsabile dell’Ufficio studi. “Sono molti gli elementi che possono influire sulle dinamiche di un settore, anche se di dimensioni contenute come il nostro. Ci attendiamo una leggera tendenza verso l’alto di tutti gli indicatori, anche se purtroppo difficilmente si potrà parlare di una vera e propria ripresa.
“Ancora una volta i flussi verso l’estero giocheranno un ruolo decisivo per un settore dove la propensione all’export è oramai superiore all’80%” prosegue. ” Se le aziende italiane avranno la forza per aggredire alcuni contesti utilizzando forme di internazionalizzazione innovative e cercando forme di cooperazione tecniche e commerciali, potremo parlare di un settore in crescita. Per una vera e propria crescita del mercato domestico ci vorrà tempo: siamo ancora alle prese con una crisi della domanda che potrà essere risolta solo a patto di provvedimenti forti a livello macroeconomico”.
“Un altro elemento di grande importanza” conclude “è l’attesa per Xylexpo, la biennale internazionale organizzata dalla nostra associazione negli anni pari che sarà certamente un prezioso osservatorio per comprendere quali saranno i mercati più attivi e quali potrebbero essere le scelte dei grandi clienti internazionali”.